sabato 16 maggio 2015

testamento extraspirituale

'E così sei vissuto a Parigi per un po' ?'
'Già'.
'E quando ?'...
'Oh, la fine degli anni Sessanta, Sessantasette, Sessantotto, giù di lì...'...
Il punto è che... in effetti ero stato lì per tutto il mese di maggio, vale a dire quando ebbero luogo l'incendio della Bourse, l'occupazione dell'Odèon, le serrate di Billancourt...
Io però non avevo visto niente di niente. A essere sincero, non ricordo nessuno sbuffo di fumo nel cielo. Dove avevano affisso tutti i manifesti ? In ogni caso, non nel mio quartiere...
Luigi XVI (spero possiate perdonare il paragone) se ne andò a caccia il giorno della presa della Bastiglia e al suo rientro, quella sera, annotò sul diario: 'Rien'.
Per giorni e giorni rientravo a casa e scrivevo 'Annick'...
Toni, naturalmente, è alquanto caustico rispetto alla mia esperienza parigina.
'Cazzo, non ti smentisci mai! L'unica volta nella vita in cui ti trovi nel posto giusto al momento giusto, tu cosa fai ? Ti rinchiudi in una mansarda a scoparti una tipa...Se tanto mi dà tanto, durante le schermaglie del '14-'18 te ne stavi a ripararti la bici. E durante la crisi di Suez preparavi l'esame di terza media. (In effetti sì, più o meno...). E durante la guerra di Troia ?
'Sarò stato al cesso'.
(Julian Barnes, Metroland, 1980)

A ripensarci, possiamo riconsiderare alcune dimensioni di questa (mia ?) catastrofe.

1. Il mondo divorato.
Anarchico, extraparlamentare, rivoluzionario.
Tre parolacce, anche allora. Ma mi appartenevano, le sentivo mie, le indossavo con piacere.
Ma se vuoi fare davvero politica, mi dicevano, devi sporcarti le mani (e forse anche il resto, pensavo).
Ed allora, eccomi lì a cercare di mediare col mondo degli altri: ho provato a frequentare i politici, a interloquire coi partiti, a votare anche.
Per almeno vent'anni, ho collaborato con lo Stato, con i Parlamenti, con i 'riformisti'.
Con scarsissimi risultati.
Ed oggi scopro che il mondo è stato divorato dal turbocapitalismo tecno-bellico-finanziario: una superpotenza anarchica (che non accetta regole e gerarchie al di fuori di sé e distrugge qualunque ordine sociale non compatibile ad essa), extraparlamentare (che se ne fotte di qualunque mediazione politica tradizionale e 'democratica'), rivoluzionaria (che ci costringe a continui cambiamenti e trasformazioni profonde, per restare sempre uguale a se stessa e per restare al potere).
Il mondo è diventato quello che ero e che mi aveva chiesto di non essere.
Ma procedendo in un altro verso, opposto a quel che speravo e teorizzavo allora.
Il mondo è andato altrove.
E ci ha ormai sottratto ogni possibile 'politica', almeno per il senso che ha avuto questa parola sinora.
E con questo anche ogni possibile senso della 'cultura', della 'formazione', dell''educazione'.
Perchè ogni nostra azione o passione è inscritta nell'alveo dell'impossibilità di cambiare il mondo, nella morte della possibilità di 'fare politica'.
Il mondo è stato divorato: dalla tecnologia, dalla finanza, dalla guerra.

2.La vita dileguata.
Ognuno di noi, immagino, ha cercato in questi ultimi vent'anni di 'non perdere la vita'.
Nella catastrofe emergente, anche io ho proseguito a leggere, a scrivere, a viaggiare, a godermi un brano musicale, un quadro, una passeggiata, un film.
Ho incontrato – spesso con piacere- persone, gruppi, studenti, colleghi.
Ho fatto parte di movimenti, reti, rapporti a breve ed ampio raggio e durata.
Ho fatto l'amore.
Stavo bene in salute.
Anche se il mondo faceva sempre più schifo, la (mia) vita era, mi appariva, vivibile e, talvolta, godibile.

Quando muoiono le teorie ? E perchè ? Dite pure quel che vi pare, ma finiscono eccome, e per la maggior parte di noi. E' un unico avvenimento decisivo a ucciderle ? Forse per qualcuno. Ma di solito muoiono d'usura, lentamente e sull'onda delle circostanze.
E dopo vi domanderete: fino a che punto le avevamo prese sul serio ?...
Flaubert ebbe a dire che il successo è sempre un malinteso. Sono stati i brani più caricaturali a fare di Madame Bovary un capolavoro. Secondo Toni, chi lo applaudì per ragioni sbagliate doveva essere psicologicamente persino più interessante di chi lo denigrò per ragioni altrettanto sbagliate...
Leigh mi spiegò su quali principi si basava la sua attività, che pareva ispirarsi molto a ciò che lui definiva 'la bancarotta creativa'...
(sempre da Metroland)

Ecco, il mondo era smaccatamente in bancarotta.
Ma mi sembrava di riuscire a starci creativamente.
Di saper 'giocare con la catastrofe', così come teorizzavo alla fine del decennio scorso.
E che anche altri ci riuscissero, almeno un po', e insieme a me.
Ora, da qualche tempo, non ho più questa sensazione.
Dopo il mondo divorato, anche la vita si è dileguata.
Eros si è nascosto, è in agonia.
E lo dico non solo per me, che ne sono fuori da tempo, ma anche per chi ancora è innamorato, fa sesso, si sposa, fa figli. Per chi scrive, studia, fa arte, cultura, musica. Per chi ancora gioca, o si diverte.
Sento in loro la stessa stanchezza, insensatezza, insanità che vivo in me.
Mi sbaglio ? E' un'empatia indebita quella che compio ?
Vedo solo tanti, disperati, esercizi di sopravvivenza, terapie di mantenimento, flebo per l'anima morente.
Alcuni sono ancora anche gradevoli e confortanti, ma niente più.
Cos'altro può essere, potrà essere LA VITA VERA ?
Sono solo io che soffro, e che non so 'accontentarmi' di quel che c'è ?
Sono io che, per amor di perfezione, non colgo il bene e il bello che restano in vita e per noi ?
Parliamone pure, ma basta con auspici, auguri, consigli e consolazioni, per favore...!

La vita fugge e non s'arresta un'ora
e la morte vien dietro a gran giornate
e le cose presenti e le passate
mi danno guerra, e le future ancora;

e 'l rimembrare e l'aspettar m'accora
or quinci or quindi, sì che 'n veritate,
se non ch'i' ò di me stesso pietate
i' sarei già di questi pensier' fora.

Tornami avanti s'alcun dolce mai
ebbe 'l cor tristo; e poi da l'altra parte
veggio al mio navigar turbati i venti;

veggio fortuna in porto, e stanco omai
il mio nocchier, e rotte arbore e sarte,
e i lumi bei, che mirar soglio, spenti.

(F. Petrarca, 1343)












1 commento:

  1. Stoicismo senza piano divino. E per l'eros? Riconoscersi e riconoscere fra extraterrestri. E per le consolazioni estetiche? Salvarle dallo status di merci inscrivendole a quello di incidenti di rapporti occasionali. E dormire, dormire tanto per concede tempo neurologico all' infrazione di sensi del sogno. Nient'altro pare potersi, ad oggi.

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