venerdì 20 settembre 2013

deliri d'onnipotenza

Oggi nella società occidentale siamo di fronte a un delirio d'onnipotenza così esteso, diffuso, ramificato e vincente da doverlo ormai considerare quasi 'normale'.
Tutto sembra possibile, basta volere. Che si guidi un autobus o una nazione non fa differenza dal punto di vista del delirio di potere: chi vuole si illude, finchè è possibile, che tutto vada come ha deciso. E va da sè che ha deciso per il meglio.
Noi psicoterapeuti lo chiamiamo 'delirio', ma in fondo siamo gli unici a dichiarare che si tratta di un sintomo patologico, quasi gli unici.
Scriveva Pessoa:  Oggi il diritto di vivere e di trionfare si ottiene praticamente con gli stessi requisiti con cui si ottiene il ricovero in manicomio: l'incapacità di pensare, l'amoralità  e l'eccessiva agitazione.
Non ci sono infatti pensieri degni di questo nome, nè moralità, nè ponderatezza in chi confonde il suo desiderio con la realtà, in chi rifiuta di considerare le circostanze, in chi (che sia idraulico o capo di stato) si sente sempre superiore agli altri, ben sistemato in una sua immaginaria torre d'avorio.

Se scrivo in queste pagine del delirio d'onnipotenza è perchè son sempre più convinta che questo sintomo segnali anch'esso una affannosa, compulsiva ricerca di sicurezza: un modo maniacale di cercare una calma senza conflitti, un appagamento definitivo, un controllo sulla realtà senza crepe...
Qualche volta lo stato d'ansia è molto evidente nella manifestazione dell' Io Grandioso, qualche volta meno, ma allora è tradito dai sintomi, come l'insonnia, per esempio, o l'angoscia del decadimento fisico o la vecchiaia.

La scalata della personalità provvista di un Io Grandioso, infatti, non ha mai fine; i traguardi sono ogni volta provvisori, le conferme effimere, gli scivoloni sempre possibili,  e questo stato di cose produce ansia. Non solo, ma il progressivo isolamento dagli altri, a man a mano che si avanza nel processo di autoesaltazione, tende ad accentuare la paura senza nome che giace sul fondo della personalità.
Che l'Io Grandioso si manifesti all'interno della famiglia, nella gestione della cosa pubblica, in un ufficio, in mezzo al traffico non fa alcuna differenza dal punto di vista diagnostico e clinico: si tratta sempre di personalità insicure, ansiose e autoritarie.
Questi personaggi sono particolarmente riconoscibili nella vita politica, e non solo nei dittatori, ma anche nei leader costretti loro malgrado nei lacci della democrazia...L'Io Grandioso dell'uomo politico tende a identificarsi con la legge e con il potere: di conseguenza il dissenso non si riferisce alla valutazione del suo operato, ma diventa un attacco personale contro il suo nome e contro la giustizia...
Se una persona, afflitta da questo genere di infermità, riesce ad affermarsi si sente invincibile e di ottimo umore, amata e protetta dal padreterno. Ma, con il passar del tempo, e con l'usura di tutte le cose, è possibile che questo stato di grazia si dissolva. Come dicevo, gli scivoloni sono sempre possibili e l'imponderabile finisce sempre per prendere il sopravvento. la situazione allora può sfuggire dal controllo e accadono cose che non erano state previste, perchè la condizione di trionfo perenne non può mai essere garantita.
Col passar del tempo, la personalità autoritaria si isola attraverso la costruzione di un piedistallo immaginario...Deve fidarsi dei suoi uomini ? Gli saranno fedeli ? Più il piedistallo è alto e più è facile che crolli e in qualche modo anche l'Io Grandioso lo sa, mentre finge di non saperlo. E così la sicurezza, che sembrava granitica, si incrina di nuovo e dal crepaccio riemerge la paura.
Ma la paura, a questo punto, non è più il naturale timore degli esseri umani...si è trasformata in una nevrotica condizione di panico nella quale ci si sente traditi da un'esistenza che si credeva di aver addomesticato. Da questo tradimento nasce un'angoscia nuova: la convinzione di essere perseguitati. E da qui a sua volta avrà origine la paranoia...
La paranoia porta alla sua massima esaltazione il complesso dell'Io Grandioso...e il crollo avviene proprio attraverso la mania di persecuzione.
L'anello di congiunzione fra il delirio di onnipotenza e la paranoia potrebbe sintetizzarsi così: 
Se le cose non vanno come io avevo deciso e la situazione mi sfugge di mano è per colpa degli altri; gli altri ce l'hanno con me, non mi capiscono, tramano alle mie spalle'...

(Marina Valcarenghi, L'insicurezza, Bruno Mondadori, 2005)   

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