sabato 25 aprile 2015

nazionalsocialisti in festa



Oggi Festa della Liberazione.
Svanita da tempo, insieme ai partigiani. I pochi superstiti, ben consapevoli di essere stati fregati, cantano comunque Bella ciao di qua e di là, ed anche in Parlamento, accompagnati nel coro da Boldrina e Mattarellum...
Mi sento già meglio.

Tra qualche giorno si celebrerà la Festa del Lavoro.
Una parola che ci perseguita, ormai, solo come una minaccia o un vuoto.
Lo si ricorda, una volta l'anno, come si faceva con gli antenati, per non farli tornare.

Intanto, si fa la festa definitiva alla Costituzione, con l'Italicum.
E si festeggia la sempre prossima uscita dalla crisi.
E l'Europa neonazista festeggia se stessa.
Tante belle feste e festicciole, insomma.

Anche i nazisti e i fascisti facevano tante feste.
E, intanto, riempivano i vagoni.
Noi oggi lo facciamo coi barconi.
O meglio, lo facciamo fare ad altri per noi, i soliti kapò.
Siamo neonazisti, ma in doppiopetto democratico.
E qualcuno si prodiga anche in camice o in maniche di camicia, per salvarne almeno qualcuno, tanto per confondere le acque (così non potranno dire che siamo tutti nazisti...sì, è vero, qualcuno è ancora cattocomunista, bella consolazione...)
Siamo ancora cristiani, solidali, tolleranti e liberali, quando serve, e sino a un certo punto.
Sino a quando non ci costringono a sparare, ovviamente.
Sino a quando non si accontentano di spararsi tra di loro.
Sino a quando accettano di essere sparati da noi, senza reagire.

Lasciate che i morti seppelliscano i morti.
Non festa, ma lutto.
Come si diceva qualche tempo fa, quando si usava ancora, ingenuamente, la parola guerra.


'Non mi avrà sentito'.
'Certo che ti ha sentito, ma ha fatto finta di niente. E' meglio non aver nulla a che fare con i morti, caro il mio Fiore, sono tutti cattivi, invidiosi e non si scompongono un millimetro per chicchessia; ognuno ha il suo da fare e non pensa che a se stesso; gli altri non hanno nessun valore per lui, non vede niente e non sa niente. Dà retta a me, Fiore, non pensarci più; forse potresti arrivare al punto di perdere, del tuo amico, anche la buona memoria'...
'Questa sarebbe l'ora di andare in giro -pensa- per il vicolo della Misericordia...si passerebbe anche di là, prima di andare in cerca di ragazze nel cinema dei preti, ma sarebbe anche l'ora di girare per le macerie qui sotto e raccontarci tutto quello che abbiamo fatto durante la guerra...
Ma forse, se lui fosse qui, non si farebbe niente perchè anche queste cose sono finite. Le penso perchè erano belle ma non le farei adesso; sono già passati anche per me il cinema dei preti e i riti al dio Moloch, non avrei più voglia di farli o se anche li facessi, nessuno dei due riderebbe più...
Perchè non c'è più niente da ridere ?...'
'Ad ogni modo, non lo so perchè non è venuto, Fiore, i morti stanno bene per conto loro, dimenticalo, lascialo andare, non ci guadagnerebbe niente a venire da te e tu non conti più niente per lui. Nessuno conta più niente...', dice Antoine con un gesto vago...

(G. Parise, Il ragazzo morto e le comete, 1951)








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