Si
delinea in questa torrida estate con chiarezza una prima connessione
tragica e rapidissima della catastrofe climatica: la triade
siccità-crisi della produzione agricola-incendi si manifesta, in
Italia e soprattutto in Sardegna, in tutta la sua potenza
devastatrice, seppur iniziale.
Quel
che avverrà nei prossimi anni renderà tutto questo cronico e ben
peggiore di oggi.
Quel
che (non) stupisce è che ancora una volta non si valutino le
questioni di fondo, ma si rincorrano soltanto (o meglio, si venga
rincorsi dalle) cosiddette 'emergenze'.
E
si riesca solo a fronteggiare queste, e nient'altro, e per ora, e a
malapena.
Corsi
e rin-corsi storici, dentro una palla di fuoco.
Si
delinea in questa violenta estate con chiarezza una prima connessione
tragica e rapidissima della catastrofe sociale: la triade
Stato-repressione politica-guerra civile si manifesta, nel mondo ma
soprattutto in Venezuela, Siria e Libia, in tutta la sua potenza
devastatrice, seppur iniziale.
Quel
che avverrà nei prossimi anni, anche nei paesi occidentali, renderà
tutto questo cronico e ben peggiore di oggi.
La
fine delle democrazie parlamentari si riverbera nel ritorno a regimi
dittatoriali oppressivi ed accentrati, a veri e propri stati di
polizia e di guerra permanenti; la catastrofe del diritto e dei
diritti, foglie di fico della violenza strutturale sempre in campo e
ben salda, ne rivela la verità e la portanza per qualunque politica
a venire.
Corsi
e ricorsi storici, dentro una sfera di morte.
Si
delinea in questa allucinante estate con chiarezza una prima
connessione tragica e rapidissima della catastrofe economica: la
triade lavoro-precarietà-disoccupazione si manifesta in tutta la sua
potenza devastatrice, seppur iniziale.
Quel
che avverrà nei prossimi anni renderà tutto questo cronico e ben
peggiore di oggi.
La
fine del lavoro stabile e retribuito si accentua nel boom dei
part-time estivi, propagandati come vero lavoro; la mera difesa dei
già garantiti si scuda sempre più contro le possibilità dei
giovani, e mette a repentaglio la stessa sicurezza sociale di chi
comunque lavora.
Stiamo
vivendo soltanto sui soldi di chi sta per andarsene.
E
quando a generazioni senza pensione succederanno generazioni senza
lavoro sapremo che, dopo esserci ammazzati di lavoro per secoli,
moriremo per averlo ammazzato.
Nuovi
corsi, che sanno di preistorico e post-umano insieme, ci aspettano.
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