'E così sei
vissuto a Parigi per un po' ?'
'Già'.
'E quando ?'...
'Oh, la fine
degli anni Sessanta, Sessantasette, Sessantotto, giù di lì...'...
Il punto è
che... in effetti ero stato lì per tutto il mese di maggio, vale a
dire quando ebbero luogo l'incendio della Bourse, l'occupazione
dell'Odèon, le serrate di Billancourt...
Io però non
avevo visto niente di niente. A essere sincero, non ricordo nessuno
sbuffo di fumo nel cielo. Dove avevano affisso tutti i manifesti ? In
ogni caso, non nel mio quartiere...
Luigi XVI
(spero possiate perdonare il paragone) se ne andò a caccia il giorno
della presa della Bastiglia e al suo rientro, quella sera, annotò
sul diario: 'Rien'.
Per giorni e
giorni rientravo a casa e scrivevo 'Annick'...
Toni,
naturalmente, è alquanto caustico rispetto alla mia esperienza
parigina.
'Cazzo, non ti
smentisci mai! L'unica volta nella vita in cui ti trovi nel posto
giusto al momento giusto, tu cosa fai ? Ti rinchiudi in una mansarda
a scoparti una tipa...Se tanto mi dà tanto, durante le schermaglie
del '14-'18 te ne stavi a ripararti la bici. E durante la crisi di
Suez preparavi l'esame di terza media. (In effetti sì, più o
meno...). E durante la guerra di Troia ?
'Sarò stato al
cesso'.
(Julian Barnes,
Metroland, 1980)
A ripensarci, possiamo riconsiderare alcune dimensioni di questa (mia
?) catastrofe.
1. Il mondo
divorato.
Anarchico, extraparlamentare, rivoluzionario.
Tre parolacce, anche allora. Ma mi appartenevano, le sentivo mie, le
indossavo con piacere.
Ma se vuoi fare davvero politica, mi dicevano, devi sporcarti le mani
(e forse anche il resto, pensavo).
Ed allora, eccomi lì a cercare di mediare col mondo degli altri: ho
provato a frequentare i politici, a interloquire coi partiti, a
votare anche.
Per almeno vent'anni, ho collaborato con lo Stato, con i Parlamenti,
con i 'riformisti'.
Con scarsissimi risultati.
Ed
oggi scopro che il mondo è stato divorato dal turbocapitalismo
tecno-bellico-finanziario: una superpotenza anarchica
(che non accetta regole e gerarchie al di fuori di sé e distrugge
qualunque ordine sociale non compatibile ad essa), extraparlamentare
(che se ne fotte di qualunque mediazione politica tradizionale e
'democratica'), rivoluzionaria
(che ci costringe a continui cambiamenti e trasformazioni profonde,
per restare sempre uguale a se stessa e per restare al potere).
Il mondo è diventato quello che ero e che mi aveva chiesto di non
essere.
Ma procedendo in un altro verso, opposto a quel che speravo e
teorizzavo allora.
Il mondo è andato altrove.
E ci ha ormai sottratto ogni possibile 'politica', almeno per il
senso che ha avuto questa parola sinora.
E con questo anche ogni possibile senso della 'cultura', della
'formazione', dell''educazione'.
Perchè ogni nostra azione o passione è inscritta nell'alveo
dell'impossibilità di cambiare il mondo, nella morte della
possibilità di 'fare politica'.
Il mondo è stato divorato: dalla tecnologia, dalla finanza, dalla
guerra.
2.La
vita dileguata.
Ognuno di noi, immagino, ha cercato in questi ultimi vent'anni di
'non perdere la vita'.
Nella catastrofe emergente, anche io ho proseguito a leggere, a
scrivere, a viaggiare, a godermi un brano musicale, un quadro, una
passeggiata, un film.
Ho incontrato – spesso con piacere- persone, gruppi, studenti,
colleghi.
Ho fatto parte di movimenti, reti, rapporti a breve ed ampio raggio e
durata.
Ho fatto l'amore.
Stavo bene in salute.
Anche se il mondo faceva sempre più schifo, la (mia) vita era, mi
appariva, vivibile e, talvolta, godibile.
Quando muoiono
le teorie ? E perchè ? Dite pure quel che vi pare, ma finiscono
eccome, e per la maggior parte di noi. E' un unico avvenimento
decisivo a ucciderle ? Forse per qualcuno. Ma di solito muoiono
d'usura, lentamente e sull'onda delle circostanze.
E dopo vi
domanderete: fino a che punto le avevamo prese sul serio ?...
Flaubert ebbe a
dire che il successo è sempre un malinteso. Sono stati i brani più
caricaturali a fare di Madame Bovary un capolavoro. Secondo Toni, chi
lo applaudì per ragioni sbagliate doveva essere psicologicamente
persino più interessante di chi lo denigrò per ragioni altrettanto
sbagliate...
Leigh mi spiegò
su quali principi si basava la sua attività, che pareva ispirarsi
molto a ciò che lui definiva 'la bancarotta creativa'...
(sempre da
Metroland)
Ecco, il mondo era smaccatamente in bancarotta.
Ma mi sembrava di riuscire a starci creativamente.
Di saper 'giocare con la catastrofe', così come teorizzavo alla fine
del decennio scorso.
E che anche altri ci riuscissero, almeno un po', e insieme a me.
Ora, da qualche tempo, non ho più questa sensazione.
Dopo il mondo divorato, anche la vita si è dileguata.
Eros si è nascosto, è in agonia.
E lo dico non solo per me, che ne sono fuori da tempo, ma anche per
chi ancora è innamorato, fa sesso, si sposa, fa figli. Per chi
scrive, studia, fa arte, cultura, musica. Per chi ancora gioca, o si
diverte.
Sento in loro la stessa stanchezza, insensatezza, insanità che vivo
in me.
Mi sbaglio ? E' un'empatia indebita quella che compio ?
Vedo solo tanti, disperati, esercizi di sopravvivenza, terapie di
mantenimento, flebo per l'anima morente.
Alcuni sono ancora anche gradevoli e confortanti, ma niente più.
Cos'altro può essere, potrà essere LA VITA VERA ?
Sono solo io che soffro, e che non so 'accontentarmi' di quel che
c'è ?
Sono io che, per amor di perfezione, non colgo il bene e il bello che
restano in vita e per noi ?
Parliamone pure, ma basta con auspici, auguri, consigli e
consolazioni, per favore...!
La vita fugge e
non s'arresta un'ora
e la morte vien
dietro a gran giornate
e le cose
presenti e le passate
mi danno
guerra, e le future ancora;
e 'l rimembrare
e l'aspettar m'accora
or quinci or
quindi, sì che 'n veritate,
se non ch'i' ò
di me stesso pietate
i' sarei già
di questi pensier' fora.
Tornami avanti
s'alcun dolce mai
ebbe 'l cor
tristo; e poi da l'altra parte
veggio al mio
navigar turbati i venti;
veggio fortuna
in porto, e stanco omai
il mio
nocchier, e rotte arbore e sarte,
e i lumi bei,
che mirar soglio, spenti.
(F.
Petrarca, 1343)
Stoicismo senza piano divino. E per l'eros? Riconoscersi e riconoscere fra extraterrestri. E per le consolazioni estetiche? Salvarle dallo status di merci inscrivendole a quello di incidenti di rapporti occasionali. E dormire, dormire tanto per concede tempo neurologico all' infrazione di sensi del sogno. Nient'altro pare potersi, ad oggi.
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