Un abitante di Raqqa, dopo aver subito
la dittatura di Assad col beneplacito e l'appoggio di russi e
francesi, si è visto occupare la città e la vita dai fanatici
dell'Isis.
Lui non è un integralista islamico
antioccidentale e vorrebbe ritornare almeno alla situazione
precedente, visto che è difficile sperare di meglio.
Ha partecipato alle prime lotte
popolari e non armate contro il dittatore, ma ha capito subito che
nessuno -da fuori- li avrebbe sostenuti.
A chi vende armi la nonviolenza non
interessa, non gli fa comodo.
Ora è bombardato dal cielo, ogni
giorno, da russi e francesi.
Non scendono a terra, perchè hanno
paura di morire.
Allora bombardano dall'alto, senza
rischiare quasi nulla.
Ma ammazzano molti abitanti di Raqqa,
centinaia al giorno, mentre colpiscono le basi dell'Isis.
Gli abitanti di Raqqa non possono
andare allo stadio o al Bataclan.
Quindi vengono uccisi in casa, visto
che da tempo non possono neppure uscire da lì.
E' arrivato a pensare che i cittadini
russi e francesi pagano i loro soldati per uccidere e morire.
E uccidere uccidono, ma quanto a morire
preferiscono far morire gli abitanti di Raqqa.
A caso, solo perchè qualche militante
dell'Isis si è attendato nelle vicinanze.
Non credo che un abitante di Raqqa, pur
non volendo l'Isis, possa apprezzare quelli che li bombardano e li
ammazzano per liberarli.
Credo che, se fossi di Raqqa, odierei
francesi, russi e occidentali.
Credo che, se potessi, li sgozzerei.
Credo che tiferei per chi ci riesce.
Un giovane arabo che vive nei ghetti
fuori Parigi o Londra è un cittadino europeo.
Magari non proprio veramente e non
proprio del tutto.
L'Occidente l'ha sedotto e tradito.
Gli ha promesso soldi e consumi, gli ha
detto che aveva gli stessi diritti degli altri, gli ha parlato di
valori e fratellanza globale e libertà. Ma qualcosa, si vede, non è
andato.
E già per questo non è proprio di
buon umore.
Quando vede grandi magazzini in festa
gli vien voglia di rubare, quando vede insegnanti volenterosi scappa
da scuola, quando vede poliziotti gli prudono le mani.
Ora per di più il suo stato bombarda
le sue terre natie e i suoi fratelli nella fede.
Questo gli crea dei problemi ulteriori:
deve far finta di essere solidale con i francesi, altrimenti perde
anche quel poco che ha, ma non può tradire le sue origini e la sua
causa.
Credo che, se fossi di Saint Denis,
odierei i francesi.
Credo che, se potessi, li prenderei in
ostaggio e li fucilerei uno ad uno.
Credo che starei con chi lo fa.
Prendiamo ora un cittadino veneto preso
per il culo dal proprio governo ogni giorno, e che ogni giorno perde
il lavoro o non lo trova, che ha sempre meno soldi (sono i suoi
valori, che ci possiamo fare?), che va a votare ma non conta nulla,
che vede i ricchi diventare sempre più ricchi, e che non ha il
coraggio o la voglia di opporsi a tutto questo, perchè pensa che
tanto sarebbe inutile. Inizia a boicottare di nascosto: non va più
neppure a votare, fa lavoro nero, evade le tasse.
Non ha più uno straccio di fiducia in
nulla e sente che i suoi lo stanno fregando.
Tanto, lo sa, ognuno fa solo i cazzacci
suoi.
Vive così, nella diffidenza, ma
vorrebbe uno stato affidabile.
Vede tanti negri in giro e incomincia a
credere che siano loro la causa di tutti i mali.
Sente di furti, rapine, case violate,
stupri e disordini.
Ora vede anche stragi in tv, e gli
dicono che potrebbero arrivare anche qui.
Credo che, se fossi di Treviso, odierei
i negri e gli arabi.
Credo che, se qualcuno li espellesse o
li torturasse, sarei con lui.
Credo che riprenderei a votare, e a
votare Lega.
L'affezione alla paura si misura nella capacità di adeguarsi al contesto.
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