mercoledì 6 marzo 2013

come si governa ?

La camorra sa come governarci: mandando al rogo la Città della Scienza di Napoli.
Il decano Emilio Colombo sì che sa governarci: minaccia i Cinque Stelle che, se non entrano al Senato con giacca e cravatta, li espellerà. Ben detto, da un novantenne bacucco che è stato trovato a farsi spacciare la coca nelle stesse sacre aule.
Anche Napo lo sa: non vede l'ora, dopo aver mandato Bersani a sbattere ancora una volta, di proporre la Cancellieri a capo di un governo tecnico: una buona scelta, un prefetto, attuale Ministro degli Interni, ottimi rapporti con forze dell'ordine e servizi segreti (facile pensare a cosa preveda Napo sulle nostre piazze, a breve, no ? ).
I cardinali sì che sanno governare: tutti maschi, tutti vecchi, tutti ben conclavati (ma tra qualche giorno, siccome sono democratici, votano, nelle urne d'argento massiccio...).
I giornalisti sì che sanno governarci: bastava vedere gli assedi ai neodeputati per le strade di Roma o ieri la vergognosa Ballarò dello squallido Floris, tutta incentrata a demolire i grillini e la decrescita e a favorire la nuova irresistibile ascesa del grande statista Renzi, il simpatico auto-markettaro di Firenze.

A loro, e a noi, dedico un brano dell'amato Krippendorf:
La dimensione del politico consiste nel pubblico dibattito sulle forme ella vita sociale degli esseri umani...E la critica entra in gioco in quanto il dibattito pubblico implica che vengano periodicamente messe in discussione relazioni, rapporti di dipendenza tra superiori e subalterni o interdipendenze. Foucault afferma che 'una delle domande fondamentali del XV e XVI secolo fu : come si governano i bambini, come si governano i poveri e i mendicanti, come si governa una famiglia, una casa, come si governa su una moltitudine, sui gruppi diversi, città, stati, come si governa il proprio corpo, il proprio spirito ? Come si governa ?'.
Secondo Foucault, a questo 'movimento della governabilità della società' corrisponde 'l'atteggiamento critico', il quale fa ' da contraltare alle arti di governo, essendo a un tempo suo partner e suo avversario. Come un modo per diffidare di esse, per ricusarle, per porre a esse dei limiti e per riportarle entro le loro dimensioni, per trasformarle, per sfuggire ad esse e per cercare comunque di differirle, come tentativo di tenerle a bada e però anche come linea di dispiegamento delle arti di governo, è sorta allora in Europa una forma culturale, un atteggiamento politico e morale, un modo di pensare che io chiamo: l'arte di non essere governati, ovvero l'arte di non essere governati in questo modo e a questo prezzo. Quale prima definizione di critica propongo quindi la caratterizzazione generale: l'arte di non essere governati così...Non voler essere governati significa infine anche: non voler accettare come vero ciò che un'autorità dichiara esser vero, o comunque non accettare per vero qualcosa perchè un'autorità ci prescrive di ritenerlo vero...'

(Ekkehart Krippendorf, L'arte di non essere governati. Politica etica da Socrate a Mozart, Fazi ed., 2003.)

1 commento:

  1. "Die Wissenschaft hilft uns vor allem, daß sie das Staunen, wozu wir von Natur berufen sind, einigermaßen erleichtere, sodann aber, daß sie dem immer gesteigerten Leben neue Fertigkeiten erwecke, zu Abwendung des Schädlichen und Einleitung des Nutzbaren." frase di Goethe che chiude Abschiedsvorlesung di Krippendorf alla Freie
    http://userpage.fu-berlin.de/~kpdff/texte/unzufrieden.htm

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