lunedì 18 febbraio 2013

smeraldine

Nel fine settimana sono stato, dopo vari anni di assenza, a trovare due amiche a Olbia.
Persone con cui ho condiviso molte attività di formazione alla nonviolenza e che ora stanno anche loro 'in quiescenza', cellule dormienti della rivoluzione umana, in attesa di un mondo che forse non ci sarà mai (più).
Una delle due, la più anziana, fa l'amministrativa in una scuola primaria e, come l'altra, pratica il buddhismo di Nichiren. La seconda, poco più giovane di me, ha vissuto molte storie agitate in passato, si è sempre ribellata all'autorità paterna (il padre era un carabiniere), e gliene ne ha fatto di tutti i colori con gusto.
Discorsi lunghi, con loro, sul passato e sul presente.
La catastrofe le spaventa un pò, preferiscono credere e sperare in miracoli e risanamenti parapsichici e paranormali. Mescolati con indipendentismo sardista radicale e astensionismo di fondo.
Insomma due persone particolari, originali, autonome.
Anche loro, sostanzialmente, in silenzio.
Una non guarda neppure più i giornali e la tv, l'altra lavora ad assistere una vecchietta al piano di sopra e i barboni alla Caritas. Niente più.
Vita semplice, quasi povera, intelligente e parca, leggermente infreddolita (e non solo dal clima).

Mi sono fatto, prima volta nella vita, un giro in Costa Smeralda, nei luoghi dei vip.
Rena Bianca, Pevero, Sottovento, Sopravento, Liscia di Vacca, Porto Cervo, e Capriccioli soprattutto (un vero paradiso di sabbia, acqua, pietre e ginepri...).
Quasi nessuno sulle spiagge, davvero bianche, contorniate da rocce di granito rosa, opere d'artisti sconosciuti. Un mare abbagliante al sole, placido e splendido, davvero smeraldino.
Luoghi mitici, straordinari, in mano a ricconi ed emiri.
Luoghi ora deserti, come villaggi fantasma, post-atomici.
Banche e negozi di lusso vuoti, senza niente e nessuno intorno, nè dentro.
Il silenzio e gli uccellini tra gli alberi, niente più.
Il vuoto della ricchezza e dello sfarzo, e del chiasso che non c'è ancora, e che arriverà, come ogni anno, d'estate. L'estate di chi ha soldi, di corruttori italiani e tangentisti russi, di veline e calciatori, di salottisti e boiardi.
Un luogo da puffi, finto e assurdo, ancora più inquietante nella sua vuotezza di ieri.
Quando il capitalismo lascia il campo, tutto resta vuoto, come se fosse nulla.
E la natura riprende ad avvolgere tutto, si riprende tutto, come a Cernobyl.
Come nel film 'Re della terra selvaggia', dopo l'uragano Katrine.
Probabilmente non sarà così.
Forse saranno loro a proseguire ad avvolgerci, come in un mortifero cellophane che toglie l'aria e ce la rivende arricchita di profumi sintetici e scie d'olezzo monetarie.
Ma magari fosse!












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