domenica 24 marzo 2013

duets

I soli e le sole non hanno ideologie,
a parte una strana avversione per il numero due...

Ieri giornata triste e deprimente, giornata in cui ha trionfato il numero 2 (due).
Un numero che, dal principio di non contraddizione in poi, ha sempre costretto le nostre vite dentro false alternative, escludendo terze -e davvero altre- possibilità.

I due marò e le due verità (quella scritta e quella orale, quella diplomatica e quella storica, quella italiana e quella indiana). E la solita, unica, farsa di sempre.
Abbiamo fatto la voce grossa, gli indiani ci hanno ricordato che oggi (economicamente parlando) noi dipendiamo da loro e non loro da noi, ci inventiamo una vittoria di Pirro e ci accordiamo con i loro politici che noi diremo la nostra verità e loro si opporranno a dire la loro, e una terza possibilità (quella della verità vera) che non ci sarà data, come sempre.

I due funerali solenni: uno per chi ha fatto correre amabilmente migliaia di manifestanti sulle strade d'Italia, rincorsi amorevolmente da celerini e Manganelli; l'altro che ha corso migliaia di miglia per fare medaglie e record, e per essere poi dimenticato da tutti (parlava troppo e liberamente, ed era uno -davvero- contro il doping). Ma è il momento dell'unità e della coesione; il due deve apparire uno, quando serve.
Infatti, indovinate: l'ineffabile Don Ciotti ha fatto la predica per il primo o per il secondo ?

I due Papi che si prendono le mani e pregano a fianco: un inquietante incontro ravvicinato di non so più quale tipo, ma certamente unico. Uno scisma pacifico, mediato e mediatico, appare davanti ai nostri occhi: due esseri bianchi, uno ancora più vecchio di come me lo ricordavo, quasi un ectoplasma; l'altro, energico e gioviale, ancora più giovane per contrasto, arriva con la sua astronave, atterra, fa i suoi doni, riceve segreti e misteri, e rivola via.
Ma quando arriverà un alieno vero, un terzo papa, a liberarci di entrambi ?
Di questa e di tutte le altre religioni dualistiche che conosciamo su questa terra ?

Due giustizie: mentre le persone comuni si arrabattano per svincolarsi da Equitalia e dai Tribunali civili o penali, senza riuscirci, a Milano il processo a Berlu viene rinviato di un mese, per legittimo impedimento dovuto agli impegni politici del Cav(olo). Insomma, paro paro, la richiesta neanche tanto velata del caro Napo subito diventa realtà: lasciategli fare le trattative e i negoziati da uomo libero, così magari riusciamo ancora a fare un bel governissimo con lui. C'è sempre tempo per giudicarlo, condannarlo ed interdirlo ai pubblici uffici...Qualcosa mi sfugge: ma non sarebbe più corretto prima condannarlo ed interdirlo e poi decidere chi può governarci ? L'inciucio, qui da noi, esiste ancor prima di fare i governi di inciucio, è situato nella struttura stessa del potere politico e giudiziario.
Però il problema è Grillo che non ci sta.

Le due manifestazioni a Roma, simbolo di due Italie da tempo distantissime e contrapposte.
Da un lato, i fans e le fans di Silvio, microcefalomaniacali, a difesa orgogliosa del loro mito, decadente ma ancor più da proteggere contro nemici vecchi e nuovi, e non vedono e non ascoltano ragioni, ma solo il Capo.
Dall'altro, il patetico teatrino della solita 'opposizione di sinistra', quella che continua a cercare di far fuori Berlu in punta di diritto, con le regolette ed i suoi discorsetti filosofici e micromegalomaniacali.
Ora hanno rispolverato una leggina del '57, già bocciata due volte, e sperano di farcela stavolta, con il solito ferrovecchio inservibile.
Due manifestazioni di pura rivalsa, due false alternative, entrambe perdenti, rivelative della guerra civile profondamente sottesa alle formali e civili procedure, in corso nelle stanze dei bottoni.
Una terza strada qui c'è, e si evidenziata anche ieri: la lotta anti-Tav in val di Susa, unico esempio di alternativa vera: l'azione diretta nonviolenta, non delegata, creativa, duratura e tenace, contro qualunque governo e per un diverso modo di vivere in società e con la natura.










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