Una ragazza che non sa ballare dice
che l'orchestra non sa suonare (proverbio irlandese).
Sabato ho condotto
un seminario all'interno di un ciclo volto a favorire la
partecipazione attiva degli anziani.
L'ennesima
fregatura della modernità: le società non riconoscono i diversi in
quanto tali, ma solo se si sforzano di assomigliare ai normali.
La chiamano
'integrazione', che va insieme a 'integralismo' (il nostro, non
quello dell'Isis).
Vale per i negri,
che devono diventare bianchi, vivere come noi, occidentalizzarsi.
Vale per i
disabili, che sono solo 'diversamente abili' e che, in fondo, possono
lavorare come noi.
Vale per i vecchi.
Che, in passato, erano stimati e valorizzati in quanto vecchi.
Oggi, invece, solo
se fanno i giovani; se lavorano fino a 80 anni, se fanno jogging, se
si fanno il lifting, se si riempiono di medicinali per stare sani, se
fanno prevenzione di tutte le malattie possibili, se partecipano alla
vita sociale attivamente.
Il modello unico
della modernità: attivarsi, produrre, riempire tutto, agire sempre,
non restare mai fermi o annoiarsi.
In una società
della decrescita, invece, sarà bello accettare la vecchiaia come
esempio di rallentamento e silenzio.
E prepararsi al
morire invecchiando serenamente, come si diceva un tempo.
Insomma, il mio
approccio alla questione è stato leggermente eterodosso e
divergente.
I presenti erano
stupefatti, ma contenti (salvo alcuni).
Due fatti di ieri:
i 100 anni di Pietro Ingrao, un grande vecchio, che ho avuto la
fortuna di conoscere personalmente negli anni 80, e che da tempo si è
ritirato in silenzio a Lenola, il suo piccolo paese d'origine. Un
saggio.
E, si parva licet, c'è l'intrepido Bondi che si
separa da Berlu: la vecchiaia porta saggezza, anche nei succubi ad
oltranza ?
Ma neppure davanti
all'abbandono dei suoi amici Berlu ammette di essere vecchio, finito, e si
arrende.
Cupio dissolvi.
Non saper smettere,
non saper lasciare, non sapersi arrendere.
Tipico della nostra
civiltà, non solo di Berlu il miserabile riccone.
Ma sino a quando
non ci arrenderemo, non dichiareremo fallimento, non smetteremo di
blaterare a vanvera dei nostri meriti, dei nostri successi, delle
nostre speranze ?
La nostra civiltà
dovrebbe dichiararsi vecchia e accettare di declinare e di morire.
Sarebbe l'ultima
sapienza che ci resta.
Ed invece corriamo
verso un omicidio-suicidio senza precedenti, un'ecatombe mondiale che
farà rimpiangere le due guerricciole mondiali del 900.
Ultimo esempio: in
un servizio di Massimo Sperandio (nomen omen) si blatera che l'indice
di fiducia di imprese e consumatori sta salendo (e tu chiamale se
vuoi emozioni...!).
E che la ripresa è
quindi alle porte.
Ed anche Poletti
blatera sugli 80000 nuovi posti a tempo indeterminato.
Peccato che oggi
l'Istat ci ricordi che abbiamo perso altri 44000 posti di lavoro
nell'ultimo mese.
Ma perchè non
diciamo la verità, in primo luogo a noi stessi ?
Semplice: perchè
non accettiamo di fallire, di invecchiare, di morire.
Eppure, sarebbe tutto così
semplice...
Noi ci siamo già arresi, da tempo. Siamo già morti (più di cosi!).
RispondiEliminaNon tutto ciò che si muove è vivo in un universo inerziale.
Il problema è che non lo sappiamo ancora (o non riusciamo ad accettarlo, come dici tu). Ma il problema più serio è che non si intravvede una nuova nascita.
Nessun fanciullo all'orizzonte, caro prof!
