sabato 2 luglio 2016

il terrore della pace

Stanza 124 dell'Hotel Terme di Sardara.
Non devo far altro che mangiare, fare massaggi o inalazioni, andare in vasca o in palestra, guardare partite, dormire e pagare.
Una settimana così, da oggi.
Libri da leggere, idee da trovare e da scrivere, solitudine, lentezza.
Pace, insomma.

Accendo la tv e vedo quel che accade a Dacca.
Più li aggrediamo sul campo e più ci attaccano nelle nostre città, più smontano, disintegrano la nostra vita.
Più perdono nel deserto e più vincono per le strade delle metropoli.
Lo sappiamo: possiamo vincere la guerra, forse, riconquistare le città devastate della Siria e dell'Iraq.
Ma non conquisteremo la loro gente. Ci odieranno sempre di più.
E ci fanno vivere ogni giorno nel terrore, o almeno nell'angoscia.
Ci stanno, e ci stiamo, togliendo la vita.

O rinunceremo a quella che chiamiamo pace o vivremo in una guerra permanente.
Perchè quella che chiamiamo pace è sempre stata guerra per loro.
Se non gliela togliamo, non la eviteranno più a noi.
La guerra sottile entra nei nostri confini, attraverso le loro cellule dormienti che sanno darsi un segnale rapido per svegliarsi.
E sale anche la nostra paura verso l'altro. E il rifiuto, e l'odio.
La storia si ripete, e non sarà una farsa.






Nessun commento:

Posta un commento