Mi chiedo se ormai, davanti ad una
guerra nucleare, ad es. tra Stati Uniti e Corea del nord -sempre che
ci si possa fermare lì-, ci sarebbero reazioni di protesta o di
terrore per le strade di questo nostro mondo.
Qualche corteo di quattro scalzacani
pacifisti, ancora, e null'altro, credo.
I potenti, oggi, più fanno i gradassi
e più possono davvero permettersi di tutto, senza temere reazione
alcuna.
Come nell'assolutismo.
Guardiamo a quel che sta accadendo
anche sul fronte migranti: sgomberi violentissimi che non prospettano
alcun'altra soluzione, respingimenti da attuare ora non più sulle
coste, ma nei territori d'origine (a suon di quattrini per Ciad e
Niger). Nessuna reazione, se non qualche geremiade senza forza della
solita Amnesty o di qualche monsignore di campagna.
Come durante il nazismo.
Ho invece ascoltato in tv alcuni bei
studentelli bocconiani benvestiti che si lamentavano per lo sciopero
degli esami da parte dei docenti universitari (5000 circa su 50000,
peraltro).
Erano preoccupati per il loro piano di
studi, per un esame che slitta di due settimane. Veramente un
affronto terribile. Questa sì che è una reazione politica,
finalmente !
Si vede che a loro piace così: chini
sui libri, obbedienti e in silenzio, desiderosi di ordine, pensando
solo a se stessi.
Come nel fascismo.
Mentre crescono i poveri e milioni di
persone vivono la fame il calcio-mercato spende e spande miliardi di
euro per i suoi fuoriclassse come non mai.
In pochi mesi hanno speso dieci milioni
di euro per fare un nuovo stadio a Cagliari che durerà tre anni,
solo il tempo per farne un altro, con chissà quant soldi ancora.
Ma nessuno costruisce case popolari, o
ci si metterà decenni a ricostruire, forse, le case dei terremotati.
Tanto, nel frattempo, i disgraziati
potranno andare allo stadio o distrarsi tifando per i loro idoli in
tv.
Reazioni al malcostume, nessuna.
Qualche esultanza è concessa, ma solo dopo i gol.
Siamo stati al Brotzu l'altra sera a
visitare un amico che è stato male, e ha saputo che tra non molto
morirà.
Era molto diverso dalla persona che
conoscevamo e che ci aveva ospitato non più tardi di qualche
settimana fa.
Sapere la propria morte imminente
genera in noi umani delle reazioni inattese.
Come ci accade ancora, talvolta, mentre
viviamo.
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