A gennaio si era ancora in vena di manifestazioni
orgogliose, tutti a scendere in piazza, con penne e calamaio, guidati dai
nostri finto-fieri governanti, per protestare contro l'attentato a Charlie
Hebdo.
Vedo che oggi, grazie al cielo, almeno questo non c'è.
Si va rassegnati e dimessi a mettere una candelina o un
fiorellino, a cantare Imagine, individualmente, e in pochi.
Forse qualcuna delle 4 milioni di persone del corteo di
gennaio sperava davvero che i terroristi avrebbero smesso, colpiti da tanta
potenza e dignità civile ?
No, non credo che neppure loro ci credessero.
L'ottusità dei salmoni non arriva a tanto.
Proseguono a solidarizzare con se stessi, però, anche perchè
nessun altro nel mondo lo può fare sinceramente. Gran parte del mondo, non solo
arabo, ci odia e con ragione.
Molti sono stati i festeggiamenti clandestini nelle
banlieuses o in molte case d'Europa e del mondo, alla notizia dei kalashnikov
in azione con successo tra le strade e i boulevards.
Qualcosa è cambiato, pare, quindi.
Stiamo rassegnando le dimissioni, stiamo accettando di
vivere così, come ostaggi permanenti sotto attacco. E sarebbe un bene,
rinunciare alle false speranze.
Ma i dibattiti di queste ore invece sono sempre gli stessi
di sempre: non abbiamo paura e non dobbiamo mostrarla, trionferemo contro
l'insensatezza, l'inumanità e la barbarie.
Come ? Con le uccisioni dei loro capi e simboli, con le
guerre in casa loro, con la propaganda e i droni, con i doppi giochi e le
alleanze truccate, con i soldi e i ricatti economici, con lo stato d'emergenza
e la militarizzazione delle nostre vite.
E magari cantando la Marsigliese, tanto per tirarsi su (peraltro, un
inno violento, cruento e razzista).
No, i governi, i poteri dominanti non si rassegnano.
Ripetono stancamente i loro tristi rituali, assoldando in tv
intellettuali e pennivendoli da strapazzo (emblematica e rivoltante la sequenza
da Fazio, sabato sera), in questo misto di compassione inerme e aggressività
senza ritorno, prepotenza e presunzione sui valori dell'Occidente.
Ma cosa abbiamo fatto noi per meritarci tutto questo,
continuano a ripetere ipocriti ? Tutto, sarebbe la risposta onesta.
E soprattutto, infatti, quel che colpisce è proprio quel
falso stupore, che resta lì e che dovrebbe salvarci.
Quel chiedere solo a loro 'perchè lo fate?', come se non lo
sapessimo e come se non c'entrassimo.
E come se non potessimo e dovessimo rivolgere la stessa
domanda in primo luogo a noi, dopo tutti i fallimenti di questi anni.
Come se fossimo solo vittime di un gioco che non ci vede
invece principali protagonisti e fomentatori.
Trovo tutto questo assolutamente stucchevole e
pericolosissimo, foriero di morte per noi e
per chi, a sua volta e con i suoi (artigianali) mezzi, ci assalta.
E' e sarà un'escalation senza sbocchi.
Quando anche le nostre città saranno ridotte a vivere come
Baghdad o Beirut, quando le bombe si succederanno quasi quotidianamente, allora
capiremo che la catastrofe e la terza guerra mondiale non sono dei titoli di
libri, ma la realtà che stiamo già vivendo ogni giorno.
Ma è quasi inutile, superfluo, parlarne ancora.
I fatti parlano, e soprattutto parleranno, da soli.
Anche se noi proseguiremo ad andare in ristorante, al
cinema, ai concerti, e allo stadio.
Ma, ad un certo punto, già dentro il tempo delle nostre
vite, ci renderanno-ci renderemo la vita impossibile.
PS: e qualcuno si è ancora salvato 'facendo il morto'... (anche se, viste alcune fesserie che dice alla fine, forse era meglio se l'ammazzavano)
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