lunedì 2 aprile 2018

gli arabi fenici, felici come pasquette


Pasqua e pasquetta a Byblos!
Una delle città più antiche del mondo, come testimonia il suo sito archeologico che va dal neolitico ai fenici e agli egizi, passando poi per i romani, gli imperi ellenistici e persiani, sino agli arabi, al medioevo crociato e bizantino e agli ottomani.
E' anche la città in cui si sono trovati i primi segni del linguaggio alfabetico da cui poi nascerà il greco e tutto il nostro sistema linguistico. Il suo nome nasce proprio dai greci (i fenici la chiamavano Gebel ed oggi i libanesi la chiamano Jbeil), perché da qui traevano i papiri per i loro libri a loro volta portati dagli egizi ai fenici in cambio del legno di cedro e della porpora.

Il problema è la Byblos di oggi così come di buona parte delle città del Libano moderno: nessun piano regolatore, gentrificazione forzata dei centri storici, non c'è la raccolta differenziata dei rifiuti, costruzioni di palazzi e città mercato a gogò, schiavi asiatici e africani a buon mercato, riciclaggio di denaro e zona franca fiscale per i finanzieri di mezzo mondo.

Ci siamo goduti però delle belle giornate di sole, nella natura tra i fiori e l'erba e sul mare. Le rovine sono ricchissime e abbiamo potuto visitarle all'apertura senza turisti e scolaresche intorno a noi. Ma anche loro sono un po' troppo abbandonate e la ricostruzione appare incompleta, con molti  reperti sommersi dalle erbacce e poche indicazioni archeologiche sul significato dei siti.

Ora ci aspettano le ultime due tappe di questo viaggio, le antichissime città di Tiro e Sidone...




































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