Oggi
mi sento in vena, e mi dedicherò alla mia scienza preferita: lo
psico-riduzionismo.
Cosa
hanno in comune Erdogan, Trump e il diciottenne di Baviera ?
Il
bullismo.
Erdogan
subisce il golpe e reagisce come un bullo nazionale, torturando e
tartassando chi voleva metterlo sotto. E la Grande Turchia è con
lui, contro tutti, e vuol far risorgere l'Impero Otto-manìaco,
sconfitto a Lepanto.
E
il Sultano fa il paio con chi vuole restaurare il Califfato, animato
anch'esso dallo stesso spirito bullistico e revanscista.
Trump
sente che i neri hanno alzato troppo la testa con Obama, che gli USA
stanno andando sotto nel mondo e, da gran bullo internazionale qual'è
(basta guardarne il piglio quando parla in pubblico), è partito
lancia in resta per difendere i suoi interessi wasp e per rifare
grande e sicura l'America.
Milioni
di persone si identificano in lui (e tra questi tanti poveri, operai,
bullizzati d'ogni dove), lo sostengono e lo voteranno.
Il
ragazzo di Monaco, mentre il cittadino sano e perbene gli urlava dal
balcone 'sei un coglione, sei un coglione, fatti ricoverare...!',
l'ha urlato sui tetti della città mercato: 'sono stato vittima di
bullismo, ma ora ho una pistola, e voglio uccidervi tutti!'.
Ha
visto troppi videogame, ha raccolto foto di Utoya, si è trovato
un'arma e si è vendicato.
Almeno
lui, però, a differenza dei primi due, si è suicidato.
Ci
sono molti modi per curare la depressione e lui ne ha trovato uno,
seppure piuttosto dispendioso in termini sociali. Ma forse non era
soddisfatto della cura farmacologica.
Le
nostre società producono depressione a casse.
La
nostra civiltà è in piena, catastrofica depressione (e ne ha ben
donde).
Ma
non vogliamo riconoscerlo, continuiamo a rimuoverla e proviamo a
vivere come se niente fosse (ma riempiendoci di farmaci).
Quando
si vuole evitare la posizione depressiva, non si può non assumere
una posizione schizo-paranoide, caratterizzata da una scissione
estrema tra Bene e Male, buoni e cattivi, e da un'angoscia
(auto)punitiva e (auto)distruttiva verso presunte e pericolosissime
minacce.
Quindi,
per evitare di riconoscere e prendersi cura della depressione, si va
verso l'attacco contro l'Altro, giustificato come autodifesa dal
nemico sempre in agguato.
La
situazione di fatto va a confermare inevitabilmente proprio le nostre
angosce, le nostre paure si trasformano in panico e l'escalation
procede.
Se
un paese come la Francia pensa di difendere le proprie (e mie)
vacanze con 15.000 riservisti e 10.000 soldatini, voi capite dove
stiamo andando a finire.
Se
alla paranoia terrorista rispondiamo con la paranoia dello stato non
faremo altro che far crescere il desiderio di emulazione e di rivalsa
e di lotta di chi si sente sotto e non vuole fuggire e non vuole
deprimersi. E, se anche non fossero tantissimi, sono sufficienti per
mettere sotto scacco per ore le nostre città (come ha dimostrato un
solo ragazzino disperato qualche giorno fa).
Un'ultima
considerazione: quel che sta accadendo, anziché renderci più
critici e partecipi, passivizza e deprime ulteriormente la
maggioranza silenziosa.
Da
un lato, perchè atterrisce. La paura sale, anche solo di uscire
di casa, o di viaggiare.
Figuriamoci
di manifestare, o anche solo di esprimere opinioni
controcorrente, e di opporsi ai nostri amati governanti.
Dall'altro,
perchè -davanti a Erdogan o Trump- si tiene ben stretta i vari
Renzi e Hollande, e le sembra quasi di essere ancora fortunata e ben
messa.
E
la tentazione di accontentarci, di tenerci quel che abbiamo, e di non
protestare su nulla, sale e, così, sale anche il consenso verso di
loro, verso i nostri bulli del quartierino che ci governano ancora
con una pacca sulle spalle ed un paterno sorrisino.
In
una scuola di bulli aver un buon preside è importante.
Lui,
anche quando ti punisce, lo fa sempre per il tuo bene.
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