domenica 24 luglio 2016

ed ora siamo in tre a ballare il bully-gully...

Oggi mi sento in vena, e mi dedicherò alla mia scienza preferita: lo psico-riduzionismo.

Cosa hanno in comune Erdogan, Trump e il diciottenne di Baviera ?
Il bullismo.

Erdogan subisce il golpe e reagisce come un bullo nazionale, torturando e tartassando chi voleva metterlo sotto. E la Grande Turchia è con lui, contro tutti, e vuol far risorgere l'Impero Otto-manìaco, sconfitto a Lepanto.
E il Sultano fa il paio con chi vuole restaurare il Califfato, animato anch'esso dallo stesso spirito bullistico e revanscista.

Trump sente che i neri hanno alzato troppo la testa con Obama, che gli USA stanno andando sotto nel mondo e, da gran bullo internazionale qual'è (basta guardarne il piglio quando parla in pubblico), è partito lancia in resta per difendere i suoi interessi wasp e per rifare grande e sicura l'America.
Milioni di persone si identificano in lui (e tra questi tanti poveri, operai, bullizzati d'ogni dove), lo sostengono e lo voteranno.

Il ragazzo di Monaco, mentre il cittadino sano e perbene gli urlava dal balcone 'sei un coglione, sei un coglione, fatti ricoverare...!', l'ha urlato sui tetti della città mercato: 'sono stato vittima di bullismo, ma ora ho una pistola, e voglio uccidervi tutti!'.
Ha visto troppi videogame, ha raccolto foto di Utoya, si è trovato un'arma e si è vendicato.

Almeno lui, però, a differenza dei primi due, si è suicidato.
Ci sono molti modi per curare la depressione e lui ne ha trovato uno, seppure piuttosto dispendioso in termini sociali. Ma forse non era soddisfatto della cura farmacologica.
Le nostre società producono depressione a casse.
La nostra civiltà è in piena, catastrofica depressione (e ne ha ben donde).
Ma non vogliamo riconoscerlo, continuiamo a rimuoverla e proviamo a vivere come se niente fosse (ma riempiendoci di farmaci).

Quando si vuole evitare la posizione depressiva, non si può non assumere una posizione schizo-paranoide, caratterizzata da una scissione estrema tra Bene e Male, buoni e cattivi, e da un'angoscia (auto)punitiva e (auto)distruttiva verso presunte e pericolosissime minacce.
Quindi, per evitare di riconoscere e prendersi cura della depressione, si va verso l'attacco contro l'Altro, giustificato come autodifesa dal nemico sempre in agguato.
La situazione di fatto va a confermare inevitabilmente proprio le nostre angosce, le nostre paure si trasformano in panico e l'escalation procede.
Se un paese come la Francia pensa di difendere le proprie (e mie) vacanze con 15.000 riservisti e 10.000 soldatini, voi capite dove stiamo andando a finire.
Se alla paranoia terrorista rispondiamo con la paranoia dello stato non faremo altro che far crescere il desiderio di emulazione e di rivalsa e di lotta di chi si sente sotto e non vuole fuggire e non vuole deprimersi. E, se anche non fossero tantissimi, sono sufficienti per mettere sotto scacco per ore le nostre città (come ha dimostrato un solo ragazzino disperato qualche giorno fa).

Un'ultima considerazione: quel che sta accadendo, anziché renderci più critici e partecipi, passivizza e deprime ulteriormente la maggioranza silenziosa.
Da un lato, perchè atterrisce. La paura sale, anche solo di uscire di casa, o di viaggiare.
Figuriamoci di manifestare, o anche solo di esprimere opinioni controcorrente, e di opporsi ai nostri amati governanti.
Dall'altro, perchè -davanti a Erdogan o Trump- si tiene ben stretta i vari Renzi e Hollande, e le sembra quasi di essere ancora fortunata e ben messa.
E la tentazione di accontentarci, di tenerci quel che abbiamo, e di non protestare su nulla, sale e, così, sale anche il consenso verso di loro, verso i nostri bulli del quartierino che ci governano ancora con una pacca sulle spalle ed un paterno sorrisino.
In una scuola di bulli aver un buon preside è importante.
Lui, anche quando ti punisce, lo fa sempre per il tuo bene.











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