mercoledì 18 novembre 2015

RASSEGNARE LE DIMISSIONI





A gennaio si era ancora in vena di manifestazioni orgogliose, tutti a scendere in piazza, con penne e calamaio, guidati dai nostri finto-fieri governanti, per protestare contro l'attentato a Charlie Hebdo.
Vedo che oggi, grazie al cielo, almeno questo non c'è.
Si va rassegnati e dimessi a mettere una candelina o un fiorellino, a cantare Imagine, individualmente, e in pochi.
Forse qualcuna delle 4 milioni di persone del corteo di gennaio sperava davvero che i terroristi avrebbero smesso, colpiti da tanta potenza e dignità civile ?
No, non credo che neppure loro ci credessero.
L'ottusità dei salmoni non arriva a tanto.
Proseguono a solidarizzare con se stessi, però, anche perchè nessun altro nel mondo lo può fare sinceramente. Gran parte del mondo, non solo arabo, ci odia e con ragione.
Molti sono stati i festeggiamenti clandestini nelle banlieuses o in molte case d'Europa e del mondo, alla notizia dei kalashnikov in azione con successo tra le strade e i boulevards.

Qualcosa è cambiato, pare, quindi.
Stiamo rassegnando le dimissioni, stiamo accettando di vivere così, come ostaggi permanenti sotto attacco. E sarebbe un bene, rinunciare alle false speranze.
Ma i dibattiti di queste ore invece sono sempre gli stessi di sempre: non abbiamo paura e non dobbiamo mostrarla, trionferemo contro l'insensatezza, l'inumanità e la barbarie.
Come ? Con le uccisioni dei loro capi e simboli, con le guerre in casa loro, con la propaganda e i droni, con i doppi giochi e le alleanze truccate, con i soldi e i ricatti economici, con lo stato d'emergenza e la militarizzazione delle nostre vite.
E magari cantando la Marsigliese, tanto per tirarsi su (peraltro, un inno violento, cruento e razzista).
No, i governi, i poteri dominanti non si rassegnano.
Ripetono stancamente i loro tristi rituali, assoldando in tv intellettuali e pennivendoli da strapazzo (emblematica e rivoltante la sequenza da Fazio, sabato sera), in questo misto di compassione inerme e aggressività senza ritorno, prepotenza e presunzione sui valori dell'Occidente.
Ma cosa abbiamo fatto noi per meritarci tutto questo, continuano a ripetere ipocriti ? Tutto, sarebbe la risposta onesta.

E soprattutto, infatti, quel che colpisce è proprio quel falso stupore, che resta lì e che dovrebbe salvarci.
Quel chiedere solo a loro 'perchè lo fate?', come se non lo sapessimo e come se non c'entrassimo.
E come se non potessimo e dovessimo rivolgere la stessa domanda in primo luogo a noi, dopo tutti i fallimenti di questi anni.
Come se fossimo solo vittime di un gioco che non ci vede invece principali protagonisti e fomentatori.
Trovo tutto questo assolutamente stucchevole e pericolosissimo, foriero di morte per noi e   per chi, a sua volta e con i suoi (artigianali) mezzi, ci assalta.
E' e sarà un'escalation senza sbocchi.
Quando anche le nostre città saranno ridotte a vivere come Baghdad o Beirut, quando le bombe si succederanno quasi quotidianamente, allora capiremo che la catastrofe e la terza guerra mondiale non sono dei titoli di libri, ma la realtà che stiamo già vivendo ogni giorno.
Ma è quasi inutile, superfluo, parlarne ancora.
I fatti parlano, e soprattutto parleranno, da soli.
Anche se noi proseguiremo ad andare in ristorante, al cinema, ai concerti, e allo stadio.
Ma, ad un certo punto, già dentro il tempo delle nostre vite, ci renderanno-ci renderemo la vita impossibile.


 PS: e qualcuno si è ancora salvato 'facendo il morto'... (anche se, viste alcune fesserie che dice alla fine, forse era meglio se l'ammazzavano)







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