Ultimo
giorno di viaggio, il dengoso Eulik si lamenta di tutto fuorchè
della colazione regale preparata da Christine, un raggio di sole
nella steppa mosteirosa.
Si
appresta a vivere l'ennesima giornata da cicisbeo capoverdiano, senza
arte né parte.
Come
sempre le fini sono sdrucciolevoli, ma i due affrontano l'erta sino
agli scogli alti battuti da onde cicloniche e ciclopiche.
Il
momento delle valigie ci ricorda che siamo alla resa dei conti,
abbiamo raccolto in due settimane almeno un kilo di conchiglie,
pietre laviche, bottigliette di grog e Strela, regali. Il tutto viene
condiviso e ripartito meticolosamente tra i due bagagli nei quali
riponiamo anche la roba pesante in attesa di indossarla appena giunti
sul freddo suolo europeo. Arriviamo con anticipo all'aeroporto di Sao
Filipe, accompagnati dai due figli gemelli di Christine, non prima di
aver consegnato un regalo ad una parente proveniente dall'America, di
aver imbarcato l'ennesima amica autostoppista e di essersi fermati a
mangiare pork's chops alla festa paesana di non sappiamo più dove.
Ovviamente
per la terza volta in questo viaggio rincontriamo il gruppo dei
francesi e insieme a loro consegniamo i bagagli al check-in per un
breve volo Fogo-Praia di 30 minuti. Tutto fila liscio come l'olio
sino all'arrivo, quando scopriamo che, per motivi a noi e forse a
chiunque sconosciuti, nessuna valigia è stata imbarcata sull'aereo e
che il prossimo sarà soltanto domani mattina. Vivi guarda Eulik e
ride, capendo che dovrà affrontare l'inverno italiano vestito con
bermuda brasiliani e maglietta. Allo sportello dei reclami
l'impiegato ci garantisce- capoverdianamente- che i nostri bagagli
arriveranno a Roma entro 3 giorni al più tardi. Sinceramente, c'è
da dubitarne ma ci affidiamo alla Madonna dell'Ayuda avvolta nella
lava in una cripta dell'orribile omonima chiesa.
Mio
padre gestisce una pizzeria a Praia e ci viene a prendere
all'aeroporto per trascorrere assieme le 5 ore che mancano al volo
successivo. Passiamo per casa sua e mi fa un certo effetto vedere
Enri con i pantaloni e la maglietta giallo canarino prestati da papà
Remo. Ma mi ha fatto ancora più effetto vedere mio padre 65enne,
separato da 27 anni da mia madre, arrivare a tavola con Joseline
bella ventenne nera capoverdiana con cui convive da qualche tempo.
Non è l'unico nel ristorante, anzi: molti tavoli sono occupati da
coppie di questo tipo ed hanno dinamiche molto simili tra loro. E'
difficile capire cosa possano condividere se non il denaro, il
mangiare, il sesso; infatti non ci sembra che il dialogo fiocchi e
neppure gli sguardi.
L'aeroporto
di Praia ci accoglie nel solito bordello di carrelli, ingorghi di
corpi, buste di fagioli appena raccolti, opere d'arte 4x4, culi
ingombrantissimi e vestiari improbabili (Enri ama questo luogo, oltre
che per i culi in esposizione, anche perchè è uno dei pochi posti
al mondo in cui lui può sentirsi sobrio ed elegante nel vestire).
Vivi si diverte, a volte imbarazzata per le battute super osè di
Enri, partecipando al gioco dei commenti incrociati e restando sempre
un po' stupita del caos calmo che l'avvolge. Partiamo leggeri visto
che i bagagli si sono volatilizzati nel cielo di Fogo, ma la nostra
digestione vacilla alle prese con la cachupa fresca (pur buonissima)
e la tàrtare de atum.
Ora
siamo sull'aereo da Lisbona che ci riporta in patria, mezzo
addormentati dopo una notte sul primo volo, partito all'1.30. Dopo
due settimane abbiamo rivisto la pioggia e, vestiti forzatamente alla
marinara come siamo, sentiamo anche un po' di frescolino. Pare che a
Roma ci siano 3 gradi e non sappiamo ancora come il nostro corpo
reagirà allo sbalzo. Il salto non è piccolo e non solo rispetto al
clima. Dovremo impegnarci alquanto per tornare alla solita vita.
Siamo partiti pesanti e torniamo più leggeri in vari sensi, con meno
pensieri e nessuna valigia. Ci sarà sempre tempo per riandare a
prenderli. Ci restano negli occhi e nelle gambe le stradine di Santo
Antao, l'ascesa e la discesa del vulcano, i flussi ondosi e
imprevedibili dell'oceano, le decine di situazioni strampalate che ci
hanno allietato e sorpreso nel corso di questo breve ma intenso
viaggiare insieme.
PS.
Ennesima sorpresa di questo viaggio: il volo per Cagliari è stato
soppresso per sciopero e sono in lista d'attesa per quello dopo. Non
so che dire, avrei solo tanta voglia di un letto...
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