Non è colpa nostra se c'è la guerra nei loro paesi e
scappano...'.
Merkel dixit. Ma ha torto, e mente: è colpa nostra, eccome.
Siamo noi a portare la guerra nella loro vita (e nella
nostra).
Ed anche quando sono loro a combattere tra loro, le armi
sono nostre.
Noi le abbiamo prodotte e vendute, noi abbiamo lavorato e ci
siamo arricchiti sulla loro pelle.
'La distruzione di Palmira è un crimine di guerra, un
crimine contro l'umanità. Andranno processati...'.
Unesco dixit. Ma non mi risulta che ci siano stati processi
per chi ha bombardato Dresda o Hiroshima.E mentre a Palmira, tra le rovine,
sono state uccisi solo gli spiriti dei babilonesi defunti da tempo, nelle
nostre guerre mondiali -oltre ai monumenti- abbiamo fatto fuori migliaia di
'nemici'.
Eppure, dopo Norimberga e Gerusalemme, nessun giudice ha
emesso condanne.
'E' necessario registrarli all'arrivo, e distinguere
chiaramente tra migranti economici e chi ha diritto all'asilo politico...'
Unione Europea dixit. I ricchi, gli agiati, i benestanti -che
non sopportano disoccupazione e fame neppure per un giorno- si dedicano al
lavoro degli azzeccagarbugli. La verità è che a gran maggioranza di chi vive
oggi nella merda laggiù non ha neppure i soldi per muoversi e trovar posto su
un barcone o su un treno. Quelli neanche si muovono, a milioni, e restano nelle
loro terre a vivacchiare e a morire (a migliaia, ogni santo giorno, ma non
sotto i nostri delicatissimi occhi).
Noi siamo costretti a vedere la sorte, sempre grama e spesso
tragica, solo di quelli che riescono a trovare i soldi e la forza per partire,
magari a piedi, e a camminare per mesi o anche anni.
Qualche centinaio di migliaia di persone soltanto arriva da
noi, un'esiguissima minoranza; a milioni invece si rifugiano nei campi di
frontiera, ospitati da paesi che stanno certo peggio di noi.
La chiamiamo 'emergenza' perchè continuiamo a far finta di
non capire quel che abbiamo combinato e quel che sta accadendo.
Continuiamo a cavillare sui nomi e a stupirci di un esodo
che non si ferma.
Meritiamo tutto quello che ci arriverà addosso.
'I colpevoli sono gli scafisti e quelli che gestiscono la
tratta. Vanno arrestati e condannati....'.
Iustitia dixit. Ma non sarebbe meglio legalizzare i
passaggi, gestirli noi con le nostre navi, far pagare un biglietto decente,
accoglierli in modo civile ?
Se noi non facciamo questo, lo faranno gli scafisti. Siamo
noi a creare il mercato clandestino e illegale, come già avremmo dovuto
imparare dal traffico di droga.
La colpa non è di chi ne approfitta, la colpa è di chi
potrebbe fare diversamente ma non lo fa.
I carnefici degli immigrati siamo noi, ma li facciamo
maltrattare ed ammazzare da altri.
Gli scafisti lavorano per noi, fanno le nostre veci. E ci
lamentiamo anche...!
Per inciso, e in breve: gli insegnanti precari oggi sapranno
di che morte devono morire, e in quale sede dovranno stabilizzarsi. L'hanno
chiamata 'deportazione'.
Si potevano trovare altre soluzioni, è vero. Lo stato se ne
frega delle persone e degli affetti, si sa.
La burocrazia va avanti, come un Moloch senza cuore.
Ma le deportazioni sono un'altra cosa.
C'è ancora qualche differenza tra un insegnante che va in
ruolo, anche se a mille km da dove è nato, e gli immigrati che vivono nei CIE o
stanno buttati alla stazione di Budapest, o i bambini siriani che procedono sui
binari, con i piedi e il cuore a pezzi. Se saranno fortunati, troveranno un
insegnante ad aspettarli in una qualche scuola dell'Impero...
Se no, arriveranno in Germania
o in Svezia, per vendersi al miglior peggior acquirente.
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