venerdì 13 novembre 2015

happy days

Dwight ci riaccompagnò a Seattle il mattino dopo. Quando fu sul ponte che portava fuori dal campo, si fermò per farci vedere i salmoni che saltavano nell'acqua sottostante. Ce ne indicò le sagome scure tra i massi. Erano saliti fin lassù dall'oceano per deporre le uova, disse, e morire. Stavano già morendo. Il passaggio dall'acqua salata a quella dolce ne aveva imputridito le carni. Dai loro corpi si staccavano lunghi brandelli, che fluttuavano nella corrente.

Un giorno, durante una festicciola in palestra. poco dopo l'arrivo di Rhea a Concrete, l'avevo invitata a ballare....Era un lento. Quando mi ero girato per starle di fronte si era lasciata prendere tra le braccia come nessun'altra ragazza aveva mai fatto, schietta e disponibile. Si era avvinghiata a me, premendo contro il mio corpo, docile ad ogni movimento, le gambe contro le mie, la giancia contro la mia, le dita che mi accarezzavano la nuca, Capii che non si era resa conto di chi fossi, doveva essersi trattato soltanto dell'errore di una ragazza nuova. Ma avevo pensato che fosse mio diritto approfittare della cosa. Ci eravamo incontrati nel modo giusto, spontaneamente, senza badare alla casuale differenza di età....
Non ero riuscito a parlare. Avevo continuato a tenerla fra le braccia, a farla ballare respirandole fra i capelli. L'avevo avuta per tre minuti soltanto, poi l'avevo persa per sempre.
Per tutta la serata aveva ballato con ragazzi più grandi di me, a cui non avevo avuto il coraggio di sottrarla. Una settimana dopo si era già messa con Lloyd Sly, un giocatore di pallacanestro con una macchina strafiga. Quando l'avevo incontrata di nuovo, nell'atrio, non mi aveva nemmeno riconosciuto.
Le scrissi lunghe, ampollose lettere che poi distrussi. Pensai ai diversi modi in cui il fato avrebbe potuto restituirmela, per darmi la possibilità di mostrarle chi ero realmente e farla innamorare di me. La maggior parte di queste possibilità implicava ovviamente la morte o almeno gravi mutilazioni per Lloyd Sly.
E quando, come a volte succedeva, una ragazza della mia stessa età mostrava un qualche interesse per me, la trattavo da vero porco. Riaccompagnandola a casa da un ballo o da una partita, mi fermavo con lei a pomiciare sui gradini di casa, poi, il giorno dopo, non ne volevo più sapere.
Ho sempre desiderato solo quello che non potevo avere.

Quando riaprii gli occhi ero ancora disteso di schiena. Sentivo delle voci che mi chiamavano, ma non risposi. Giacevo in mezzo a una distesa di felci, con le foglie luccicanti di gocce di pioggia....Le voci si fecero più vicine, ma io non avevo alcuna intenzione di rispondere. Mi sentivo felice dov'ero. Avvertii un tramestio fra i cespugli poco più in là. Continuavano a chiamare il mio nome. Mi morsi l'interno delle guance per non ridere e lasciarmi scoprire, finchè non se ne andarono...
Mi ero sentito felice, quella sera, mentre mi cercavano, con tutte quelle voci che gridavano il mio nome. Sapevo che non mi avrebbero trovato. Anche dopo che se ne erano andati via, avevo continuato a sorridere nel mio perfetto nascondiglio. Poi, attraverso le felci sopra di me, avevo scorto l'alone della luna nel cielo denso, scuro. Dal fogliame, fredde perle d'acqua mi erano sgocciolate sulla faccia. Le grida della partita che si svolgeva più in alto, gli incitamenti, il calpestio dei piedi sulle tribune mi erano parsi lontani, ovattati. Le avevo ascoltate con divino distacco.


(Tobias Wolff, Un vero bugiardo. Vita di un ragazzo nell'America degli anni '50, 1989)

2 commenti:

  1. Se saprai starmi vicino,

    e potremo essere diversi,

    se il sole illuminerà entrambi

    senza che le nostre ombre si sovrappongano,
    se riusciremo ad essere “noi” in mezzo al mondo
    e insieme al mondo, piangere, ridere, vivere.

    Se ogni giorno sarà scoprire quello che siamo
    e non il ricordo di come eravamo,
    se sapremo darci l’un l’altro
    senza sapere chi sarà il primo e chi l’ultimo
    se il tuo corpo canterà con il mio perchè insieme è gioia…

    Allora sarà amore
    e non sarà stato vano aspettarsi tanto.

    (Se saprai starmi vicino- Pablo Neruda)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. non la conoscevo, grazie.
      se hai voglia di farmi sapere chi sei, mi farà piacere corrispondere sulla mail (diabeulik@libero.it)
      ciao

      Elimina