Si torna alla realtà italiana e
mondiale e niente è cambiato, se non -ineluttabilmente- in peggio.
I nazistini.
Nei giorni in cui si commemora la
Shoah, i nuovi nazisti in doppiopetto continuano a far morire la
gente in naufragi disperati. Se riescono ad arrivare a terra, fanno
di tutto per non accoglierli. E, se proprio lo devono fare, li
internano e poi li respingono in massa, o li costringono alla
clandestinità.
La Danimarca confisca i loro beni, la
Svezia ne espellerà 80.000, la Grecia acchiappa tutto ma viene
minacciata di essere a sua volta espulsa da Schengen.
Schengen, già. Intanto naufraga
anch'essa.
I persiani.
Ciro e Dario ed Artaserse, un tempo,
avevano provato a prendersi l'Ellade e la civiltà greca.
Ora c'è Rohani, l'Iran diventato
buono, la Persia di Persepoli che viene qui a comprare le nostre auto
e i nostri beni di consumo, in cambio di energia e petrolio e lotta
all'Isis.
Ci dominano talmente tanto, ormai,
questi petrolieri d'oriente, che pensiamo bene di nascondergli le
tette di Venere o il culo di Apollo.
Preferiamo attaccarci alle loro
mammelle e farci fare il culo da loro, pare.
I verdini.
Renzi continua a far quel che vuole, se
ne frega delle fronde interne e continua a costruire il suo progetto
di trasformazione definitiva del quadro politico nazionale.
Un PD che va verso il centro destra, e
che fa scomparire quei residui di parvenza di sinistra che ancora
baluginavano al suo interno.
L'alleanza con Verdini ( e con il
malaffare bancario) si fa strutturale, e lo protegge sia da Alfano
(che non conta nulla, come dimostra l'iter sulle unioni civili), sia
da Berlusconi (che non conta nulla, come dimostra l'ascesa della
Lega), sia di Grillo (che non conta nulla, come dimostra la totale
irrilevanza della sua opposizione).
I cretini.
Troppi per poterli citare o raccontare.
Di questi tempi ci sarebbe da rileggere
La Bòetie e Tolstoj...
Il peggio di questa situazione è
che i ricchi e i poveri si rendono conto della follia di questa
esistenza...Ma né gli uni né gli altri vedono alcuna possibilità
di cambiare la loro situazione attuale,...avendo tutti coscienza
dell'aggravamento progressivo della loro posizione.
A questi mali interiori si aggiunge
il proseguimento di una lotta intensa e continua tra gli stati, che
assorbe la maggior parte del lavoro nazionale al fine di occuparsi
dell'esercito, provvedere alle spese di guerra...In questo momento,
noi sappiamo che gli armamenti e le guerre sono insensati, funesti,
portano alla rovina materiale e alla decadenza morale, eppure noi
continuiamo a sacrificare per essi la nostra vita e il nostro lavoro.
Tutto noi sappiamo che ciò non
dovrebbe esistere e che si potrebbe evitare, e tuttavia continuiamo a
peggiorare il male. Questa coscienza di una vita contraria
all'interesse, alla ragione, ai voti di ciascuno di noi, diventa a un
certo punto così atroce che i più generosi tra gli uomini, il cui
numero si accresce sempre più, non vedono altro mezzo di fronte a
questo vicolo cieco che il suicidio.
Altri ancora soffrono ugualmente
della contraddizioni tra le loro aspirazioni morali e la realtà,
cercando di scappare da questa condizione con un suicidio parziale:
l'abbrutimento con il tabacco, il vino, le droghe.
Altri ancora cercano di dimenticare,
di cadere nell'oblio, aggiungendo ai narcotici piaceri eccitanti o
sbalorditivi: spettacoli, speculazioni intellettuali su delle
questioni oziose, alle quali donano il nome di scienza o arte.
Infine, l'immensa maggioranza,
schiacciata dal lavoro, si abbrutisce ugualmente attraverso dei
narcotici, che sono forniti dai loro sfruttatori, e conduce
un'esistenza bestiale; tutti sentono il carattere anormale della loro
situazione, ma la maggioranza degli uomini non ha il tempo libero per
rifletterci sopra, impedita com'è dalle sue preoccupazioni
quotidiane.
E' così che vivono e muoiono ricchi
e poveri, generazioni dopo generazioni, senza domandarsi perchè
hanno vissuto la loro esistenza dolorosa e stupida, o meglio, essi
intravedono vagamente l'orribile e crudele errore che fu la loro
vita.
Perchè i giapponesi sono per loro
natura più indifferenti di fronte alla morte.
Perchè il patriottismo guerriero
esiste ancora in tutta la sua forza primitiva negli insulari
asiatici.
Perchè, sottomettendosi servilmente
all'autorità dispotica di un imperatore divinizzato, la loro energia
alberga ben concentrata e più unita di quella dei popoli che hanno
superato la fase della sottomissione servile.
In una parola, il grande vantaggio
dei giapponesi è quello di non essere cristiani.
In epoca più recente è sorto
ancora un altro inganno che ha riconfermato i popoli nella loro
condizione servile. Ed esso si manifesta attraverso un complesso
sistema di elezione, dove degli uomini eletti da un dato popolo,
divengono delegati entro le varie istituzioni rappresentative...Il
popolo stesso sarà allora una delle cause del potere del governo, e
pertanto, obbedendo ad esso, crederà in effetti di obbedire a sé
medesimo, supponendo quindi di vivere in un regime di libertà...
Gli uomini che si imbattono in
questa trappola s'immaginano davvero di obbedire a se stessi ogni
volta che ascoltano il governo, e perciò non osano più disobbedire
ai provvedimenti del potere degli uomini, anche quando tali
provvedimenti sono contrari ai loro gusti personali, al loro
vantaggio, ai loro desideri, ma altresì alla legge suprema e alla
loro stessa coscienza...
Gli uomini degli stati
costituzionali, immaginandosi di essere liberi, ...finiscono per non
sapere nemmeno più in cosa consista l'autentica libertà. Questi
individui, mentre credono di liberare se stessi, si condannano a
divenire sempre più profondamente schiavi dei loro governi.
La sola giustificazione che si
potrebbe offrire in favore dell'accrescimento degli stati è quella
della formazione di un impero universale, il quale abolirebbe la
possibilità di qualsiasi guerra.
Tuttavia, tutti i tentativi fatti in
questo senso..., non hanno mai donato la pace ai popoli, ma al
contrario hanno causato solo gravi mali.
La pacificazione dell'umanità non
sarà quindi realizzata con l'accrescimento della potenza degli
stati. Essa non può che avvenire per un'azione contraria: abolizione
dello stato e della sua autorità basata sulla violenza.
La superstizione statalista continua
a regnare sugli uomini come una cosa sacrosanta e dei sacrifici più
funesti e terribili ancora continuano ad essere praticati per questa
superstizione.
Ma solo il giorno in cui
dispariranno i gruppi artificiali dei grandi stati, conseguenza del
rifiuto pacifico di obbedire, la violenza, causa dei più grandi
mali, diminuirà...
(Lev Tolstoj, Guerra e rivoluzione,
1906)
Pare che le ultime parole di Tolstoj sul letto di morte alla stazione di Astapovo siano state:
'Svignarsela! Bisogna svignarsela!' e poi 'La verità...io amo tanto...come loro...'.
Lascia perdere la "politica" o quando ne scrivi finisci per somigliarle...
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