domenica 1 settembre 2013

florilegigaelici



Edinburgh, Aug 11

Oggi è stato bello fare una lunga passeggiata oltre la Royal Mile, verso la Residenza Reale, di mattina presto, senza nessuno in giro, e poi dirigersi verso le colline e i vulcani spenti che nutrono dalle sue viscere la città.
Una città dal disordine molto ordinato ed organizzato: non è un caso che per dire che una cosa non funziona usino la frase 'out of order'.
Mi aggiro come uno spettro: poca curiosità, nessun contatto, spesso fastidio della folla; molte fughe preventive, quasi totale ritrosia ad 'entrare' nei luoghi che vedo e attraverso con le gambe. Peggioro.

I locali ed i turisti cercano il sole, avidamente, sui prati a fianco della Galleria d'arte.
Sanno che il gelo tornerà a breve, che l'autunno già ansima alle porte, e se ne sentono alcuni segni anche ora, appena sale il vento da nord. Moltissimi barboni e disperati buttati sui marciapiedi, mentre la città impazza tra festival e birrerie a gogò.
Poco altro da dire, sinceramente. Domattina vado verso Nord, la metropoli mi ha stancato.
Speriamo che i fiumi e la natura...Bah!


In treno, verso Inverness, Aug 12

Campi verdi, nuvoloni, acqua, grande variabilità.
Terre alte, highlands appunto, ma nessuna vetta.
Faglie che tagliano la terra, torrenti e loch che le coprono e riempiono incessantemente.
Anche senza sole, colori dolcissimi.

Provo quasi paura a vedere i miei occhi serrati e feriti al finestrino.
Sembrano più diretti e lucidi di quanto non mi senta.
Passo per Perth: la città australiana omonima è ora più grande e più nota di questa d'origine.
2 milioni di emigranti scozzesi per il mondo, scacciati anche dalle stesse Clearances inglesi verso terre incolte, isole sperdute e terre oltremare.
Tra cui proprio l'Australia (che, come ricorda Diamond, hanno subito contribuito alacremente a far collassare, introducendo animali e usi scozzesi in una terra non adatta ad essi, desertificandola...).


Inverness, Aug 13

Visita al Loch Ness piuttosto deludente.
Un bel lago, ma niente Nessie.
Sponde e cammini privatizzati e recintati (gli inglesi chiudono tutto, sempre, come avevo notato con dolore già in Sudafrica, dove erano capaci di recintare per centinaia di chilometri anche il più assoluto deserto).
5 miglia a piedi per andare e tornare dal castello di Urquart, in mezzo alla campagna, ma con le macchine troppo a ridosso. Niente di che.

L'unica emozione, per ora, di questo viaggio l'ho provata poco fa.
Una donna di qui, 50 anni, Patricia, che dice di lavorare come promoter turistica per il Governo scozzese, mi prende la mano (letteralmente) e, come se fossi l'unico uomo su questa terra, mi vuole accompagnare a tutti i costi in un ristorante italiano gestito da pugliesi, Little Italy.
Non ho fame, le spiego, ho quasi voglia di vomitare dopo il pesantissimo pranzo in un pub, ma lei -totalmente folle- continua a trascinarmi, zampettando oscillante sulle sue esili gambette e i tacchi alti. Mi viene voglia di baciarla e di andare a letto con lei, in un posto qualunque sulla strada.
Sento il cuore battere tra desiderio e paura, come quando attendevo le amanti al balcone.
Ma il ristorante è pieno, e ci salutiamo.
Prima le chiedo cosa va a fare ora, mi dice che deve tornare a casa da suo marito.
La seguo per un po', di nascosto. E vedo che 'abborsa' altri due maschi soli e poi una coppia.
Non ero un caso particolare, lo fa di mestiere, o per pazzia.
Scompare da sola in un vicolo e non la trovo più.
Non credo che abbia un marito, o forse sì...


Stornoway, isola di Lewis, Outer Hebrides, Aug 15

Callanais, molto presto, pochissima gente, panorami mozzafiato, menhirs molto alti e ancora molto ben piantati, 50 pietre grezze piantate qui da varie migliaia di anni, tutte naturali, senza alcun intervento umano, se non nel trasportarle e fissarle a terra (che non è poco).
Se non fosse per le voci e il brusio della gente che arriva ad un certo punto in autobus, sarebbe quasi come essere allora.
Luogo verdissimo, di mare, prati e torba, lochs, muretti in pietra, pecore inerti e leprotti scattanti.
E tanta, tanta erica.

