lunedì 16 aprile 2018

cassonetto che parla

Tornavo ieri dallo stadio, costeggiavo la Fiera o quel che resta, attraversando gli squallidi spazi superstiti della modernità, e il forte libeccio faceva volare sul muso quintalate di carta e spazzatura accumulate sulle strade ignare.
Non possiamo darne la colpa ai rifiuti o al vento. Ma solo a chi li ha prodotti o chi li ha gettati via.
Diversamente facciamo con i migranti o i profughi.
Li produciamo (con la guerra, con la fame, con la siccità) e poi gli diamo la colpa di esistere e di presentarsi a casa nostra.
La responsabilità non è mai di chi è rifiutato, ma di chi fa i rifiuti e poi li rifiuta.

Buffon ha dato dell'animale e del cassonetto all'arbitro che ha tolto la semifinale alla Juve.
In una situazione inversa (e avesse dato il rigore-qualificazione alla sua squadra) lo stesso arbitro sarebbe stato santificato.
Trump non si stanca di dare dell'animale ad Assad.
Chi produce e usa armi chimiche è solo un poveraccio, infatti, rispetto a chi può produrre e usare bombe atomiche. Il sarin è l'atomica dei poveri.
I paesi pianeta se la prendono con i paesi satellite, cassonetti dell'Impero.
Li producono, li armano, e poi la colpa è loro.

Di Maio va a rendere omaggio alla Formula E a Roma.
Pensa che la corsa faccia salire le quotazioni e la diffusione delle auto elettriche.
Inizia il nuovo business: lo spreco di energia pulita.
Come se il problema fosse solo l'inquinamento, e non i consumi.

Di Maio, Salvini, Casellati, Berlusconi, Martina: tutti a Vinitaly, in attesa di essere chiamati a formare e presiedere il governo del paese.
Così siamo messi: ad attendere gli esiti di un incontro tra facce di bronzo che fanno gli stronzi ad una fiera di sbronzi.



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