lunedì 4 maggio 2015

puliziotti

Il primo ruolo dello Stato è far rispettare l'ordine; se non lo fa diventa uno 'Stato fallito'. (uno Stato non viene dichiarato fallito per nessun'altra ragione).
Il Leviatano contemporaneo, lo Stato moderno, è stato definito da Weber partendo proprio dal monopolio che esercita sui mezzi di coercizione e sul loro uso. In pratica, questo monopolio si riduce al diritto dei corpi governativi...di tracciare la linea che separa la coercizione (violenza legittima) dalla violenza (coercizione illegittima: la prima viene impiegata nel nome del 'mantenimento della legge e dell'ordine', e questo è un compito che prevede in primo luogo l'eliminazione della seconda, classificata come atti di violenza. Atti illegali e, per tale ragione, considerati a priori distruttivi e sovvertitori dell'ordine.
Il diritto di tracciare la linea di demarcazione che suddivide il ricorso alla forza in atti di coercizione legittima e atti di violenza è rimasto per l'intero corso della storia la prima posta in gioco di ogni lotta per il potere (politico), così come uno degli attributi principali -essenzialmente inscindibile e inalienabile- dei detentori del potere (politico); per questa ragione tale diritto tende ad essere, in quanto regola, 'essenzialmente contestato'.
La zona intorno a quella linea rimane infatti un territorio sottoposto a frequenti invasioni e troppo spesso a battaglie sanguinose, così come a sortite di ricognizione quasi permanenti che hanno lo scopo di esplorare fin dove, in una direzione o nell'altra, si possono spostare i confini...
(Z. Bauman)

Ogni volta che riappaiono i black bloc per le nostre strade la questione si riapre.
Così come ogni volta che l' Isis compie attentati o atti di guerra.
E ci dobbiamo ricordare, siamo costretti a riconoscere alcune cose:
  • che lo Stato ha perso il monopolio della violenza, che non può più proteggerci da essa e che, al di là della retorica, non è neppure più interessato a farlo;
  • che altri attori si confrontano contro lo Stato e contro l'ordine stabilito, rivoltandosi contro di essi, in forme più o meno consapevoli, continuative ed organizzate;
  • che lo Stato dovrà tener conto sempre più di queste forme di opposizione politica e militare e che sempre più dovrà militarizzarsi per contrastarle;
  • che le forme di opposizione pacifica, anche quelle definite 'antagoniste', sono ormai, in questo quadro di guerra, assolutamente irrilevanti.

Questo per quanto riguarda l'hardware di uno Stato.
Ma c'è anche un altro pezzo da ricordare:

Joseph Nye ha distinto due tipi di potere, uno hard e uno soft...
Nella sua forma generale il concetto di potere leggero, descritto da Nye come la facoltà di 'far sì che gli altri desiderino i risultati desiderati', un potere che 'coopti le persone invece di costringerle'...
Nye ha già messo in luce il ruolo cruciale svolto dall'indottrinamento ideologico quando gli emergenti Stati-nazione si trovarono davanti al compito di legittimare se stessi ( e in particolare il ruolo dell'emergere e proliferare di un'intera gamma di emozioni -da un patriottismo benigno di natura sentimentale a un nazionalismo estremo tinto di sciovinismo- che portò i cittadini ad autoidentificarsi con il governo del loro paese e ad accettare un atteggiamento di 'servitù volontaria').
Considera tutta via che questa funzione è stata da quel momento in poi 'esternalizzata' e 'subappaltata' alle forze del mercato, molto più esperte nell'arte dell'indottrinamento ideologico nella sua attuale reincarnazione di 'creazione della domanda', ovvero maestre riconosciute di tentazione e seduzione. Il compito di mantenere perennemente accese le ragioni patriottiche, o di riaccenderle a intervalli regolari, è stato delegato alle agenzie private che stanno dietro ai continui spettacoli o 'grandi eventi', allestiti per l'intrattenimento nazionale, o dietro ad altri avvenimenti generatori di emozioni... Già Bourdieu ricordava il deviare fatale della regolamentazione normativa verso la seduzione, dalla vigilanza alla stimolazione del consenso e, in sostanza, dalla coercizione alle pubbliche relazioni. In generale..il nuovo ma sempre più diffuso impiego delle scelte volontarie e della pressione psicologica al posto della coercizione fisica od economica, quali risorse principali per ottenere una condotta conforme a intenzioni e obiettivi prestabiliti.
Un esempio eclatante di questa tendenza è il reclutamento di soggetti sorvegliati o prossimi ad esserlo, quali agenti non retribuiti e totalmente volontari della loro stessa sorveglianza...
Oggi i servizi segreti possono infatti limitarsi alla gestione di un immenso 'data base', che non sarebbero mai in grado di mettere insieme senza la partecipazione interamente volontaria, gratuita e di fatto entusiasticamente attiva di ogni e qualsiasi oggetto potenziale di sorveglianza mirata.
(Z. Bauman, sempre da 'Stato di crisi').

Quindi, le cose stanno insieme.
Da un lato, un crescere della repressione hard.
Dall'altro, lo svilupparsi di un coacervo di spettacolo, denaro e buoni sentimenti.
L'Expò, con la sua immonda e seducente kermesse, sta lì a di-mostrarlo.
Ma anche i milanesi che vanno a ripulirsi e a ripulire, da buoni cittadini, i muri della loro città, imbrattati dai barbari insensati.
Poco importa che quelle stesse banche o agenzie immobiliari abbiano il potere di vita e di morte sulla loro città e che gli violentino la vita quotidianamente.
L'importante è che lo facciano in modo soft, e non vestiti di nero, ma in doppiopetto e con modi gentili.
Senza spranghe e caschi, ma attraverso i flussi finanziari, una tastiera ed un monitor, due dita che vi scorrono sopra leggere.
L'importante è sentirsi buoni, tutti, mentre distruggiamo il mondo.
L'importante è che si nutra il pianeta andando, noi, ad abbuffarci negli stand multietnici e multicolori.
E che i muri e i vetri siano puliti per poter continuare a non vedere lo sporco.
I bravi lillipuziani milanesi proseguono, come tutti noi, a fare il pedicure al gigante che li schiaccia (e che, sentitamente, prosegue e ringrazia).








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