Giornate tranquille e calde qui a Roma.
Mi aggiro piacevolmente tra amici e amiche, cenette sofisticate e picnic sul divano.
Ville ombrose, panchine di nuovi giardinetti, dialoghi leggeri o profondi, e sport alla tv.
Come se fossi a casa, quasi, ma con più compagnia e varietà di persone, luoghi e cose.
Leggo solo Diabolik, prima di andare a letto.
Il calore sale, Cristina fa Pilates in palestra, io mi decido a scribacchiare qualcosa per me e per voi.
Stasera, tanto per non perdere l'abitudine, andrò al cinema, a vedere Louisiana con lei e Vivi.
In questo giro ho conosciuto anche Alessandro, un Bartleby perfetto: lavora ufficialmente come impiegato in un Ministero romano, ma la sua vita vera sta tra Italia e Brasile, traduce dal greco antico e scrive libri sul corpo e Foucault.
Il mio nuovo libro bartlebiano, almeno nella testa, procede.
Alcuni capitoli sono stati già predisposti prima del viaggio, ma in questi giorni non sto procedendo oltre.
Ma domani notte rientrerò a casa, e andrò avanti, credo...
Credo anche che oggi andrò a vedere il Trono Ludovisi e altre antichità al Museo Altemps, uno di quelli che non ho ancora visto qui.
Uno dei primi giorni sono stato al Cimitero Acattolico, a fianco alla Piramide.
Alla tomba di Gramsci, un figlio ha chiesto al padre che cos'era Ales, se fosse uno stato o una città del Brasile (!?)...Il padre non ha saputo rispondere. Chissà se erano comunisti, mah...!
Il cimitero è un'oasi di tranquillità e bellezza, degna di Keats e Shelley.
Roma ha degli angoli davvero belli e vivibili, in una cornice da fine dell'impero d'occidente.
Mentre inaugurano pezzi della nuova linea C, se ti aggiri tra i tunnel della vecchia linea A -o sali sui mezzi dell'Atac -resti sconfortato dall'usura, dalla sporcizia e dal degrado.
Tra poco andremo a mangiare dell'abbacchio, in un ristorante vicino casa.
Menu consigliato, a 40 gradi all'ombra...!
Si continua a 'magnà e beve' insomma, nella migliore tradizione della decadenza imperiale.
Intanto i greci si preparano al referendum, e a nuovi digiuni...
Per non parlare degli immigrati, ancora sugli scogli, sui barconi o tra i binari.
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