...Niente dura....ma non ci si abitua mai...
Eliminacari/e anonimo e catastrofe,
Eliminagrazie per le vostre parole, che mi aiutano ad uscire dai miei labirinti.
ma trovo un pò inquietante dialogare con 'anonimo' e 'catastrofe', mi capita già abbastanza di farlo da solo...
quindi, mi piacerebbe 'vedervi negli occhi' o almeno sapere con chi sto parlando o scrivendo...
se volete, potete scrivermi in privato su diabeulik@libero.it
ma potete anche proseguire così, in incognito, se proprio volete...
grazie, comunque, baci
Non sicuramente è volontà di restare anonima nei tuoi riguardi (nei tuoi no, magari nei riguardi di altri che leggono si, senza offesa per nessuno naturalmente, è solo un limite mio). Ma capisco quello che dici e onestamente concordo. Quindi messaggio ricevuto...a presto!
RispondiEliminaConcordo, in parte, con la scelta dell'anonimato di ANONIMO. Per quanto mi riguarda, la scelta dello pseudonimo è dettata sia dal fatto di non volermi scoprire a terzi, sia perchè, da ció che leggo, credo che la tua fantasia debba volare. Se io ti dicessi" Sono tale" , tu smetteresti di pensare "Chi mi scrive queste parole? Perchè lo fa? Perchè segue il mio blog e non un altro? Sarà un uomo o una donna?" . La curiosità ci rende vivi...nel lavoro come nella vita. E anche il gioco, forse lo sai meglio di me. Per ora, se avrai piacere, guarderai dentro gli occhi di CATASTROFE, attraverso i commenti di un blog. Se senti invece la necessità di mail private non esitare a chiedere di nuovo. Ricorda che solo l'ignoto ci rende curiosi. Ció che conosciamo spesso annoia!
RispondiEliminaUn abbraccio...E non sparire!
quando vorrete uscire dal mistero...
RispondiEliminaquel che io preferisco, come spesso mi capita, l'ho detto.
per il resto, fate vobis.
et pax vobiscum
baci
guarda la tua posta...
RispondiEliminaguarda la tua posta...
RispondiEliminaquaesivi et non inveni
Eliminacercai (nella posta) e non trovai.
il mistero continua...
quaesivi et non inveni
Eliminacercai (nella posta) e non trovai.
il mistero continua...
ho mandato una mail ieri all'indirizzo diabeulik@libero.it
RispondiEliminanon è arrivata?
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RispondiEliminami era partito lo stesso commento 4 volte!!!
RispondiEliminama è attivo quell'indirizzo mail?
RispondiEliminaCaro/a Catastrofe pensa che adesso sono curiosa anche io!
RispondiEliminaahah!
RispondiEliminaahah!
RispondiEliminaTra l'altro potresti dirmi il tuo nome e potrei guardarti negli occhi (esigenza comprensibile, naturale e...civile), ma rimarresti a me sconosciuto/a. Conosco da un discreto numero di anni il mio nome e il mio viso, ma continuo ad essere un mistero a me stessa. Più mi ostino a cercami e meno sento di trovarmi. Forse perchè gli equlibri sono fatti per essere rotti. Forse perchè quello che trovo non mi piace e continuo a cercare. In ogni caso, secondo me, ognuno di noi è (e resta) "sconosciuto", a se stesso e al mondo. Con buona pace degli psicologi o, peggio, degli psichiatri.
RispondiEliminahai una mail di riferimento?
RispondiEliminahai una mail di riferimento?
RispondiEliminaANONIMO, ma di che sei curiosa? Della mia identità o di parlare con diabeulik?
RispondiEliminaNel mentre... il nostro blogger non pubblica piú?!?!
RispondiEliminaNel mentre... il nostro blogger non pubblica piú?!?!
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RispondiEliminaNon chiedertelo mai che cosa durerà davvero, la vita è troppo breve...ci son delle sorprese che non ti aspetti mai...
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