Primo giorno
d'autunno, dicono gli astri.
Tsipras rivince le
elezioni.
Nel senso che
governerà con ANEL, destra nazionalista, per realizzare il programma
imposto dalla troika, dopo aver barato ad un referendum, dilaniato
Syriza ed aver portato all'astensione metà degli elettori greci.
Qualcuno, anche qui
da noi, lo prenderà ad esempio e parlerà ancora di Possibile.
Contento lui, di
sinistra tutti.
Bergoglio e Castro
si incontrano a Cuba, dopo che il primo ha fatto l'ennesima messa
oceanica circondato dalle immagini di Josè Martì e del Che.
Due vecchietti, uno
in auge ed uno in crisi nera, che parlottano sulle scale della
storia.
Sconfitti entrambi
dal liberismo economico, vivono pateticamente l'autunno di una chiesa
che -al di là degli inviti papali- resta fatta di curia e
borghesissimi fedeli; e di un regime che, fallito nei suoi intenti,
si sta per gettare anch'esso nelle accoglienti braccia dello zio Sam.
Sulle dittature
comuniste e sull'oscurantismo cattolico si è già detto e scritto a
sufficienza.
L'ultimo film di
Bellocchio (Sangue su sangue, veramente fantastico,
real-allucinatorio, in una Bobbio tinta alla Tiepolo o El Greco) ci
racconta la barbarie del nostro mondo,la raffronta a quella del Santo
uffizio, e quasi ci fa sorridere per l'ingenuità degli inquisitori di
allora.
Francesi e Inglesi
insistono perchè l'ONU si sputtani ancora una volta con una
coalizione di guerra internazionale sotto la sua egida, questa volta
contro l'Isis.
L'Europa e gli Usa
non si rassegneranno facilmente al loro autunno.
Proseguiranno a
bombardare e ad uccidere, tentando di salvare se stessi.
A produrre
devastazione, fame, morte,. E profughi, a bizzeffe.
E' già accaduto in
Afghanistan ed Iraq, in Libia e Siria.
Per non parlare, in
tempi meno recenti, di Somalia, Eritrea e Jugoslavia.
Ma sappiamo di
partire già sconfitti, come è stato con Al Qaeda.
Possiamo anche
sterminarli tutti, far andare i loro eserciti in rotta, vincere le
guerre in cielo e in terra. Ma abbiamo già perso, qualunque cosa
accada, come in un ferale doppio vincolo.
E' ormai troppo
tardi per smettere e cambiare strada, i nemici sono troppi ormai e
troppo aggressivi, anch'essi conoscono soltanto il linguaggio delle
armi.
Ma -andando avanti
con muri e guerre, tornando ancora una volta sull'unica strada che
pur ben conosciamo- siamo comunque perduti.
Non lasciamoci
abbindolare dalla calma apparente, dalla normalità del vivere
quotidiano.
Gli uomini e le
donne hanno sempre provato a vivere così, sino all'ultimo istante,
prima di trovarsi nel terrore assoluto, nella distruzione insensata,
nella violenza eclatante e nell'orrore.
Come per la
catastrofe, la guerra è già in corso, ma a rate, e questo facilita i
nostri infantili automatismi di rimozione.
Ma quando ce le
troveremo davanti, ruggenti, inguardabili e innegabili, sarà troppo
tardi.
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