giovedì 24 settembre 2015

fichi secchi

Non parlo spesso dell'Università, del mio cosiddetto ambiente di lavoro.
Se devo trattare di tristi argomenti preferisco riferirmi a cose più serie, a me o al grande mondo.
Per il resto, fare il morto.

Ma la discussione di ieri mattina, al Consiglio di Dipartimento, merita un commento.
Abbiamo dibattuto, infatti, per due ore, dei criteri per la distribuzione dei fondi per la ricerca, che quest'anno si chiamano PRID (non chiedetemi cosa voglia dire).
Una roba delle dimensioni di una bazzeccola, alla fine: mille o duemila euro a testa all'anno.
In una situazione generale che vede il nostro Ateneo perdere milioni di euro (6 nel 2014, 10 quest'anno) di finanziamento ordinario, tanto da dover ricorrere sempre più alle risorse della Fondazione Banco di Sardegna, baraccone politico-finanziario che ci eroga da quest'anno -ad esempio- anche i fondi PRID.
In una appassionata discussione per cercare di valutare la diversa qualità delle pubblicazioni e dei progetti, al fine di valutarne i meriti e differenziare così i relativi emolumenti da destinare ai singoli ricercatori, sono emersi ragionamenti puramente quantitativi: quanti sono stati i prodotti del ricercatore negli ultimi 4 anni, in quante pagine consisteva ogni pubblicazione, se la casa editrice fosse piccola o grossa, e su scala locale, nazionale o internazionale; quanti soldi avesse portato al dipartimento il progetto x o y.
Più si discuteva inutilmente (peraltro una querelle che va avanti da anni) e più ci si rendeva conto di due cose: che stabilire dei criteri validi -non opinabili e non discrezionali- era impossibile; e che ci si basava soltanto sulla quantità per valutare una presunta qualità e per definire la quantità dei fondi da destinare alla presunta qualità (cioè, in effetti, quantità).
Insomma, un vero delirio, che testimonia del grado di smarrimento in cui versa l'Università italiana, e non solo.
Non ci si può lamentare se poi gli studenti si lamentano per un libro da studiare in più, o se non c'è un rapporto equilibrato tra crediti e numero delle pagine di un esame.

Mi sono alzato solo per ricordare ancora una volta che Socrate, Buddha e Cristo non hanno mai scritto né pubblicato alcunchè.
E che Einstein ha scritto la prima stesura della teoria della relatività ristretta (appunto!) in poche paginette.
E che alcune opere fondamentali della storia dell'umanità sono state inizialmente pubblicate a spese dell'autore, in case editrici sconosciute, o non sono state neppure edite mentre l'autore era in vita.
Nessuno di loro avrebbe ricevuto i fondi PRID, se fosse stato valutato dall'Anvur o dal Cineca.
Forse qualcuno di loro si sarebbe perso tra pin e codici ORCID e VQR, piattaforme Floss Ar, Iris e via andare...

Quanto vuoto dietro a tutto questo, quanta stupidità, quanto inutile blaterare.
Il carrozzone va avanti da sé, per inerzia e codardia, con la mediocrità e il disdoro tipica di quest'epoca triste.



2 commenti:

  1. ahahahah.....mi sembra di vederti che ti alzi x ricordare che....
    MITICO EULI...GENIALE...come sempre...

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  2. immagino la scena. non è che puoi fare un salto a Torino per dirlo in Consiglio anche qui?

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