La
pagliacciata di Expo chiude.
Più
di 20 milioni di coglioni sono andati a pagare, a fare code
interminabili, a visitare fiere e ristoranti, a farti triturare dai
caddozzoni di ogni dove, ad automanipolarsi da sé.
A far
finta di girare il mondo in 8 ore, a far finta di nutrire il pianeta,
a far finta di voler bene a tutta l'umanità, alle sue mille culture
e facce, ai suoi cibi.
Ho
visto anche tante persone che conosco andarci, con una scusa o
l'altra.
D'altra
parte, anche io ogni tanto vado ancora allo stadio, e so cosa sia
diventato il calcio.
Ma
all'Expo non si doveva andare, ne sono certo.
Ora si
parla di successo, di esempio per il mondo.
Ora si
dice che Milano è la capitale morale d'Italia.
Incredibile.
Anche
a Roma si chiude, e sto parlando della giunta Marino.
L'
ennesima telenovela PD giunge al termine.
Prima
fanno fare le primarie, le vince un candidato outsider e fanno buon
viso a cattivo gioco.
Poi
fanno di tutto per boicottarlo mentre governa.
Poi,
quando a quello resta solo l'onestà, gli tirano fuori gli scontrini.
Insomma,
la solita macchina del fango ben orchestrata.
Quando
Renzi decide se ne frega di parlamenti e parlamentini.
Tutto
avviene a casa sua, come ai bei tempi di Arcore.
E' da
sempre il metodo dei capi, e va bene a tutti, in fondo.
Anche
l'Europa si chiude, e chiude l'Unione Europea.
Alla
fine si scopre che la spartizione tra gli stati di quella carne da
macello che chiamiamo 'migranti' si limita a poche migliaia di
persone, su milioni che scappano e scapperanno.
Alla
fine si scopre che, anche tra quelle che vengono temporaneamente
ammassate nei lager di stato, soltanto una piccolissima percentuale
avrà lo status di rifugiato ed otterrà asilo.
Gli
altri saranno espulsi o costretti alla clandestinità, come sempre.
Si
spera nel cattivo tempo, nel mare cattivo, per ridurre gli esodi.
Ma la
disperazione resta, le guerre divampano, e non se ne esce.
Anche
io ho chiuso, col passato.
Ieri
mi hanno invitato al corteo antimilitarista in città e non mi è
passato neanche lontanamente per la testa di andare a qualcosa che,
qualche anno fa, avrei organizzato in prima fila.
E
quando ho visto le solite facce in tv, quei professionisti delle pace
sempre in piedi, che stanno lì per lavoro o per cattiva coscienza,
ho provato tristezza e nausea per loro e per noi.
Anche
io mi chiudo, sempre di più, nel presente.
Ed il
futuro è senza porte, senza luce, e senza occhi.
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