...questa
è a dire parecchio una storia mediana e mediocre, che tutto sommato
io non me la passo peggio di tanti altri che gonfiano e stanno zitti.
Eppure proprio perchè mediocre a me sembra che valeva la pena di
raccontarla. Proprio perchè questa storia è intessuta di sentimenti
e di fatti già inquadrati dagli studiosi, dagli storici sociologi
economisti, entro un fenomeno individuato, preciso ed etichettato.
Cioè il miracolo italiano.
Un
ubriaco muore di sabato battendo la testa sul marciapiede e la gente
che passa appena si scansa per non pestarlo. Il tuo prossimo ti cerca
soltanto se e fino a quando hai qualcosa da pagare. Suonano alla
porta e sai già che sono lì per chiedere, per togliere.
Il
padrone ti butta via a calci nel culo, e questo è giusto, va bene,
perchè i padroni sono così, devono essere così; ma poi vedi quelli
come te ridursi a gusci opachi,farsi fretta per scordare, pensare
soltanto meno male che non è toccato a me, e teniamoci alla larga
perchè questo ormai puzza di cadavere, e ci si potrebbe contaminare.
Persone
che conoscevi si uccidono, altre persone che conosci restano vive, ma
fingono che non sia successo niente, fingono di non sapere che non
era per niente una vocazione, un vizio assurdo, e che la colpa è
stata di tutti noi...Poiché l'impresa non era abbastanza redditizia,
pur di chiuderla hanno ammazzato quarantatrè amici tuoi, e chi li ha
ammazzati ora aumenta i dividendi e apre a sinistra.
Tutti
questi sono i sintomi, visti al negativo, di un fenomeno che i più
chiamano miracoloso, scordando, pare, che i miracoli veri sono quando
si moltiplicano pani e pesci e pile di vino, e la gente mangia gratis
tutta insieme,..Mangiano, bevono e cantano, e appena buio, sempre lì
sull'erba, fanno all'amore.
I
miracoli vero sono sempre stati questi. E invece ora sembra che tutti
ci credano, a quest'altro miracolo balordo: quelli che lo dicono già
compiuto e anche gli altri, quelli che affermano non è vero, ma
lasciate fare a noi, e il miracolo ve lo montiamo sul serio, noi.
E'
aumentata la produzione lorda e netta,il reddito nazionale cumulativo
e pro capite, l'occupazione assoluta e relativa, il numero delle auto
in circolazione e degli elettrodomestici in funzione, la tariffa
delle ragazze squillo, la paga oraria, il biglietto del tram e il
totale dei circolanti su detto mezzo, il consumo del pollame, il
tasso di sconto, l'età media, la statura media, la valetudinarietà
media,la produttività media e la media oraria al Giro d'Italia.
Tutto
quello che c'è di medio è aumentato, dicono contenti. E quelli che
lo negano propongono però anche loro di far aumentare, e non a
chiacchiere, le medie; il prelievo fiscale medio, la scuola media e i
ceti medi. Faranno insorgere bisogni mai sentiti prima. Chi non ha
l'automobile l'avrà, e poi ne daremo due per famiglia, e poi una a
testa, daremo anche un televisore a ciascuno, due televisori, due
frigoriferi, due lavatrici automatiche, tre apparecchi radio, il
rasoio elettrico, la bilancina da bagno, l'asciugacapelli, il bidet e
l'acqua calda.
A
tutti, Purchè tutti lavorino, purchè siano pronti a scarpinare, a
fare polvere, a pestarsi i piedi, a tafanarsi l'un con l'altro dalla
mattina alla sera.
Io
mi oppongo.
...Lassù
mi hanno ridotto che a fatica mi difendo, lassù se caschi per terra
nessuno ti raccatta, e la forza che ho mi basta appena per non farmi
mangiare dalle formiche,,e se riesco a campare, credi pure che la
vita è agra, lassù.
...Ora
so che non basta sganasciare la dirigenza
politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione
deve cominciare da ben più lontano, deve cominciare in interiore
homine.
Occorre
che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non
produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a
quelli che ha...
E'
ovvio che a questo si arriverà per gradi, o non senza arresti o
inciampi.
Agli
inizi formeremo appena delle piccole comunità, isolette sparute in
mezzo allo sciaguattare dell'attivismo, e gli attivisti ci
guarderanno con sufficienza e dispregio...
A
poco a poco vedremo la nostra isola crescere, collegarsi con altre
isole fino a formare una fascia di territorio ininterrotto.
E
un giorno saranno gli altri, gli attivisti, a ridursi in isola; poche
decine di longobardi febbrili aggrappati a rotelle e volani, con gli
occhi iniettati di sangue. Forse non riusciremo mai a vincerli alla
nostra causa, e resteranno lì a correre in circolo,,a firmarsi l'un
con l'altro cambiali, a esigerne il pagamento. Ridotti così in
pochi, man mano che i meno saldi muoiono d'infarto, formeranno un
cerchio sempre più angusto e rapido, fino a scomparire da sé.
E
noi li staremo a guardare dall'esterno, sorridendo...
(L.
Bianciardi, La vita agra, 1962)
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