Questa mattina hanno comunicato che secondo i tagliandi
nella tessera della benzina avrebbero distribuito in certi negozi un quarto di
pollo a famiglia... Sono giunta alle otto meno un quarto e ho trovato una fila
di circa seicento persone....
Mentre sono in coda, ecco che la voce che circola da ieri
a Gerusalemme trova conferma: sì, cento ebrei ieri sono stati bruciati vivi nei
pressi di Sheikh Jarakh...
Che senso ha, questo quarto di pollo, mentre sotto i tuoi
occhi accadono catastrofi come queste ?
Eppure la gente resta tenacemente in coda...
'quel che è successo è terribile, ma chissà che cosa
aspetta tutti noi qui a Gerusalemme...chi è morto è morto e chi è vivo tira
avanti...'. La fila procede. I
'felici' tornano a casa
stringendosi al petto il quarto di pollo per la famiglia...
Lei sosteneva che non basta conoscere i nomi strani delle
cose. È meglio entrare in confidenza anche fiutando con il naso, sfiorando con
la punta della lingua, toccando con le dita, meglio conoscere il calore e la
consistenza delle cose, il loro odore, la ruvidezza o le scabrosità, il suono che ti offrono quando
ci bussi sopra, ciò ce mia mamma definiva 'condiscendenza' o 'rifiuto': ogni
materiale, diceva lei, ogni vestito e utensile e mobile e cibo, ogni oggetto ha
diverse misure di condiscendenza e rifiuto....Non per nulla infatti 'oggetto
inanimato' si dice in ebraico 'chefetz' che significa tanto 'cosa' quanto
'desiderio': non solo noi abbiamo o non abbiamo voglia di una cosa o di
un'altra, anche il mondo vegetale e minerale possiedono un senso interiore del
desiderio, di volontà o non volontà, che non viene da noi ma da loro, e chi sa
toccare ascoltare assaggiare non per propria smania, può a volte afferrare.
Michele Strogoff di Jules Verne mi lasciò qualcosa che mi
ha accompagnato sino ad oggi...
Continua alla cieca il suo viaggio verso oriente, finchè
nel momento decisivo della trama il lettore scopre che Strogoff non ha perduto
la vista: la spada arroventata che gli è passata vicinissima agli occhi era
stata raffreddata dalle lacrime!...Eppure da noi per gli uomini le lacrime
erano un tabu! … E invece quell'eroe formidabile...non ha il minimo ritegno di
fronte a un pensiero d'amore: piange. Non di paura né di dolore, piange Michele
Strogoff, ma perchè è travolto dai suoi stessi sentimenti.
C'era anche il capitano Nemo di Ventimila leghe sotto i
mari, quell'indiano fiero e coraggioso che aveva sprezzo della crudeltà dei
regimi sfruttatori e provava disgusto per l'oppressione dei popoli e degli
individui da parte dei prepotenti e delle potenze egoiste....Per questo decide
di dissociarsi da tutto e di crearsi un piccolo mondo utopistico sotto la
superficie degli oceani...
Quanto alla parola 'balagan', disordine, per errore
ritenuta inequivocabilmente russa, la verità è che deriva dal persiano, e ha la
radice nel termine balaqan, 'terrazza sul retro', in cui si buttavano in
assoluto disordine stracci ormai inutili, da cui viene anche la parola
'balcone', in gran parte delle lingue europee...
(Amos Oz, Una storia di amore e di tenebra, 2002)
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