La
riforma costituzionale e quella elettorale hanno un obiettivo chiaro:
quello di formalizzare una realtà di fatto, l'accentramento e
l'accelerazione dei processi e dei poteri di decisione.
Renzi
lo ha sempre detto chiaro: visto che da ora in poi nessuno
raggiungerà più maggioranze vere e schiaccianti (tanto più in un
sistema almeno tripolare come oggi in Italia) e che inevitabilmente
crescerà l'astensione sino a raggiungere i livelli statunitensi,
vogliamo che comunque chi vinca -anche con basse percentuali di
votanti e di consensi- possa governare con una salda maggioranza.
Non
avrà i voti nel paese, ma li avrà in Parlamento, insomma.
E
ha detto anche un'altra cosa: che non si deve confondere la
democrazia con la complessità.
Da
qui l'istanza di semplificazione.
Purtroppo
per lui, e per tutti noi, credo che invece la democrazia non possa
non essere complessa.
Direi,
anzi, che la democrazia è proprio la complessità.
Quelle
che Renzi confonde è la complessità con la complicazione.
Vorrei
dargli alcuni semplici consigli per non complicare la complessità,
semplificando le complicanze senza semplificare la complessità.
Migrazioni:
allestire delle linee di stato con traghetti regolari che permettano,
a prezzi bassi e fissi come la Conad, di arrivare sulle nostre coste
a tutti coloro che premono ai confini e farli andare verso dove
vogliono.
Politica:
abolire i partiti ed il voto, scegliere i nostri rappresentanti
attraverso sorteggi su liste casuali a turno, valide per un solo
mandato.
Economia:
soddisfare i bisogni primari di ogni persona (cibo, acqua, casa,
trasporti) prima di soddisfarne altri (armi, lussi, grandi
infrastrutture) e dare a tutti i non occupati un reddito di base per
permetter
loro di vivere.
Ecologia:
non usare più combustibili fossili e utilizzare acqua, vento e sole
su scala diffusa e di massa.
Utopie,
ma che semplificherebbero davvero tanto la nostra vita, e la sua.
Ma
i politici (come i medici, i burocrati, gli insegnanti, gli
assistenti sociali, i militari, etc etc) hanno bisogno che restino
complicazioni e problemi, anzi li creano per dare un senso ed un
lavoro a loro stessi.
Quindi,
non potendo fare a meno delle complicazioni, preferiscono provare ad
abolire la complessità (e la democrazia).
Non
è un'idea nuova, è già riuscita e fallita più volte nella storia,
soprattutto del Novecento.
Ma
ogni volta ci riprovano, sperando che sia la volta buona.
Ed
in effetti, considerata l'anestesia attuale delle coscienze e la
potenza di persuasione del mercato, questa volta, almeno per un bel
po', ci potrebbero anche riuscire.
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