giovedì 23 luglio 2015

come muslim sottomessi



Provo sofferenza nel vedere le immagini dei giovani turchi che esplodono mentre manifestano a favore dei curdi di Kobane.
Proprio nei luoghi in cui mi trovavo un'estate fa.
I piccoli salmoni erano belli, generosi, sensibili, solidali, lì a Suruc.
Ma un ventenne come loro e turco come loro si è è messo addosso dell'esplosivo e li ha fatti saltare.
Insieme a tutti quei bei giochi e giocattoli che portavano con sè, per regalarli ai bambini oltre confine.
Non possiamo più pensare di affrontare l'attuale situazione di guerra con l'ingenuità di tartarughe senza guscio.
Non possiamo pensare che la politica sia ancora quella degli striscioni e delle missioni d'aiuto.
Siamo già in un'altra dimensione, non possiamo continuare a mentire, a illuderci e soprattutto a illudere i giovani.
La politica è ormai sottomessa alla guerra.

Provo tristezza quando vedo Renzi andare alla Knesset e dire agli israeliani: il vostro destino è il nostro destino! Allora sarà proprio un terribile destino, cari miei...
Israele è assediata come non mai, in crisi addirittura con Obama, isolata da tutto e da tutti, odiata nel mondo più i qualunque altro paese della terra, forse anche più degli stessi Stati Uniti (e ce ne vuole!). Bene. Arriva il nostro premierucolo e va a promettere amore e ogni benedizione al popolo eletto. E continua a legarci a loro a doppio nodo, ben sapendo peraltro che così non la pensa la maggioranza di noi italiani.
Insomma, una visione strategica davvero miope, da sudditi sottomessi.

L'Unione Europea continua nel suo calvario, goccia a goccia.
La Grecia continua a svenarsi: dei 7 miliardi ricevuti, 6 e mezzo sono andati a ripianare i debiti pregressi. E la proporzione sarà questa anche per i prossimi 'aiutini'.
Forte e spietata con i deboli, continua imperterrita ad essere debolissima con i forti.
Una nana, paralizzata dagli stati membri (grandi e piccoli) e dai poteri finanziari (locali e globali).
Sottomessa agli Stati Uniti, dipendente dal gas russo, bistrattata da scafisti e califfi.
Insomma, ormai solo un carrozzone senza forza e senza alcuna visione di se stessa.

Ero sempre più influenzato dal pensiero di Toynbee, dalla sua idea che le civiltà non muoiano assassinate ma che si suicidino...Sì, è stato in quel preciso momento che ho capito: l'Europa aveva già commesso il proprio suicidio...Quell'Europa che era il massimo della civiltà umana si è letteralmente suicidata nel giro di qualche decennio...E allora, da un capo all'altro dell'Europa, ecco i movimenti anarchici e nichilisti, l'appello alla violenza, la negazione di ogni legge morale.
Poi, dopo qualche anno, la fine si è compiuta con l'ingiustificabile follia della prima guerra mondiale. Freud non si sbagliava, e Thomas Mann nemmeno: se la Francia e la Germania, le due nazioni più avanzate, le più civili del mondo, potevano abbandonarsi a quella carneficina insensata, significava che l'Europa era morta.
Poi sono tornato a piedi, attraversando mezza Bruxelles, costeggiando il quartiere delle istituzioni europee -quella lugubre fortezza circondata da tuguri.
Il giorno dopo sono andato a parlare con un imam a Zaventem.
Il giorno seguente -il lunedì di Pasqua- davanti a una decina di testimoni ho pronunciato la formula rituale di conversione all'islam.

(M. Houellebecq, Sottomissione, 2015)


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