lunedì 10 ottobre 2016

democrazia o toyota ?

Stiamo a discutere da anni, per anni, di riforme elettorali e costituzionali, al fine -si dice- di rafforzare e rendere più efficiente la nostra democrazia.
Eppure, ogni volta che sento la parola 'riforma', ormai tremo.
E non perchè mi piaccia lo status quo o il modo in cui vanno le cose.
Ma proprio perchè una vera democrazia avrebbe bisogno di una vera rivoluzione, e non più di operazioni di facciata o stravolgimenti decisi dalle solite elites.

Una democrazia ha bisogno, come l'acqua o il pane, di cose difficili, rare, impegnative, molto distanti da quel che siamo oggi.

Ha bisogno, innanzitutto, di tempo.
Non del tempo che non ha tempo (di discutere, di ascoltare, di capire, di mediare).
Non del tempo strappato ad un lavoro da schiavi, fatto di ritmi competitivi infernali e di un autosfruttamento senza limiti e sotto ricatto.
La cittadinanza ha bisogno di tempi d'incontro, di luoghi in cui poter fare la politica e farsi politici.

Ha bisogno di una cultura personale e sociale adeguata, di una formazione non formale, acquisita sul campo e negli studi.
La democrazia, inutile illudersi, non potrà mai viaggiare su Facebook o Twitter.
Lì ci si potrà contattare e mobilitare, ma solo se si avranno delle motivazioni e degli immaginari che ci spingano a farlo.
E quelle motivazioni, e quegli immaginari, vanno costruiti altrove.
Là dentro -di per sè- c'è solo virtualità ed omologazione.

La democrazia ha poi bisogno di fiducia e di legami sociali.
Perchè crescano deve esserci la sensazione di stare in una società abbastanza giusta, in cui non covino rancore, risentimento, diffidenza.
Una società umana divaricata nei redditi, polarizzata negli interessi, estremizzata nella rabbia o nella rassegnazione, non potrà mai convivere democraticamente.
Solo una tirannide la potrà governare.

Ha bisogno di visioni politiche autonome e lungimiranti, non appiattite sul breve periodo o su logiche rapaci di profitto.
Ha bisogno di guardare e vedere oltre il presente, se vuole governarlo.
Ha bisogno di obbedire alla realtà del futuro almeno quanto a quella del presente.

Infine, last but not least, ha bisogno di metodi.
Si potrebbero superare l'assemblearismo vacuo e inefficiente e la rappresentanza senza rappresentati, che è ormai solo pura rappresentazione.
Si dovrebbero sperimentare nuovi modi di informare, discutere, decidere, organizzarsi,valutare e valutarsi.
Ma non quelli mutuati dal toyotismo o dal postfordismo aziendale, come avviene oggi.
Produttivismo, meritocrazia, competitività senza requie non saranno mai valori compatibili ad una democrazia (come l'esperienza dell'organizzazione industriale dimostra ampiamente nella sua storia e soprattutto nel suo presente).

Insomma, ora siamo molto lontani da tutto questo.
Siamo all'opposto, anzi.
Ecco perchè non abbiamo una democrazia che 'funziona'.
E non perchè ci sono due Camere, o perchè la legge elettorale è sballata, o perchè la Costituzione sia la più bella o la peggiore del mondo.





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