venerdì 15 luglio 2016

artificio di fuochi

Altra casa romana, questa volta della nonna paterna di Vivi, sull'Aurelia.
Si erge, fiera del suo grande pane santo, in una foto all'angolo cottura.
Ora è messa un po' male, dopo quasi un secolo di energia e fierezza.
Tra poco andremo a trovarla, nella sua vecchia casa in paese, a Schiavi d'Abruzzo, dove torna e si rifugia almeno d'estate.
La casa è un'altra, ma io e Vivi, noi, siamo noi.
Il che non vuol dire che non cambiamo, che non siamo già cambiati.
Il gioco cambia, ogni volta, un pochettino. E' bello, resta bello.
Questo è quel che non cambia, cambiando.
Ora sono da solo, lei è a lavoro in un ridicolo studio medico a Borgo Pio, quartiere di preti, riccastri e popolane.
Girare a Roma con lei mi fa sentire meno turista, anche rispetto a quando ci ho abitato.
Lei mi fa sentire a casa qui, lei si sente a casa da me.
Per due apolidi disordinati e movimentati come noi non è poco.
Ci piace, è una sensazione che ci appartiene unicamente, che ci fa appartenere a qualcosa che è nostro.

Accendo la tv psichedelica della nonna (le immagini si susseguono a fantasmagoriche strisce super colorate, per un guasto -credo- della scheda video) e vengo a sapere dell'ennesima strage a Nizza.
Tra un'immagine e l'altra, anche se spengo rapidamente il video, leggo Serres e ritrovo ancora più tragiche e illusorie le sue immaginifiche visioni finali (o sarebbe meglio dire forse 'terminali' ?, e non mi riferisco solo alla sua vita più che ottuagenaria...)...:

Progettiamo di accendere un fuoco o di piantare un albero davanti alla Torre Eiffel.
In computer sparsi qua e là ciascuno introdurrà il suo passaporto...di modo che una luce laser, sprigionandosi colorata da terra e riproducendo l'insieme di queste innumerevoli carte, farà apparire l'immagine turgida della collettività, ottenuta virtualmente.
Ciascuno entrerà da sé in questo raggruppamento virtuale ed autentico...
In questa alta icona, alta quanto la Torre, le caratteristiche comuni si assembleranno formando una sorta di tronco...Poichè l'insieme cambierebbe di continuo, e di giorno in giorno ci si trasformerebbe uno con l'altro e uno dopo l'altro, l'albero così elevato sarebbe tutto un fremito, come incendiato da fiamme danzanti.
Di fronte alla Torre immobile, ferrosa...danzerà, nuova, variabile, mobile, fluttuante, variopinta, tigrata, cangiante, intarsiata, musiva, musicale, caleidoscopica, una torre volubile fatta di scintille di luce colorata, che rappresenta il collettivo connesso...Volatile, viva e dolce, la società di oggi spara mille lingue di fuoco contro il mostro di ieri, e di un tempo, duro, piramidale, e raggelato. Morto.
Dalle piramidi a Eiffel, stadio scritto, Stato stabile.
Albero in fiamme, novità perenne...
(da Non è un mondo per vecchi, 2012)

Migliaia di persone a Nizza, di tutte le età e di tutte le nazioni e colori, con i loro nasi puntati verso il cielo ad ammirare i fuochi d'artificio danzanti e fiammanti, nel giorno della Rivoluzione bastigliese, sono state travolte da un tir impazzito tra la folla, zigzagante sui loro corpi collettivamente connessi dalla festa, ma ancor più dalla strage stessa, dalla violenza della morte comune ed improvvisa.
La grande artificiale illusione della società dello spettacolo si scontra contro la sua nuova dura realtà: lo spettacolo della guerra nelle nostre vite, nelle nostre promenades felici, ma felici di una felicità costruita sul dolore di altri.
Sì, vediamo i bagliori di un nuovo mondo, ma sono sinistri, lancinanti e strazianti.
Non ci uniscono, se non nella morte, facendoci la festa.
Smembrando i nostri corpi, facendone scempio, squartandoli sull'asfalto.
Ricacciandoci in gola i nostri 'wow!', cancellando luna e stelle, fuochi e luci, costringendoci al buio e al silenzio, nelle nostre vite ormai disperate...





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