venerdì 11 agosto 2017

nuove imprese sportive

Un bel ragazzo di diciannove anni ha ucciso due suoi coetanei a Orune.
Si trovava nel carcere minorile di Quartucciu da un annetto.
L'altro giorno ha appoggiato una scala telescopica al recinto, ha preso con sé delle caramelle, due magliette e due ricambi di mutande, ed è saltato oltre il muro, è evaso.
Ora l'hanno riacchiappato, nascosto in una chiesa, dopo vari disperati giri per le campagne.
Sarà rovinato definitivamente: gli daranno altre pene, oltre ai vent'anni eterni che già doveva scontare.
Ai suoi avvocati ha dichiarato che in carcere si annoiava, non si faceva nulla, non gli facevano neppure tagliare i capelli da un barbiere, e che là dentro stava impazzendo.
Possibile che non si trovino delle alternative al carcere per rimettere in vita dei giovani che, in un attimo della loro vita, hanno già commesso degli omicidi e rischiano di essere perduti ?

Ho visto avant'ieri dei filmati in tv: nel primo un centinaio di migranti urlavano e si esaltavano per aver saltato l'altissimo muro dell'enclave di Ceuta. Occhi spiritati e facce paonazze, hanno superato di corsa la frontiera doganale e sono entrati a forza in Europa.
Molti di loro saranno ripresi, ma intanto hanno sfondato la barriera, hanno sopravanzato le barriere, dopo mesi e mesi di attese, allenamenti, appostamenti, fallimenti.
Finalmente hanno vinto la gara, o almeno la manche.
Migliaia sono ancora lì, in territorio marocchino, in attesa.
Ci stanno riprovando ogni giorno, e lo faranno ancora.
Nel secondo filmato, una barca di migranti è giunta direttamente in spiaggia, tra i bagnanti e i vacanzieri, sbarcando di corsa, come in una gara di decathlon vikingo o un assalto di pirati.
Chissà dove sono finiti ora e dove finiranno...
Ma è possibile che non si trovino delle alternative a questo assurdo delirio ?

Qualche sera fa stavo guardando la finale dei 400 ostacoli femminili ai Mondiali di Londra.
La strafavorita, una bellissima nera bahamense di nome Miller, stava stracciando tutte le sue pur forti avversarie, quando -all'improvviso e senza scampo- una contrazione tetanica da eccesso di acido lattico l'ha bloccata, a soli 10 metri dall'arrivo e dalla sicura vittoria.
Nessuno poteva credere ai suoi occhi e lei stessa sembrava stupita, in preda a una forza che le impediva di correre, nonostante la sua volontà cercasse inutilmente di farla avanzare sulla pista.
Alle Olimpiadi di Rio, l'anno scorso, aveva battuto le sue avversarie, cadendo con tutto il corpo in avanti e sbattendo per terra al traguardo.
Qualche sera fa un altro recordman nero del Botswana, Makwala, che si preparava a vincere i 400 uomini in quasi totale sicurezza, è stato fermato dalla IAAF all'ingresso dello stadio perchè colpito da un virus gastroenterico e messo in quarantena.
Non ha potuto disputare la gara e ha perso la medaglia d'oro.
Possibile che da questi malinconici episodi ci possa venire però un insegnamento: per trovare alternative bisognerebbe smettere di correre e fermarci a vicenda, farla finita con questa gara dentro l'abisso, in cui alla fine perderemo tutti.
Sarebbe bene fermarsi, anche a costo di dichiararsi perdenti o di far fallire i giochi.
O almeno sospenderli, per un attimo, e guardarci dentro, e intorno.
Per esempio, allarmarci profondamente per tutto questo calore insano che ci avvolge, non accontentarci del ritorno del maestrale.
Riconsiderare il nostro rapporto con il mondo che ci attornia e che sta male.
Darci ancora un po' di tempo, parlarci su, e cambiare rotta.
Ma perchè rovinarci l'estate ?
Ma cosa sto dicendo ? E a chi ?
















Nessun commento:

Posta un commento