Vi ricordate che
solo un mese fa stentavano a trovare 1000 miliardi in dieci anni per
la transizione ecologica ? Per 100 miliardi all'anno si guardavano
intorno disperati alla ricerca di qualcuno che votasse a favore. Ed
ora: ogni paese parla di centinaia di miliardi come se parlassero di
favette o fagioli per la tombola.
Perchè è giunto
il momento di tirar fuori il bazooka, di scatenare un'enorme potenza
di fuoco (qualche problema col pistolino ?)
Perchè 'ora è il
momento di agire, non di pensare'. Un classico berlusconiano e
salviniano, ben acquisito dai giallorosa di oggi.
Ed invece sarebbe
proprio il momento di pensare, anzi di ri-pensare.
Ma il momento di
pensare non arriva mai, neppure nella catastrofe.
Ri-pensare quella
che chiamiamo economia e che non è altro che una caterva di soldi e
disastri.
Altro che
riconversione ecologica o nuovi modelli di sviluppo: al termine del
contagio gli industriali si scateneranno come barbari che devono
recuperare terreno e mercati, i disoccupati accetteranno qualunque
lavoro pur di mangiare e bere, le fabbriche riprenderanno a fare fumo e
pane ad un ritmo forsennato.
E tutti questi
soldi rifinanzieranno proprio quelle industrie che hanno fatto di
tutto per non chiudere, anche mentre il virus si diffondeva, quelle
stesse che hanno mandato al macello i (consenzienti o meno)
lavoratori veneti e lombardi.
N.B. 70.000
aziende non essenziali hanno ottenuto la deroga ed hanno continuato a
funzionare. E possiamo stare tranquilli che, quando ripartiremo,
saranno le aziende a riaprire, molto prima di noi.
Ma perchè dei
lavori non essenziali dovrebbero essere più importanti ed urgenti
degli essenziali rapporti sociali ? E perchè questi possono
aspettare e quelli no ?
Assistiamo
estenuati all'estenuante richiamo all'unità del popolo, alla
retorica degli umili eroi a mani nude, alla solidarietà pelosa verso
i poveracci di sempre e quelli nuovi.
Perchè davanti al
virus 'siamo tutti sulla stessa barca', diventiamo per miracolo
'tutti uguali'.
Ma sarà vero ? No,
è solo una momentanea 'organizzazione dell'apparenza', direbbe
Vaneigem.
Questo virus è
sovracapitalista, sovrasovranista, sovraumanista, forse relativamente
interclassista, ma non è per nulla sovraclassista.
Anzi, mostra con
chiarezza brutale ed evidente che è molto diverso affrontare il
virus da (paesi e persone) ricchi o poveri: dall'accesso alle
protezioni, dal vivere in un attico o su una panchina, dall'avere o
no a casa un computer con cui seguire le stronzate o le lezioni
scolastiche, dall'essere un carcerato o un uomo libero, dal vivere a
Voghera o a Canicattì.
Qui si rivelano le
gerarchie degli stati nel capitalismo: la produzione vale più della
vita delle comunità, l'industria vale più dell'agricoltura e della
pastorizia (di cui si continua a non parlare nessuno, nonostante la
loro funzione primaria), il nord vale e conta molto più del sud.
Vi propongo
un'ipotesi di scuola: immaginatevi una situazione in cui ci fossimo
trovati in situazioni invertite rispetto a quella che abbiamo, con il
Sud super-contagiato ed il Nord quasi immune,
Bene, ho il dubbio
che in quel caso al Nord riaprirebbero subito dopo Pasqua.
Le persone stanno
rispettando leggi e divieti dello stato; ma lo stato non sta
rispettando le persone.
'Non abbassate la
guardia', ci intimano. Ma dovrebbero abbassare lo sguardo, per la
vergogna, ancora una volta.
A proposito di
mancanza di rispetto vero: dopo gli stupidissimi striscioni 'Andrà
tutto bene', vedo che i bambini sono stati di nuovo assoldati per un
mega video collettivo in cui intonano il Nessun dorma e la finiscono
inevitabilmente con il celebre 'all'alba vinceròòòòò'.
D'altra parte, se
non ci fosse questo finale della romanza, chi la canterebbe ?
Mi chiedo: che cosa
capiscono questi poveri figli di quel che cantano ?
Sono parole che
neanche gli adulti capiscono in quell'italiano aulico dell'ottocento.
Come è, peraltro,
anche per Fratelli d'Italia, che ha un testo orrendo, se la gente si
mettesse a pensare a quel che canta.
E pensiamo che sia
educativo per dei bambini continuare a nascondergli la realtà, e
soprattutto il futuro catastrofico che li attende, infarcendo loro la
mente di visioni rosa non shocking e insegnandogli canzoncine
patriottiche per esibizioni alla Ceausescu ?
Pensiamo di fare
davvero il loro bene, di rispettarli nella loro intelligenza e
capacità di vedere quel che stiamo combinando e che sta avvenendo
intorno a loro ?
Da cosa li (ci )
stiamo proteggendo ? Non certo dalla vita che faranno.
E' inutile farsi
illusioni sul futuro. Questo clima, in forme più rarefatte e
coperte, durerà.
Nel prossimo futuro
ci costringeranno a fare i vaccini contro il virus, se non vorremo
passare per untori.
Già oggi
metteranno i soldi del bonus-spesa nella tessera sanitaria, che si
trasforma in un attimo nella nuova carta di credito dei poveri, a
ratificare la nuova alleanza tra sanità e tesoro.
Tra poco ci daranno
la patente di immunità per poter riprendere a gironzolare.
Per non parlare dei
droni in cielo, delle pattuglie in terra e in mare, delle app di
rintracciamento, etc etc. Insomma: controllo, controllo, controllo.
Altro che libertà...
Sembra di essere
davvero finiti al Grande Fratello (non vip, però): dopo
l'osservazione continua ed assillante, ora ci tocca anche
l'isolamento nella Casa.
Il securitarismo va
avanti nel suo divoramento della vita.
Perchè, a furia di
proteggerla, la vita ci lascia.
Un tempo le persone si gettavano tra
le braccia degli stati totalitari.
Oggi si gettano tra le braccia dello
stato terapeutico.
Quando scopriranno che lo stato
terapeutico ha a che fare con la tirannia e non con la terapia sarà
troppo tardi. (Th. Szasz)
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