Serata al pub, una pinta di Guinness e Scozia-Inghilterra alla tv.
Tifo molto contenuto, un solo fan dell'Inghilterra circondato da filo-scozzesi.
Ma qui sono gaelici, non gliene frega molto né degli uni né degli altri, pare...
Comunque, inglesi e scozzesi sembra proprio che si odino...
E vista la loro storia...come evitarlo ?
Scopro che le banconote sono emesse anche dalla Bank of Scotland o da altre banche scozzesi, che non esiste una banca della Gran Bretagna intera, e che qui le sterline con la faccia della regina girano a stento. Comunque, uso quasi sempre la carta di credito, ovunque.
Mentre medito su questioni di tanto momento, torno a casa un po' sbronzo.


Isola di Berneray, Aug 16

Il paradiso terrestre esiste e si chiama Berneray.
Qui, spesso, spunta oggi anche il sole e stasera ho visto la luna, per la prima volta in questo viaggio.
Il mare, col sole, diventa celestissimo e trasparente.
Sinora il suo colore assomigliava a quello di una birra Guinness !
Ho addirittura lavato e stesso, con le mollette dell'ostello, che sta sul mare, sulla East beach, in due vecchie black house di pietra con tetti in paglia.
L'unico posto in cui si mangia è allo slip del traghetto, a due miglia da qui, e chiude alle 20.30.

Ci sono andato, ho assaporato con gusto la zuppa di broccoli e cavolfiori e una jacked potato imbottita di salmone locale.
Al rientro, ho faticato perchè il tempo sta peggiorando, piove, e perchè -saltando un torrentello- mi sono stirato un legamento del ginocchio destro, e cammino a stento.
Mi ha rincuorato la vista, da vicino, di una decina di otarie e foche monache sugli scogli, spiaggiate e totalmente inerti.
Sulla strada trovi il cartello stradale: ATTENTION! OTTARY CROSSING.

Aug 17

Il paradiso si è trasformato in inferno nel giro di una notte.
Mi sveglio e mi trovo avvolto da una forte tempesta di vento e pioggia, da non poter uscire.
Vedo che anche le persone intorno a me, seppur nordiche, guardano attonite il mare ondosissimo e sferzante, quasi sconvolte dal repentino cambiamento.
In cucina, qualcuno accende la stufa a legna.
Decido di uscire, comunque, indossando per la prima volta il K-way.
Riesco a raggiungere in un'ora la lunghissima West beach, sul lato atlantico, oltre la quale c'è solo l'America, o forse il Canada...
Torno a casa completamente zuppo, le calze nelle scarpe cinesi galleggiano nell'acqua, il pile è da strizzare. Umidissimo, salgo sul furgone per Lochboisdale, verso South Uist.


Lochboisdale, isola di South Uist, Aug 18

Mi immaginavo che sarei arrivato in uno 'spentimu', ma la situazione è veramente 'oltre'.
Anche perchè è domenica, e in tutta la Scozia tutto si ferma.
E la mia gamba duole, non posso girare molto.
E piove, pioviggina almeno, quasi sempre.
Qualche minuto fa, però, ho visto l'arcobaleno e pare che domani migliorerà.
Meno male che ci sono i Mondiali di atletica in tv e sto in una bella guest house, con i muri a finestra che guardano al paesaggio, al caffè col tetto rosa, alle pale eoliche, mentre sul divano me li guardo per ore...

Le strade nelle Ebridi sono quasi tutte ad una sola corsia, e le auto si attendono nei 'passing place', quando si incrociano l'una di fronte all'altra.
Per arrivare qui da Berneray ho viaggiato da solo per tutto il tratto, in un pullmino da 12.
Spesso si devono superare, sull'asfalto, anche delle 'cattle grides', grate larghe che impediscono alle pecore e alle vacche di attraversare la strada e di allontanarsi.
Mi ricordano le stesse grate in Patagonia, che tentavano di fermare i guanachi.

