Ciò che l'ha lasciato per qualche tempo stupefatto e senza forze è la brusca consapevolezza dell'orrore che si nasconde al fondo di ogni cosa. La cortina delle apparenze, così allettante in quella Versailles dei Grandi Giochi d'Acqua, si è sollevata per un attimo: benchè poco portato ad analizzare l'impressione ricevuta, ha visto il vero volto della vita, che è un braciere...
Quando le proteste di un forzato che si proclama innocente gli fanno provare una stretta al cuore, il sorriso beffardo di un aguzzino lo riporta presto al senso della realtà. 'Babbeo -sembra dirgli quel rappresentante dell'autorità- Qui la sola pietà consiste nell'essere spietati.'.
Il giovane non si ribella, e se ne va a disagio più che sconvolto. Nel contrasto fallace tra ordine e giustizia, lui si è già schierato dalla parte dell'ordine.
Ma Michel-Charles non è un grand'uomo. Lo definirei un uomo qualunque, se l'esperienza non ci insegnasse che non vi sono uomini qualunque. Essa ci insegna pure che nel corso dell'esistenza ognuno attraversa una serie di prove iniziatiche. Coloro che le vivono con cognizione di causa sono rari, e di solito dimenticano presto. E quelli che per miracolo se ne rammentano, spesso non sanno trarne profitto.
Ascoltandolo ho preso delle belle lezioni di distacco. Quei frammenti di passato lo interessavano solo in quanto residui di esperienze da non ripetere più...So di contraddire così tutti i nostri psicologi patentati per i quali l'oblio nasconde sempre un segreto: questi analisti sono come tutti noi; si rifiutano di affrontare il vuoto desolato che ogni vita più o meno contiene. Quanti giorni che non meritavano di essere vissuti! Quanti eventi, persone e cose di cui non valeva la pena di occuparsi, a maggior ragione di ricordare!
Molti vecchi, raccontando il loro passato, lo gonfiano come un pallone, lo stringono a sè come una vecchia amante, oppure ci sputano sopra; in mancanza d'altro, mettono in risalto un caos o un'assenza.
Egli non si chiede se la catastrofe non fosse già latente in quella politica di polvere negli occhi, di scambietti e di vita facile...La catastrofe l'ha segnato meno ancora di Rimbaud, suo contemporaneo...Tuttavia ricordò per tutta la vita, con ironico disprezzo, lo scompiglio di quel periodo e le sue clamorose imposture; il grido 'E' la mia guerra' dell'Imperatrice; l'esercito francese 'in armi fino all'ultimo bottone di ghetta', che Bismarck sbaraglierà come un tragico gioco di birilli; gli 'A Berlino! degli sfaccendati parigini, simili ai 'Partiam !' dei coristi d'opera, e tutto quel patriottismo per prostitute e baristi; il 'Neanche un pollice del nostro territorio o una pietra delle nostre fortezze!' proclamato quando già si sapeva che si sarebbe dovuto arrivarci. In seguito troverà ridicoli i cori sbraitanti 'Non avrete lai l'Alsazia e la Lorena!', proprio quando i tedeschi le hanno già conquistate.
(Marguerite Yourcenar, Archivi del Nord, 1977)
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