mercoledì 19 ottobre 2016

trump/olino di lancio

Ascoltatemi bene: non fidatevi dei sondaggi che vedono Hillary in grande vantaggio su Trump.
La gente, come accadeva con Berlusconi, si vergogna di dirlo ai sondaggisti, ma poi -nel segreto dell'urna. come si ama dire- li vota.
Hillary non va, neppure a buona parte dei democratici, che la voteranno col naso storto, o si asterranno comunque, nonostante l'impresentabilità di Trump.
Bisogna certo considerare la potenza residua dell'establishment che, si dichiari rep o dem, non vuole scossoni e odia il platinato Ciuffettino.
Continuo a credere che Hillary, nel ventre molle e incazzato e ignorante degli statunitensi (e le pance in funzione ormai , in qualunque parte del mondo, sono più dei cervelli...) non faccia breccia, e non sarà votata.
E credo che, nonostante i sondaggi, perderà.

Ma, anche se vincesse, Trump sta vincendo comunque su un altro piano, più a medio termine: la scissione dei repubblicani e la costituzione, anche negli USA, di un tripolarismo effettivo e stabile.
Sta a Trump, o a chi verrà dopo di lui, di creare un terzo polo che smonti il giochetto bipolare-bipartitico tipico dei regimi anglosassoni e da noi così maldestramente mutuato per alcuni anni, sino all'insorgere della Lega e soprattutto dei Cinque stelle.
Trump è, insomma, un trampolino verso qualcos'altro.
Nessun cambiamento strutturale, solo una lotta tra potenti.
Ma è evidente che una terza forza spariglia ulteriormente giochi che apparivano ormai consolidati e dominanti, senza rivali.
Non è più così: le destre estreme emergono, spazzolano voti al centro e a sinistra, e tra gli astenuti.
Falliscono i tentativi di chiamata al centro (vedi l'ignobile fine di Scelta civica, e la scelta 'strana' di Monti, che si schiera per il No al referendum; vedi la crisi verticale di Forza Italia e il fallimento, già prima di nascere, dell'esperimento-Parisi; vedi il disastro Hollande in Francia; vedi la crisi dell'egemonia indiscussa della Merkel nel suo paese...
Ma falliscono anche i tentativi alla Renzi, che sarà travolto e abbandonato proprio sulle sue istanze residuali 'di sinistra', in primo luogo l'immigrazione.

In tutto questo, si ripropone e rafforza in Italia il delirio a sinistra.
Il PD va lentamente a spaccarsi e a crollare, ma è un'agonia lentissima.
I suoi elettori sono i più pigri a cambiare casacca nella storia dell'umanità.
Voterebbero PD come altri tifano Inter: comunque, qualunque cosa accada, anche una sconfitta umiliante col Cagliari.
Ma D'Alema proverà a riconquistare il partito, dopo la vittoria del No, usandola come trampolino.
E se non potrà farlo (d'altra parte, chi sono i pazzi che potrebbero ancora una volta sostenerlo lì dentro ?)  è probabile che, a differenza di Bersani e Cuperlo, potrebbe uscire e andare a tentare di ricostituire una sinistra non renziana, un quarto polo che chiamerebbe a raccolta indifferenziata tutti i cassonetti che parevano destinati all'inceneritore della storia.
Il simpatico rassemblement assomiglierebbe molto alla coalizione che ora attacca Mosul: ogni parte non saprebbe mai se i colpi arrivino dai nemici o alle spalle. Un bel clima.
Non sarebbe una buona nuova, soprattutto per la sinistra.
Renzi è un male relativo, D'Alema è un male assoluto.
Sarebbe come preferire Andreotti a Fanfani.

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