Ogni cosa del mondo era in bilico, puro rischio, e chi
non accettava di rischiare deperiva in un angolo, senza confidenza con la vita.
Capii all'improvviso perchè non avevo avuto Nino, perchè lo aveva avuto Lila.
Non ero capace di affidarmi a sentimenti veri. Non sapevo farmi trascinare
oltre i limiti. Non possedevo quella potenza emotiva che aveva spinto Lila a
fare di tutto per godersi quella giornata e quella nottata. Restavo indietro,
in attesa. Lei invece si prendeva le cose, le voleva davvero, se ne appassionava,
giocava al tutto e niente, e non temeva il disprezzo, lo scherno, gli sputi, le
mazzate. Lei, insomma, s'era meritata Nino perchè riteneva che amarlo
significasse provare ad averlo, non sperare che lui la volesse.
'Ritiene davvero che nulla sia destinato a durare,
nemmeno la poesia ?'
'Così pensa Leopardi'.
'Ne è sicura ?'
'Sì'
'E lei cosa pensa ?'
'Penso che la bellezza sia un inganno'
'Come il giardino leopardiano ?'
Non sapevo niente di giardini leopardiani, ma risposi:
'Sì. Come il mare in un giorno sereno. O come un
tramonto. O come un cielo di notte. E' cipria passata sopra l'orrore. Se la si
toglie, restiamo soli col nostro spavento'.
(Elena Ferrante, Storia del nuovo cognome, in L'amica
geniale, vol.2, 2012)
Non avevamo capito dove stessimo andando quando abbiamo
preso il traghetto per Capri. Era l'inizio di aprile. Una pioggerellina fredda
ammantava la superficie del mare. Avevamo preso la funicolare dal porto e
scoperto di essere gli unici turisti. Siete in anticipo, ci aveva detto l'autista,
con un'alzata di spalle. Le strade profumavano di lavanda e per un bel pezzo
nessuno dei due aveva notato che non c'erano auto. Alloggiavamo in un albergo
economico con il panorama più bello che avessi mai visto. L'acqua era di un blu
struggente. Una scogliera di roccia scura a picco sul mare. Volevo piangere
perchè ero sicura che non mi sarebbe mai più capitato di trovarmi in un posto
del genere.
Partiamo in esplorazione, avevi detto. Lo dicevi sempre
quando cominciavo a fare quella faccia. Avevamo camminato lungo la strada
panoramica fino a quando non eravamo arrivati a una fermata dell'autobus. Lì
avevamo aspettato, mano nella mano, senza parlare. Io stavo pensando a come
sarebbe stato vivere in un posto così bello. La mia testa sarebbe andata a posto
? Era arrivato l'autobus. A bordo lavoravano in tre: uno vendeva i biglietti,
l'altro li ritirava, e il terzo guidava. Ci aveva messo allegria. Eravamo scesi
dall'altra parte dell'isola dove la gente ci guardava ancora più curiosa. In un
supermercato avevo visto un pacchetto di chewing gum che si chiamavano
Brooklyn, e tu me li avevi comprati.
(Jenny Offill, Sembrava una felicità, 2014)
Gente necesaria
RispondiEliminaHay gente que con solo decir una palabra
enciende la ilusión y los rosales,
que con sólo sonreír entre los ojos
nos invita a viajar por otras zonas,
nos hace recorrer toda la magia.
Hay gente,que con solo dar la mano
rompe la soledad, pone la mesa,
sirve el puchero, coloca las guirnaldas.
Que con solo empuñar una guitarra
hace una sinfonía de entrecasa.
Hay gente que con solo abrir la boca
llega hasta todos los límites del alma,
alimenta una flor, inventa sueños,
hace cantar el vino en las tinajas
y se queda después, como si nada.
Y uno se va de novio con la vida
desterrando una muerte solitaria,
pues sabe, que a la vuelta de la esquina,
hay gente que es así, tan necesaria.
C'è' gente che col solo pronunciare una parola,
accende l'illusione e le campane,
che col solo sorriso tra gli occhi
ci fa viaggiare in mondi mai sognati,
ci invita a ricostruire la magia.
C'è' gente che con la sola stretta di mano
spacca solitudini, convoca a tavola,
versa la pasta, colloca ghirlande.
che col solo impugnare una chitarra
compone sinfonie con odore di casa.
C'è' gente che col solo aprire bocca
raggiunge le frontiere di ogni anima,
allatta i fiori, ti riscalda i sogni,
fa canticchiare il vino nei boccali
e rimane poi cosi', come se niente fosse.
E uno si fidanza allora con la vita,
esiliando una morte solitaria,
perché sa che in ogni canto della strada,
esiste questa gente necessaria.
Hamlet Lima Quintana