Tutti
contro Trump, Trump contro tutti.
Viene
quasi simpatia per questo mostro di plexiglas, finto come il suo
ciuffo arancione, in lotta contro democratici e repubblicani insieme, ma
sospinto da orde di fanatici e disperati, ignoranti e irrazionali
votanti, che non se ne fanno più nulla di un Obama, di una Clinton,
ma neppure di una qualunque famiglia Bush.
Lui,
come un mulo, attacca a testa bassa, indifferente a chi lo abbandona
o lo attacca.
E
provoca tutti, blandisce altri, seduce le donne con charme e soldi e
potere, fa invaghire di sé i poveri e i negri.
Comunque
vada, vinca o perda, è eroico.
I
suoi avversari appaiono tiepidi, lenti, razionali e tristi, normali,
piatti.
Lui
è terribile, eccessivo, passionale, mentitore, attore, pazzo.
Pericolosissimo
per tutti, nemico di tutti, superamericano ma amico di Putin (forse).
Tutti
contro Putin, Putin contro tutti.
Tornano
i toni da guerra fredda, ed è come sempre tutta colpa dei russi,
sovietici o meno.
Lui
se ne frega, continua a far finta di trattare e mediare, ma intanto
procede, avanza, conquista, bombarda, si espande, va per sé, si
inventa nuove e strane alleanze (con altri tiranni ottomani), difende
altri tiranni indifendibili (uno, ad esempio, Assad).
Stravince
le elezioni, per quel che mai hanno contato dalle sue parti.
Controlla
i media, ammazza o manda in rovina i suoi avversari, ammutolisce i
giornalisti, manda affanculo l'ONU e gli USA ad ogni piè sospinto.
Comunque
vada, vinca o perda, è un leader vero.
Lui
è sempre al comando, chiunque governi.
E
non vuole mai star sotto, soprattutto in una fase in cui l'Occidente
è così in coma come oggi.
Ha
capito che la democrazia è finita anche da noi, e può far quel che
vuole.
E'
avanti, e va avanti, senza remore.
A
furia di scherzare col fuoco, prima o poi finiremo nel camino, ancora
una volta.
Il
gatto scherza a lungo col topo, ma -a un certo punto- se lo mangia.
Tutti
contro Renzi, Renzi contro tutti.
Il
piccolo panzano fiorentino non è mai andato incontro alla storia col
pennino o col fioretto.
Sorride
a tutti, stringe le mani, fa battute, ma alla fine sa quel che vuole
ed è sempre proceduto come un panzer contro i deboli.
Ma
sempre simpaticamente, elusivamente, ludicamente.
Non,
insomma, con quella faccia triste tipo Monti o Letta.
Ora
si gioca tutto, ci mette la faccia sulle sue riforme costituzionali
ed elettorali.
Mette
da parte i ministri e gli alleati, fa tutto lui, in tv e fuori.
Se
vincerà, sarà lui a vincere. Se perderà, sarà lui a perdere e ne
trarrà le conseguenze, dice.
Insomma,
nonostante la faccia da bambino stupidello e sfrontato, sembra avere
coraggio.
Più
coraggio dei suoi, sempre nel guado (come i Bersanelli o i
Cuperletti), sempre pronti a passare col vincitore (i renzianini di
oggi, bersanelli di ieri), e molta più forza dei suoi cosiddetti
avversari che mettono tristezza solo a vederli, anche se magari
condividiamo quel che dicono...
Solo
D'Alema, a modo suo, ha la stessa tempra.
Ma
ormai è fuori dalla storia: stanotte ho sognato che beveva litri di
alcool con me in una bettola...
Insomma,
c'è lotta, c'è guerra, c'è scontro.
Di
tutti contro tutti, di ciascuno contro ciascuno, di ognuno contro
tutti.
Tutti
si agitano, ma niente si muove.
Stiamo
davvero toccando con mano i limiti dell'attivismo ?
'Un
frenetico immobilismo', l'ha definito Habermas qualche giorno fa.
E
Renzi, non l'ha capito, ma -consigliato dal suo pagatissimo spin
doctor- l'ha citato, come sempre per attaccare qualcosa o qualcuno,
in questo caso l'Europa.
Quella
stessa Europa che, nel frattempo, va ad implorare, per mendicare uno
zerodue in più nel rapporto deficit/PIL.
Tutti
contro tutti, Ma non c'è conflitto. Puro wrestling, come sempre.
In
fondo, siamo tutti italiani (anche Trump e Putin).
Siamo
tutti solo dei Totò contro Maciste.
Ma
attenzione: spesso, nella storia, anche da false lotte sono scaturite
e si sono scatenate, apparentemente all'improvviso ed inopinatamente,
vere guerre.
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