martedì 8 novembre 2011

arrivano i buoni, arrivano, arrivano...

PAPA-DEMOS

Così si chiama il possibile nuovo ministro dei fratellini greci (tra l'altro, ex governatore della Banca nazionale ed ex vicepresidente della BCE). Un grande papà per il popolo (o un pappa) ?
Inoltre, 'Pappai' in sardo, lo ricordo, vuol dire 'mangiare'. Si divorerà, come Crono, i suoi figli ?
Da noi, in piena sintonia, risento la fastidiosa ma rassicurante cadenza sassarese di nonno Pisanu e attendo trepidante l'arrivo dello zio d'America, Mario Monti (altro equilibratissimo tecnocrate bancario).
Ora possiamo dormire sonni tranquilli. Berlu non serve più, non ce la fa, perchè 'non piace ai mercati'.
Stiamo per tornare al sogno papa-demos-cristiano.
Quel misto avvincente di paternalismo, maternalismo e stato di polizia che ha già protetto la nostra giovinezza.
Con meno soldi, più rabbia, più ignoranza, meno illusioni.
E, spero (ma non ci giurerei), più conflitti.


ANGELI DEL FANGO

Ma, intanto, il Governo di emergenza e unità nazionale si è già formato sul fango di Genova.
Scout, ragazzi dei centri sociali, paracadutisti e militari, disoccupati e cassintegrati, indignati e pacificati sono tutti lì a spalare insieme.
Il Bel Paese, la vera Italia, la meglio gioventù, etc etc...
Resta l'amaro in bocca.
Questa cultura cattocomunista della solidarietà e del volontariato è solo l'altra faccia del disastro e della distruzione.
Quella buona, va bene. Ma è una dinamica circolare e collusiva quella che tiene insieme inquinare e disinquinare, sporcare e pulire, distruggere e ricostruire.
E' un'empatia che copre la passività e ci salva l'anima.
Mi ricorda molti miei colleghi che continuano a fare lezione 'per il bene degli studenti', nonostante tutto. 'Rimbocchiamoci le maniche, anzichè lamentarci e fare le cassandre...!'.
Fallacia del concreto e dell'eterna emergenza.
Non mi metterei a brontolare se i volontari, terminato il lavoro, prendessero pale e forconi e andassero al Comune o al Parlamento per occuparli, sino a quando non cambiano le leggi urbanistiche o non si finanziano le opere di manutenzione idrogeologica.
Ma non accadrà, ancora una volta.
Si preferirà rincontrarsi tra un anno o due, di nuovo a spalare fango o a piangere morti.
E certo non mancheranno le occasioni.

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