martedì 15 settembre 2015

nulla di fatto, fatto da nulla

Ennesimo nulla di fatto all'ennesima riunione di quel che resta di un'Unione Europea fatta di nulla.
Anzi, fatta di Stati, che sono fatti di soldi.
Stati che non controllano il clima, le mafie, la finanza.
Ma che fanno le guerre, producono disastri e controllano noi e  i poveri.
Stati che, mentre dicono che cambieranno gli accordi di Dublino, di fatto cambiano quelli di Schengen.
L'Ungheria fa da avanguardia sfacciata, reinnalzando muri e proclamando lo stato di emergenza, militarizzando di fatto la frontiera e aprendo la strada per interventi feroci verso i profughi.
Ma, come tutte le violenze scoperte, questa appare meno pericolosa di quella coperta, che alterna pronunciamenti d'apertura alla discrezionale chiusura dei valichi, come stanno facendo ora Germania, Austria, Olanda...
Promettono di accogliere 500.000 persone un giorno, poi davanti all'afflusso di 20.000 disperati al giorno non sanno più che cosa fare e si tirano indietro.
In modo tale che non sai più cosa dire o pensare, se hai davanti dei santi o dei criminali, degli umanisti o dei nazisti.
E soprattutto, al di là delle nostre masturbazioni intellettuali in poltrona, insistono a prolungare il delirante esodo di migliaia di persone, già duramente provate e punite dall'esistenza, ben prima di essere tartassate e torturate da noi.

Decine di profughi, poi, continuano a morire ogni giorno in mare.
L'assuefazione cresce, e non sentiamo quasi più nulla, in coscienza.
Guardo quei paesetti dell'Appennino o della Liguria che ogni anno ormai attendono l'alluvione, e spalano, e dicono che è assurdo, e dicono che non hanno mai visto nulla di simile, e si aggirano tra case devastate, trombe d'aria e fiumi amici, ora divenuti nemici e cattivi.
O le nostre città, che mettono argini alla potenza del cosmo, invano.
Invano, come fare muro contro i poveri e i disperati.
Loro resteranno schiacciati dal nostro denaro, nel tentativo di acchiapparne le briciole.
Noi, finiremo sepolti dalle macerie crollate dei nostri stessi, spessi e fessi muri.






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