Non c'è quasi nessuno in giro, solo qualche coppia di ragazze o di ragazzi, una figlia col padre, raramente famiglie o coppie miste.
Ho superato la prima settimana di viaggio, ed è stata densa di luoghi, spostamenti, cose.
Ma – come sempre di più mi capita- poche persone.
Il mio cattivo inglese mi rende ancora più isolato e monosillabico.
Mi avvicino solo se costretto, per bisogno di informazioni, chiarimenti o aiuto.
E se qualcuno mi si avvicina, mi limito ai primi convenevoli (da dove vieni ? ti piace ? Che giri hai fatto ? giri a piedi o in bici ?).
Tutte domande che fanno sempre loro, ed io mi limito a rispondere, aperto e sorridente come un istrice in vacanza.

Ora, alle 20.45, sono già a letto, dopo una cena buona buona.
Solo per questo l'Hotel Lochboisdale ed il suo cuoco andrebbero ringraziati per l'eternità.
In un buco del culo del mondo come questo, zuppa di lenticchie e un lamb hot pot sopraffino, condito da una bella bottiglia di sidro locale. Cena perfetta, dopo una giornata in cui ho visto due persone in tutto per strada, e ho preso solo acqua e vento.
Città fantasma, fatta solo per chi, come me, attende il traghetto di domani alle 7.30.


Sul traghetto della Caledonian Mc Bryde, verso Oban, Aug 19

Non so mai, al risveglio, soprattutto quando è presto, se il mio stomaco ed il mio colon saranno pronti per l'English (Scottish) Breakfast.
Poi, però, alla fine, quando me lo mettono davanti, non ho tanti dubbi, purtroppo per loro (stomaco e colon, intendo...).
'La regola d'oro è che non ci sono regole d'oro', declama G.B.Shaw sulla Settimana Enigmistica, centellinata da giorni.
Ed io lo seguo.
La signora della guest house Brae Lea, che sembrava chiusa e antipatica, forse si commuove davanti alla mia gamba zoppa e mi porta anche in auto al porto.
Chissà come mai anche stamattina pioviggina...
Dimenticavo: casa sua è stato l'unico posto in cui ho trovato degli stuzzicadenti in tutto il viaggio.
Un segno di classe, a Lochboisdale: il resto degli inglesi e scozzesi si toglie i resti del cibo con le dita e le unghie, dopo il pasto...!
Ne ho rubato una decina, per i prossimi, incivili, luoghi che mi aspettano...

Mi piace il modo in cui chiamano gli stretti di mare qui: Sound of Harris, Sound of Barra...
Ancora 5 ore e sarò ad Oban, sulla terraferma. Ne ho bisogno, queste Ebridi sono belle, ma piovosissime e davvero esterne, estreme direi.
Passo a fianco delle piccole isole dai nomi divertenti (Canna, Rum, Eigg) e poi costeggiamo la grande Mull, in uno stretto passaggio, percorso da velieri e vascelli, che Mull crea con l'altra grande isola delle Ebridi interne, quella di Skye.
Nonostante il clima sempre piovigginoso e freddo, è un paesaggio davvero incantevole, che fa bene al cuore.

Oban, Aug 20

Porto vivace e divertente, seppure con non molte attrattive turistiche.
Continua a piovigginare alquanto, non c'è mai una panchina agibile su cui sedersi.
Meno male che l'ostello è molto accogliente, un po' da backpackers anni 60.
Mi viene da canterellare spesso 'L'isola di Wight'.
I giovani scolari in gita con il prof cantano ora alla chitarra Bob Marley, Dylan, i Creams...
Ma tutto l'arredamento, lo stile, la 'bisura' insomma, cercano di riportare a quegli anni.
E comunque qusti ragazzi che incontro nel viaggio, nelle camerate da 4, 8, 12 in cui dormo con loro, appaiono molto tranquilli, educati, silenziosi, a letto presto, dopo qualche birra e qualche canzone, niente più...

Una cosa che ricorderò di Oban, patria scozzese dei frutti di mare: le mangiate di ostriche a basso costo sul lungo porto.
E la lunga camminata sull'isola di Kerrera, alla ricerca di un castello che ho visto -infine- solo da lontano.

