sabato 14 novembre 2015

barricate

L'incapacità di pensare non costituisce una manchevolezza della moltitudine che difetta di capacità cerebrale, ma è una possibilità permanente per chiunque -gli scienziati, gli studiosi, e tutti gli altri specialisti in imprese spirituali...Una vita senza pensiero non è affatto impossibile; in tal caso, però, essa non riesce a sviluppare la propria essenza: non solo è priva di significato; non è completamente viva. Gli uomini che non pensano sono come uomini che camminano nel sonno...
Il pensiero non crea valori; non scopre, una volta per tutte, che cosa sia 'il bene'; non avvalora, ma semmai dissolve le regole accettate di condotta. E non possiede nessuna rilevanza politica, a meno che non insorgano particolari situazioni di emergenza. Che da vivo debba saper convivere con me stesso è considerazione che non sorge in forma politica se non in 'situazioni-limite'.
Questa ultima espressione fu coniata da Jaspers per l'universale, immutabile condizione umana  -non poter vivere senza lotta e dolore; dover assumere inevitabilmente la propria colpa; dover morire -, per indicare l'esperienza di 'qualcosa d'immanente che rinvia già alla trascendenza', e che -se ottiene da noi risposta- ci condurrà a 'divenire l'esistenza che potenzialmente siamo'...
Quando tutti si lasciano trasportare senza riflettere da ciò che tutti credono o fanno, coloro che pensano sono tratti fuori dal loro nascondiglio perchè il loro rifiuto di unirsi alla maggioranza è appariscente, e si converte per ciò stesso in una forma di azione...
La manifestazione del vento del pensiero non è la conoscenza; è l'attitudine a discernere il bene dal male, il bello dal brutto. Il che, forse, nei rari momenti in cui ogni posta è in gioco, è realmente in grado di impedire le catastrofi, almeno per il proprio sé.

(H. Arendt, La vita della mente, 1971)

I parigini si barricano nelle loro case, come topi, in attesa di nuovi ordini dall'alto.
Molta acqua è trascorsa dalle barricate dei sanculotti, dei comunardi, dei rivoluzionari.
Libertè, Egalitè, Fraternitè: di chi verso chi ? E contro chi ?
La guerra scala ancora di grado, investe la nostra vita da falsi innocenti (che significa solo 'menefreghisti che credo ancora di sfangarsela'), attacca i luoghi in cui mangiamo, ascoltiamo musica, ci divertiamo, tifiamo i nostri divi ed eroi di pastafrolla.
Ci colpiscono, indiscriminatamente. Incontrollatamente.
E reagiremo con la guerra, creando altro odio, come sempre.

I terroristi ammazzano i resti della nostra vita 'civile'.
Come noi la distruggiamo ai nostri creditori.

Amen.

1 commento:

  1. Gli opposti sono gli “elementi chimici” del paradosso, necessari per la reazione della sintesi. Simboleggiano due parti di una sola coscienza, distanti e contemporanei tra loro quanto può esserlo per esempio il: “maschile/femminile”, il “luce/buio”, il “vittima/carnefice”, il “creazione/distruzione”, etc. Ri-unendosi, ri-producono la stessa energia che la medesima coscienza ha utilizzato per “separare”.
    Il “gioco” della creazione è tutto qui; ed è un gioco il cui solo scopo è riconoscere la consapevolezza di Esistere.

    "Loro e noi" abbiamo la stessa consapevolezza, ed è per questo che ognuna delle parti si manifesta come può.

    Ognuna delle vittime è nostro fratello, ma anche ognuno dei carnefici lo è; e sarebbe molto comodo assolvere o condannare alcuno, ma non è la strada che finora si è mostrata più produttiva negli ultimi 30000 anni di storia dell'umanità.

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