Quanto sono piccoli gli
eseri umani, con i loro risentimenti, orgogli, odii e amori.
Non avete provato anche voi
un sentimento strano nel vedere i due leader coreani giocare sulla
soglia del confine terribile e conteso, passare -prima l'uno e poi
l'altro- da una parte e dall'altra del gradino che li separa, e per
il quale sono ancora in guerra,
Due dittature a confronto:
quella della miseria comunista permeata da teologie medievali a
contatto con quella dello schiavismo produttivo e consumista
iperglobalizzato, punto più alto e dolorante del nostro medioevo
contemporaneo.
Non è facile superare i
muri e i muretti, travalicare immaginarie e storie sedimentate,
mostrificazioni, ombre, minacce, separazioni e fratture del tempo e
dello spazio.
Ma ogni volta che accade,
anche solo simbolicamente come oggi, ci commuove per loro, per i
poveri coreani separati a forza da decenni, e per la sorte di tutti
noi.
Si parva licet, assistiamo
ai giochi da bambini dei nostri politici, che si arrabattano per
trovare accordi impossibili, andare oltre mesi di insulti reciproci,
e insuperabili personalismi, personalizzazioni e smanie di potere.
La sensazione più netta è
che ci stiano provando solo per compiere un atto dovuto, per
compiacere alle procedure istituzionali e ai giochi di un presidente
che è solo un garante del nulla.
Sembrano vacui e di maniera
gli ottimismi d alcuni, così come finte e tattiche le aperture e le
disponibilità.
I Cinquestelle dicono di
essere disponibili a trattare col PD, ma insistono su Di Maio premier
e -tanto per farsi dire no- sul conflitto di interessi (che è da
sempre la bestia nera dei renziani).
Martina dice di essere
disponibile a dialogare, ma insiste sui 100 punti del programma
elettorale, peraltro bocciato dalla maggioranza dei votanti, e basta
vedere le facce di Marcucci e Orfini per capire che l'intesa non si
farà.
Salvini dice di voler fare
il governo con Di Maio, ma si tiene ben stretto Berlusconi, che a sua
volta scalpita contro di lui e contro tutti.
Tutti fingono di trattare,
ma ognuno vuole solo portare gli altri verso di sé.
Mediazioni mal impostate,
impossibili.
L'unico governo che si può
fare (politicamente) è proprio quello che non si può fare
(numericamente): il governo tra PD e Forza Italia.
Di fatto, sono le uniche
forze ad avere ormai programmi e visioni tra loro omogenei e
compatibili, essendo divenute nell'ultimo decennio le uniche forze di
centro, non più di vera destra (FI) né più di vera sinistra (PD),
da tempo.
I Cinquestelle devono
governare, o si bruciano. Ma -di fatto- nessuno li vuole.
Dopo anni a criticarli
perchè restavano chiusi a riccio, ora che cercano alleanze si svela
l'arcano: il rifiuto è perlomeno reciproco, da sempre.
D'altronde, proprio l'idea
pentastellata del contratto sui temi non tiene: come si fa ad
accordarsi sulla buona scuola, sulla riforma Fornero, sui vitalizi,
sul conflitto di interessi, sul jobs act, sul reddito di
cittadinanza, etc etc ?
Insomma, nessuna vera
chance.
Alla fine, vedrete che il
centrodestra andrà a cercarsi i voti in Parlamento, e non è escluso
che, tra un altro mese di fallimenti, li possa trovare, per il bene
della patria (e, come sempre, del sempiterno deus ex machina di
Arcore).
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