mercoledì 2 settembre 2015

ma chi se ne import-(export) e di varie deportazioni



Non è colpa nostra se c'è la guerra nei loro paesi e scappano...'.
Merkel dixit. Ma ha torto, e mente: è colpa nostra, eccome.
Siamo noi a portare la guerra nella loro vita (e nella nostra).
Ed anche quando sono loro a combattere tra loro, le armi sono nostre.
Noi le abbiamo prodotte e vendute, noi abbiamo lavorato e ci siamo arricchiti sulla loro pelle.

'La distruzione di Palmira è un crimine di guerra, un crimine contro l'umanità. Andranno processati...'.
Unesco dixit. Ma non mi risulta che ci siano stati processi per chi ha bombardato Dresda o Hiroshima.E mentre a Palmira, tra le rovine, sono state uccisi solo gli spiriti dei babilonesi defunti da tempo, nelle nostre guerre mondiali -oltre ai monumenti- abbiamo fatto fuori migliaia di 'nemici'.
Eppure, dopo Norimberga e Gerusalemme, nessun giudice ha emesso condanne.

'E' necessario registrarli all'arrivo, e distinguere chiaramente tra migranti economici e chi ha diritto all'asilo politico...'
Unione Europea dixit. I ricchi, gli agiati, i benestanti -che non sopportano disoccupazione e fame neppure per un giorno- si dedicano al lavoro degli azzeccagarbugli. La verità è che a gran maggioranza di chi vive oggi nella merda laggiù non ha neppure i soldi per muoversi e trovar posto su un barcone o su un treno. Quelli neanche si muovono, a milioni, e restano nelle loro terre a vivacchiare e a morire (a migliaia, ogni santo giorno, ma non sotto i nostri delicatissimi occhi).
Noi siamo costretti a vedere la sorte, sempre grama e spesso tragica, solo di quelli che riescono a trovare i soldi e la forza per partire, magari a piedi, e a camminare per mesi o anche anni.
Qualche centinaio di migliaia di persone soltanto arriva da noi, un'esiguissima minoranza; a milioni invece si rifugiano nei campi di frontiera, ospitati da paesi che stanno certo peggio di noi.
La chiamiamo 'emergenza' perchè continuiamo a far finta di non capire quel che abbiamo combinato e quel che sta accadendo.
Continuiamo a cavillare sui nomi e a stupirci di un esodo che non si ferma.
Meritiamo tutto quello che ci arriverà addosso.

'I colpevoli sono gli scafisti e quelli che gestiscono la tratta. Vanno arrestati e condannati....'.
Iustitia dixit. Ma non sarebbe meglio legalizzare i passaggi, gestirli noi con le nostre navi, far pagare un biglietto decente, accoglierli in modo civile ?
Se noi non facciamo questo, lo faranno gli scafisti. Siamo noi a creare il mercato clandestino e illegale, come già avremmo dovuto imparare dal traffico di droga.
La colpa non è di chi ne approfitta, la colpa è di chi potrebbe fare diversamente ma non lo fa.
I carnefici degli immigrati siamo noi, ma li facciamo maltrattare ed ammazzare da altri.
Gli scafisti lavorano per noi, fanno le nostre veci. E ci lamentiamo anche...!

Per inciso, e in breve: gli insegnanti precari oggi sapranno di che morte devono morire, e in quale sede dovranno stabilizzarsi. L'hanno chiamata 'deportazione'.
Si potevano trovare altre soluzioni, è vero. Lo stato se ne frega delle persone e degli affetti, si sa.
La burocrazia va avanti, come un Moloch senza cuore.
Ma le deportazioni sono un'altra cosa.
C'è ancora qualche differenza tra un insegnante che va in ruolo, anche se a mille km da dove è nato, e gli immigrati che vivono nei CIE o stanno buttati alla stazione di Budapest, o i bambini siriani che procedono sui binari, con i piedi e il cuore a pezzi. Se saranno fortunati, troveranno un insegnante ad aspettarli in una qualche scuola dell'Impero...
Se no, arriveranno in Germania o in Svezia, per vendersi al miglior peggior acquirente.

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