Nei giorni scorsi abbiamo sperato che
arrivasse il maltempo.
Così siamo.
Come vediamo le cose a breve termine!
Alterniamo le targhe, i vestiti, le
mode, i pensieri, i sogni e le speranze, senza alcun disegno che vada
oltre il giorno, l'ora.
Non vediamo oltre il nostro naso.
Desideriamo solo quel che ci serve al
momento, e non vogliamo quel che ci ostacola o ci preoccupa
nell'attimo. E, mancando di visione, come potremmo non mancare di
fiducia ?
La fiducia, di cui tanto si ciancia
(cresce o decresce in tv a seconda del vento o di come stanno andando
i saldi), ha bisogno di prospettive, di aperture al futuro, di
sguardi che vadano oltre.
Tutte dimensioni assenti, queste, oggi.
Eppure, se guardassimo al nostro
recente passato, anche solo ai primi 15 anni di questo secolo, noi
possiamo vedere i segni chiari del disastro che abbiamo attraversato,
dei cambiamenti profondi vissuti e subìti, delle speranze infrante e
delle fiducie tradite.
Negli ultimi tre anni, poi,
l'accelerazione è stata inquietante.
Il pianeta è in asfissia, le armi
grondano sangue, le utopie affondano.
Eppure...
Eppure cresce lo shopping, insieme alla
disperazione (anzi: più la gente è disperata, e più si cura
davanti alle vetrine).
Cresce la fiducia degli italiani in non so bene cosa, ma
anche il numero dei barboni per strada.
Cresce la voglia di viaggiare (alle
feste) ma anche quella di rinchiudersi in casa (per il resto
dell'anno).
Segnali strani, ma neanche troppo,
conoscendo gli italiani.
Che non guardano oltre il loro
ombelico, come si sa.
Ma se solo pensassero a cosa potremmo
essere diventati, di questo passo, tra altri 15 anni...!
Hemingway, alla domanda 'Come si arriva alla fine?', una volta ha risposto: 'All'inizio, poco a poco. Poi, tutto insieme'.
Dopo Berlusconi, Renzi sta chiudendo il
cerchio, rafforzando il loro solito gioco.
Quello dell'ottimismo, di chi insiste a
dire -qualunque cosa accada- che ce la farà.
Pensate: ci sono ancora milioni di
italiani che voterebbero Berlusconi, nonostante tutto quel che è
accaduto e che non è accaduto grazie a lui.
E pensate: ci sono e ci saranno milioni
e milioni di italiani che voteranno Renzi.
Per lo stesso motivo per cui andiamo -a
milioni- ai film di Checco Zalone.
Perchè siamo fatti così.
Sappiamo tutto quel che non va, ma ci
piace riderci sopra, raccontarci barzellette, darci qualche pacca
sulla spalla, sentirci buoni, e fottercene di tutto.
Saggezza superiore? Ignavia? Collusione
mafiosa? Inossidabile ironia della sorte?
In ogni caso, uno come me non sa come
starci in un paese così.
P.S. Comunque, sono andato a vedere
Zalone, e ho riso molto... Un italiano vero?
Oggi è il giorno del compleanno: mio e della befana.
Oggi è il giorno del compleanno: mio e della befana.
Monicelli: la speranza è una trappola https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwi5kviE5pfKAhVEDw8KHaruCJ0QtwIIHzAA&url=https%3A%2F%2Fwww.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3Dh6peLCTcqd0&usg=AFQjCNEaPkH9tS0iV1NaRPTLfFz07SyJbg&sig2=Jfgte0RjwUI99mLREEHdNQ&bvm=bv.110151844,d.bGQ
RispondiEliminaAnche Monicelli era italiano!
Auguri Enrico, mettiti l'anima in pace: il meglio che possiamo fare per noi su questa terra è essere utili agli altri e tu lo sei