I ragazzini e gli adolescenti sono oggi
in gran parte solo dei poveri rincoglioniti (più o meno, peraltro,
come gran parte degli adulti, ben più responsabili di loro
dell'idiozia di entrambi).
Essere giovani al momento, e temo anche
per il prossimo futuro, significa di fatto:
-dimostrare una volta per tutte la
totale inutilità e nocività della scolarizzazione forzata di massa:
il livello di ignoranza culturale e di disinteresse verso le cose del
mondo è altissimo, deprimente e sconfortante; patrimonio linguistico
minimo, conoscenza terminologico-sintattica limitatissima, capacità
di scritttura e di critica sotto qualunque media del passato;
-dimostrare una volta per tutte la
pervasività diabolica degli ammalianti e semplici dispositivi
mediatici e informatici in cui essi sono totalmente e diuturnamente
immersi; l'analfabetismo relazionale, la maleducazione senza colpa e
senza rimorso, sino al vero e proprio isolamento in cuffia si
costruiscono in loro attraverso il narcisismo autoreferenziale dei
selfies e delle esibizioni in rete, sede di incontri virtuali
sostitutivi e continuamente, reciprocamente dati in pasto e taggati;
in relazione a questo la disponibilità alla violenza sessuale,
spesso filmata e correlata alla sempre più precoce attenzione ai
siti pornografici; violenza, cinismo e disincanto che peraltro vanno
spesso insieme, nella più tragica inconsapevolezza emotiva, con
sentimentalismi e sdolcinatezze, come nella migliore soap-opera;
-dimostrare una volta per tutte il
fallimento dell'educazione familiare, sia nella sua variante
autoritaria che in quella permissiva; il rapporto col potere e col
conflitto resta irrisolto e non affrontato, oppure gestito con
violenza e insensatezza; la totale dipendenza del ragazzo e del
giovane dalla famiglia e dai genitori (in termini economici e
logistici) viene compensata da dinamiche abbandoniche, falsamente
autonomizzanti; o da altre fintamente paritarie e amicali tra
generazioni e ruoli asimmetrici; o da relazioni ancora improntate al
dominio e all'obbedienza e/o alla cura invischiante e controllante;
-dimostrare una volta per tutte la
manipolazione e l'inquinamento dei corpi giovanili, sia attraverso le
mode e i gadget del vestiario (shopping compulsivo e imitativo), sia
attraverso la corruzione dei gusti e delle scelte alimentari (che
vanno da anoressia-rifiuto a sfrenatezza-bulimia); ma anche
attraverso il doping acustico-musicale e visivo, quando non
direttamente e apertamente tossico (alcool, droghe...); ed
attraverso, infine, il divismo sportivo, il palestrismo, i culti
cosmetici ed autoimmunizzanti (con contro-effetti-paradosso (sindromi
autoimmunitarie); e tutto questo insieme ad una sempre più evidente
imbranatura fisica, debolezza di salute, fragilità psichiche, paure
profonde e panico nelle vicende quotidiane ed ordinarie.
Insomma, un vero disastro, una
catastrofe senza precedenti, apparentemente irreversibile e
incorreggibile, perlomeno su scala di massa.
Non vedo come si possa più affrontare
-da educatori- tutto questo.
Se non offrendo delle nicchie
alternative, che perlomeno facciano balenare qualche altra modalità
di vivere, di incontrarsi, di conoscere e di stare nel mondo.
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