Che fare dunque ? Darle ancora una
volta ragione ? Accettare che essere adulti è smettere di mostrarsi,
è imparare a nascondersi fino a svanire ?
Ma lui fu la vera sorpresa della
serata. Fece discorsi sulla fine imminente di una stagione che era
stata oggettivamente -usò l'avverbio con sarcasmo- rivoluzionaria,
ma che adesso, disse, tramontando, si stava portando via tutte le
categorie che erano servite da bussola.
'Non mi pare, obiettai, ma solo per
provocarlo, in Italia la situazione è molto vivace e combattiva'.
'Non ti pare perchè sei contenta di
te'.
'Tutt'altro, sono depressa'.
'I depressi non scrivono libri. Li
scrivono le persone contente, che viaggiano, sono innamorate, e
parlano e parlano nella convinzione che le parole vadano sempre in un
modo o nell'altro al posto giusto'.
'Non è così ?'
'No, le parole vanno raramente al
posto giusto, e solo per un tempo brevissimo. Per il resto servono a
parlare a vanvera, come adesso. O a fingere che sia tutto sotto
controllo.'
'Fingere ? Tu che hai sempre tenuto
tutto sotto controllo, fingevi ?'
'Perchè no ? E' fisiologico fingere
un poco. Noi che volevamo fare la rivoluzione siamo stati quelli che
anche in mezzo al caos si inventavano sempre un ordine e facevano
finta di sapere esattamente come stavano andando le cose.'
'Ti stai autodenunciando ?'
'Ma sì. Buona grammatica, buona
sintassi. Una spiegazione pronta per tutto. E tanta arte della
consequenzialità: questo deriva da questo e porta necessariamente a
questo. Il gioco è fatto.'
'Non va più bene ?'
'Oh, va benissimo. E' così
confortevole non smarrirsi mai davanti a niente. Nessuna piaga che si
infetti, nessuna ferita che non abbia i suoi punti di sutura, nessuna
stanza buia che ti faccia paura. Solo che a un certo punto il trucco
non funziona più'.
'Cioè ?'
'Blablabla, Lena, blablabla. Dalle
parole il significato se ne sta andando'...
Da lì diventò più semplice
riflettere su Napoli, scriverne e farne scrivere con lucidità,.
Amavo la mia città, ma mi strappai
dal petto ogni sua difesa d'ufficio. Mi convinsi anzi che lo
sconforto in cui finiva presto o tardi l'amore fosse una lente per
guardare l'intero Occidente.
Napoli era la grande metropoli
europea dove con maggior chiarezza la fiducia nelle tecniche, nella
scienza, nello sviluppo economico, nella bontà della natura, nella
storia che porta necessariamente verso il meglio, nella democrazia,
si era rivelata con largo anticipo del tutto priva di fondamento.
Essere nati in questa città...serve
a una sola cosa: sapere da sempre, quasi per istinto, ciò che oggi
tra mille distinguo cominciano a sostenere tutti: il sogno di
progresso senza limiti è in realtà un incubo pieno di ferocia e di
morte.
(da Storia della
bambina perduta, ultimo volume de 'L'amica geniale' di Elena
Ferrante)
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