sabato 28 aprile 2018

chi passa la frontiera ?

Quanto sono piccoli gli eseri umani, con i loro risentimenti, orgogli, odii e amori.
Non avete provato anche voi un sentimento strano nel vedere i due leader coreani giocare sulla soglia del confine terribile e conteso, passare -prima l'uno e poi l'altro- da una parte e dall'altra del gradino che li separa, e per il quale sono ancora in guerra,
Due dittature a confronto: quella della miseria comunista permeata da teologie medievali a contatto con quella dello schiavismo produttivo e consumista iperglobalizzato, punto più alto e dolorante del nostro medioevo contemporaneo.
Non è facile superare i muri e i muretti, travalicare immaginarie e storie sedimentate, mostrificazioni, ombre, minacce, separazioni e fratture del tempo e dello spazio.
Ma ogni volta che accade, anche solo simbolicamente come oggi, ci commuove per loro, per i poveri coreani separati a forza da decenni, e per la sorte di tutti noi.

Si parva licet, assistiamo ai giochi da bambini dei nostri politici, che si arrabattano per trovare accordi impossibili, andare oltre mesi di insulti reciproci, e insuperabili personalismi, personalizzazioni e smanie di potere.
La sensazione più netta è che ci stiano provando solo per compiere un atto dovuto, per compiacere alle procedure istituzionali e ai giochi di un presidente che è solo un garante del nulla.
Sembrano vacui e di maniera gli ottimismi d alcuni, così come finte e tattiche le aperture e le disponibilità.
I Cinquestelle dicono di essere disponibili a trattare col PD, ma insistono su Di Maio premier e -tanto per farsi dire no- sul conflitto di interessi (che è da sempre la bestia nera dei renziani).
Martina dice di essere disponibile a dialogare, ma insiste sui 100 punti del programma elettorale, peraltro bocciato dalla maggioranza dei votanti, e basta vedere le facce di Marcucci e Orfini per capire che l'intesa non si farà.
Salvini dice di voler fare il governo con Di Maio, ma si tiene ben stretto Berlusconi, che a sua volta scalpita contro di lui e contro tutti.
Tutti fingono di trattare, ma ognuno vuole solo portare gli altri verso di sé.
Mediazioni mal impostate, impossibili.

L'unico governo che si può fare (politicamente) è proprio quello che non si può fare (numericamente): il governo tra PD e Forza Italia.
Di fatto, sono le uniche forze ad avere ormai programmi e visioni tra loro omogenei e compatibili, essendo divenute nell'ultimo decennio le uniche forze di centro, non più di vera destra (FI) né più di vera sinistra (PD), da tempo.
I Cinquestelle devono governare, o si bruciano. Ma -di fatto- nessuno li vuole.
Dopo anni a criticarli perchè restavano chiusi a riccio, ora che cercano alleanze si svela l'arcano: il rifiuto è perlomeno reciproco, da sempre.
D'altronde, proprio l'idea pentastellata del contratto sui temi non tiene: come si fa ad accordarsi sulla buona scuola, sulla riforma Fornero, sui vitalizi, sul conflitto di interessi, sul jobs act, sul reddito di cittadinanza, etc etc ?
Insomma, nessuna vera chance.
Alla fine, vedrete che il centrodestra andrà a cercarsi i voti in Parlamento, e non è escluso che, tra un altro mese di fallimenti, li possa trovare, per il bene della patria (e, come sempre, del sempiterno deus ex machina di Arcore).


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