Insomma, prendere la laurea, trovare
un lavoro, sposare Erika, diventare con la benedizione di tutti una
coppia ben assortita, fare un paio di bambini, mandarli alla scuola
elementare di Dennenchofu che conosciamo come le nostre tasche, la
domenica andare tutti insieme a divertirci sulle rive del fiume Tana,
e obladì obladà...certo non si può dire che sarebbe uno schifo di
esistenza. Eppure, non so, ho il dubbio che passare una vita così
-una vita facile, piacevole, senza intoppi- non sia proprio il
massimo.
Cioè, il problema sarebbe questo ?
Passare una vita facile e senza intoppi ? E' questo che vuoi dire ?
Sì, più o meno.
Di nuovo non capivo: quali problemi
avrebbe comportato una vita del genere ? Ma per evitare che il
discorso andasse per le lunghe, evitai di approfondire.
Ma quando cerco di rievocare i miei
vent'anni, l'unica cosa che mi torni in mente è la mia sconfinata
solitudine. Non avevo un amore che mi scaldasse il corpo e il cuore,
né un amico cui poter confidare senza remore i miei sentimenti. Non
sapevo cosa fare delle mie giornate, non riuscivo a immaginare il mio
futuro. Me ne stavo quasi sempre chiuso in me stesso, al punto da non
parlare con nessuno anche per una settimana intera. Ho vissuto così
per un anno. Un anno lunghissimo. Quel periodo è stato per me un
duro inverno, ma non saprei giudicare se abbia formato dentro di me
anelli preziosi. Era come se a quell'epoca anch'io ogni sera vedessi,
al di là di un oblò, una luna di ghiaccio...
(Yesterday)
Separarsi dalle sue amanti era un
evento periodico. La maggior parte delle donne fidanzate, a un certo
punto gli dicevano: 'Sono desolata, ma non mi sarà più possibile
vederci. Fra poco mi sposo.'... Di solito, Tokai accoglieva quegli
annunci con un sorriso tranquillo in cui metteva una giusta dose di
tristezza. Come a dire che era davvero desolato, ma si doveva
rassegnare. L'istituzione del matrimonio non faceva per lui, però
era sacra. Andava rispettata.
Quelle ragazze gli avevano dato dei
momenti meravigliosi, gli avevano dedicato...un periodo prezioso
della loro vita. Era un motivo sufficiente per essere a loro grato.
Cos'altro poteva desiderare, lui ?
Tuttavia, circa un terzo delle sue
amanti che convolavano a giuste e liete nozze, passati alcuni anni,
un bel giorno gli telefonavano...E tornavano a stringere con lui un
piacevole legame che non aveva nulla di sacro...
I restanti due terzi... non lo
cercavano più. Probabilmente conducevano una vita matrimoniale
serena e soddisfacente. Erano diventate ottime padrone di casa, e
avevano messo al mondo dei bambini. I loro splendidi seni che un
tempo lui aveva accarezzato, adesso forse allattavano dei neonati.
Contente loro, contenti tutti.
(Organo indipendente)
Il sesso con Shahrazad non si poteva
certo dire che fosse appassionato, ma nemmeno una cosa soltanto
tecnica...L'atto sessuale e le storie che lei gli raccontava
formavano una cosa sola: sesso e storie erano legati al punto che non
riusciva più a separarli. Isolare l'uno o l'altro elemento gli era
semplicemente impossibile. Essere coinvolto in modo così profondo,
diciamo pure essere legato mani e piedi, a una donna di cui non era
innamorato, per la quale non nutriva una particolare passione, era
una condizione per lui del tutto nuova che lo confondeva un po'...
(Shahrazad)
I rami del salice continuavano a
oscillare alla brezza della prima estate. In una piccola stanza in
fondo all'anima di Kino, qualcuno tendeva una mano verso la sua e
cercava di posarvela sopra. Sempre a occhi chiusi, lui la sentiva
calda e morbida...Era qualcosa che aveva a lungo dimenticato.
Per tanto tempo ne era stato
separato. Sì, sono stato ferito, e molto profondamente, disse Kino
rivolto a se stesso. E così le lacrime arrivarono. In quella piccola
stanza buia. Nel frattempo la pioggia continuava a bagnare il mondo
senza fermarsi.
(Kino)
Non potendo sopportare oltre quel
dolore, Samsa puntò i gomiti contro il materasso e a poco a poco si
tirò su...Quanto tempo era rimasto sdraiato su quel letto ? Ogni
parte del suo corpo, di fronte alla necessità di alzarsi, di
cambiare posizione, alzava grida di protesta...
Samsa riuscì a mettersi seduto sul
letto. Quant'era brutto! Guardando il suo corpo nudo, toccando le
parti che non vedeva, non potè fare a meno di trovarsi orrendo. E,
come se non bastasse, era sprovvisto di qualunque mezzo di difesa...
Sono davvero io questo qui ?, non
potè fare a meno di chiedersi Samsa. Dovrei sopravvivere con questo
corpo così irrazionale, assurdo, così vulnerabile ? Perchè non
sono diventato un pesce ? Perchè non sono diventato un girasole ? Un
pesce o un girasole avrebbero avuto un senso. Più senso di Gregor
Samsa, perlomeno.
(Samsa innamorato)
dai racconti di Uomini senza donne,
Haruki Murakami, 2015)
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