quando guardo la faccia esangue, gli occhi da triste ciuchino, o ascolto con fatica il tono di voce, di roberto speranza, capogruppo del pd alla camera, sento che la morte è lì, è vicina, parla con lui.
e con lui muore la speranza che possa esistere per noi un presente e un futuro.
lui è lo speranza che toglie ogni speranza.
e non solo nel parlamento o nella politica, ma nella vita proprio.
poi, invece, c'è speRenzino che non fa altro che esaltarci col suo entusiasmo e la sua energia da ragazzino down, ritardato e in ritardo.
E lui, dopo Monti e Letta, insiste a gasarsi e a gasarci con parole catastrofiche con cui anche lui insiste a definirsi: io (io,io,io,io...) sono 'senza alternative', sono l' 'ultima spiaggia', sono la 'carta finale'...
Quando sarà sostituito, come gli altri, si scoprirà che dopo l'ultima spiaggia ce n'è sempre un'altra, Napo la troverà, davanti alla palude nella quale restiamo immersi.
intanto viviamo ancora un inverno senza inverno, se non quello che prende l'anima.
intanto viviamo questo curarsi della vita che la soffoca.
intanto il dolore del mondo urla alla luna, ed i suoi singhiozzi salgono al cielo, nel silenzio più assordante.
intanto continuiamo ad affidarci alla speranza e allo speranza, senza affidarci e senza fidarci.
non saremo mai liberi se non raderemo al suolo la speranza.
lo speranza si dileguerà da solo, sciogliendosi nella sua stessa tristezza, come in un acido.
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