giovedì 23 aprile 2020

fare i buoni e fare il bene

Il primo pensierino è questo: quando il virus si mitigherà sarà una cosa buona, ma non sarà un bene; perchè riprenderemo a vivere come e peggio di prima. La carta da pacchi migliore, infatti, per continuare a fare il male e vivere male è quella che sa avvolgerlo nella bontà: curare i malati per non curare la malattia, anzi per accrescerla ancora. Così arriveremo, nonostante tutto, a rimpiangere, solo tra pochi mesi, questo benedetto intervallo (che, per quanto assurdamente, ci fa bene) e che ha separato due deliri di 'normalità' (la vita di prima e quella di dopo, che ci hanno fatto e continueranno a farci sempre più male).

Il secondo pensierino è ancora una volta dedicato agli operatori sanitari: diciamo che sono eroi buoni e che gli vogliamo bene, ma abbiamo dimostrato di non volere il loro bene. Siamo stati buoni con loro, come da tempo non accadeva (pensiamo a tutta la pur recente diffidenza no-vax); ma non ci è interessato il loro bene, non li abbiamo protetti, non li abbiamo trattati da persone.
Prendersi cura di chi si prende cura ? Solo retorica televisiva.
Le istituzioni, ancora una volta, hanno dimostrato di prendersi cura soltanto di se stesse, e di dare in sacrificio soprattutto quelli al cui servizio dicono di esistere e di agire.

Il terzo è questo: certamente, soprattutto nei primi tempi, abbiamo preferito essere buoni verso gli anziani nelle case di riposo; gli siamo stati vicini, gli abbiamo preso la manina, abbiamo permesso le visite, non abbiamo usato le mascherine per non disumanizzarci. Ma, in questo modo, non abbiamo fatto il loro bene, li abbiamo contagiati e li abbiamo portati a morire (per poi nasconderli anche da morti). I nostri buoni nonnini, che ci fanno tanto tenerezza e sentire più buoni: sì, proprio quelli, li abbiamo uccisi. Noi, sì, proprio noi, quelli buoni.

Il quarto è: abbiamo voluto essere buoni con noi stessi e con l'economia, non chiudendo tutto immediatamente e permettendoci di vivere ancora per un pò come sempre, facendo finta (quasi) di niente; il processo è stato quello solito: iniziale rimozione e negazione, eccessiva sottovalutazione, per poi procedere con eccesso di allarmismo emergenziale, gestito autoritariamente. Ma così non ci siamo fatti del bene, perchè non possiamo crescere: possiamo solo alternare le due facce estreme della stupidità: l'infantilismo ipocritamente ingenuo e il paternalismo falsamente competente e protettivo. Che, finito l'allarme, riprenderanno imperterriti il ciclo di nuovi dinieghi.

Il quinto: tra qualche mese le industrie farmaceutiche, le organizzazioni sanitarie e le istituzioni statali ci assedieranno per geolocalizzarci, sierologizzarci e vaccinarci. L'immunizzazione di massa globale obbligatoria sarà presentata come una cosa buona e giusta e chi non ci starà si trasformerà in un reietto sociale, in un nemico del mondo e della vita. Questo non ci farà bene.
A questo proposito: https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/04/21/quella-nomina-di-rezza-iss-nel-consorzio-di-mister-vaccino/5776621/

Il sesto dice: quasi tutti rivendicano il mettersi mascherine e guanti ed obbedire perinde ac cadaver agli ordini dello stato come un sentirsi parte della comunità, un collaborare insieme e come cittadini ad un obiettivo comune, in un rinunciare collettivo e condiviso che ci rende simili e uniti. Tutto buono, ma -in prospettiva- sarà l'inverso del bene per noi. Questa è soltanto la prova generale della fine definitiva delle nostre democrazie parlamentari,  peraltro presunte e già defunte da tempo.
La tecnica si è ormai definitivamente impadronita della politica, e la politica tecnocratica si è ormai totalmente impadronita di noi.
A questo proposito: https://www.unionesarda.it/articolo/news/italia/2020/04/21/il-piano-segreto-per-l-italia-esiste-da-gennaio-troppo-drammatico-137-1010872.html
e il fantastico https://www.quodlibet.it/giorgio-agamben-nuove-riflessioni

Il settimo e ultimo pensierino è: ieri mattina, per varie ore, non mi ha funzionato la connessione a casa. La cosa (a me, che pur non sono tanto digital-dipendente) mi ha innervosito. Mi sono chiesto, allora: ma non è che proprio il fatto di poter essere sempre connessi dalle buone reti e dai buoni server ci rende così passivi e così poco reattivi e protestatari rispetto alla vita che ci stanno imponendo ? Proviamo a fare un esperimento mentale, ancora una volta, e chiediamoci cosa succederebbe se per tre giorni ci fosse un black out informatico totale: credo che la gente scenderebbe in strada a urlare, a protestare, o impazzirebbe di rabbia o di depressione.
Quel che ci tiene a casa, quasi tranquilli, e che ci fa protestare (si fa per dire) solo su internet, è internet.. Che è una cosa buona, ci rilassa e ci fa sentire meno soli e impotenti, ma che -proprio per questo- non ci fa e non ci farà bene.
Proprio per nulla. 

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