Sul treno verso Glasgow, Aug 21

Costeggiamo lentamente il Loch Awe a ovest e il Loch Lomond a est.
Tutto molto molto verde, ma è anche la mattinata più uggiosa, nebbiosa e piovosa di tutto il viaggio.
E ce ne voleva!
Guardo i compagni di viaggio e mi chiedo: io scappo dal caldo italiano, ma questi tedeschi cosa cercano qui che non hanno già da loro ?
Negli ultimi giorni ho ripreso a leggere libri.
In effetti l'unica cosa che ho fatto nella vita è leggere: leggere il mondo, la vita, gli altri, e me.
Scrivere: cioè leggere quel che ho letto e renderlo forse leggibile per altri.
Pensare: rileggere e leggere dentro di me quel che ho letto sui libri e nel libro del mondo.
What else?
Il binario passa tra gli alberi e le fronde toccano e strisciano i vetri, tanto è stretta e unica la via, tracciata tra il monte e il fiume Clyde che ora inizia a condurmi verso la nuova e ultima meta, Glasgow, il cui bel nome gaelico significa 'il caro posto verde'...
Mentre andiamo penso -chissà perchè- che mi piacerebbe andare a vedere le isole Azzorre.


Glasgow, Aug 22

A letto un po' più tardi oggi. Ma finalmente c'era una bella sera calda, senza vento né pioggia, la luna piena sorgeva enorme sul Clyde, che sembrava dai suoi cento ponti quasi un fiume romantico,
e non industriale.
Questa città è entrambe le cose, mi sembra.
Simpatica, quasi mediterranea, meno spocchiosa di Edimburgo, più popolare e vera, molto bella.
Io sto nel West End, vicino al Kelvingrove e all'Università, due complessi architettonici davvero stupendi. E, dentro al Kelvingrove, passo e ripasso davanti al Cristo crocifisso di Dalì, che mi attira come una mosca.

Oggi ho camminato, nonostante la gamba, per dieci ore piene, e ho visto di tutto.
Suggestiva la Cattedrale e soprattutto l'enorme Necropolis ottocentesca.
Ricca e intensa la Galleria d'Arte moderna, in particolare la mostra sulle opere di Niki di St.Phalle, compagna di Jean Tinguely, come lei artista molto giocoso.
Ironia della sorte, visto il cognome, l'artista è stata violentata più volte dal padre quando era bambina. Una donna bellissima, peraltro.
Quasi commovente il Pollok park, nella periferia sud, che ospita la Burrell collection.
Molte cose insieme, da collezionista, alcune opere impressioniste straordinarie, in particolare un bosco di Cezanne.
E lunghe camminate nella natura, e soste a mangiare e bere, in una giornata calda, con un bel sole.
Serata a vedere Armadilli e Scarabei di grandi architetti sul fiume, tentativi esagerati ma attraenti di riqualificare un porto grandissimo e abbandonato.
Resta da chiedersi cosa se ne faranno di tutte queste avveniristiche astronavi e dischi volanti del futuro, vista la crisi in corso e la catastrofe alle porte.
Cenetta a Byres rd., in un posto bello che si chiama Curlers rest: ottima zuppa ai funghi e chilli e strepitosa fish pie.
Conclusione perfetta.

Prestwick airport, Aug 23

Ero già sveglio alle 6, ho faticato molto per stare a letto sino alle 8, ora di apertura della reception.
Breve viaggetto in treno, dalla bellissima Central Station verso Ayr e il mare.
Paesaggio che vira verso la provincia, tra campi da golf e spiagge.
Anche l'aeroporto Ryan air è piccolo, provinciale, in mezzo alla campagna.
Ed ora sono qui, in attesa di un volo verso Bergamo.

Volevo spendere gli ultimi pennies per assaggiare finalmente la mitica bibita IRN-BRU, una sorta di Coca cola ancora più dolciastra, ma la macchinetta dell'aeroporto le aveva esaurite.
Mi sono preso allora due Mars e, tra un cracker al cheddar e una salsetta tartara, mi sono preparato l'ultimo picnic.
Si torna al noto, basta così.
Salgo sulla scaletta, senza ulteriori attese, né rimpianti.























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