Mastodontico
aeroporto di Kuala Lumpur, Malaysia.
Nessun pirata in
vista, se non uno ben vestito, dietro lo sportello della AM Bank che
ci ha fatto un cambio di merda.
Bye bye, amato
Vietnam!
Ora si entra in
questo nuovo mondo.
I noodles restano,
ma la mescolanza (di religioni, etnie, facce e modi di essere e
vestire...) si fa ancora più assillante ed evidente.
Mezzaluna islamica
nella bandiera, ma senza eccessi.
Soldi, tanti, e
tanta mitologia del progresso industriale e delle sviluppo ancora in
auge.
Non ci fermeremo
qui, siamo stanchi di metropoli.
Ci getteremo
stasera stessa nel più selvatico Sabah, a Sandakan (città da cui il
piemontese e sedentarissimo Salgari si è inventato il famoso
personaggio).
A qualche centinaio
di km si trova anche Labuan, mentre non vedo traccia di Mompracem
sulla carta.
Comunque, qui i
pirati ci sono ancora, rapiscono riccastri europei e americani in
mare, e chiedono riscatti, al largo della Turtle Island.
Gli ultimi giorni
vietnamiti sono stati tranquillamente spesi al sole, come lucertole,
o all'ombra della foresta che circondava i bungalow del Mekong Space
Hotel, gestito da dolcissime ragazze sorridenti.
Due notti fa si è
messo a piovere e qualche goccia si infiltrava dal tetto di giunco e
giungeva polverizzata sul viso e sui cuscini. Era bello sentirla.
L'isola di Phu Quoc
è carina, con una vera spiaggia tropicale, palme e colori pastello,
le coste della Cambogia in lontananza. Molti russi, europei,
giapponesi in libera uscita.
Ma forse non valeva
l'andata e ritorno in aereo che ci siamo fatti in due giorni (anche
se per un volo di soltanto mezzora).
La città di
Saigon, per scelta, non l'abbiamo quasi vista, ma il suo aeroporto ci
ha visto passare per quattro volte in tre giorni.
Ora vorremmo più
natura, animali, alberi.
Il Borneo
settentrionale dovrebbe essere il posto giusto.
Pirati non ne
vedremo, ma qualche orango speriamo di sì, insomma.
Resta qui
l'incognita clima: potrebbe essere più piovoso, ci avviciniamo
all'equatore, e le stagioni non sono così distinte come per
Thailandia e Vietnam.
In sintesi, non
esiste un momento in cui certamente non pioverà.
Forse dovremo
comprarci delle scarpe nuove, più adatte all'acqua e al trekking.
Io sto per salutare
i miei fantastici sandaletti comprati al mercato serale di Chiang Mai
nove mesi fa.
Passerò alla moda
malese, degli stivaletti a forma di kriss.
Ci avviciniamo al
mese di viaggio e stiamo entrando nelle sue ultime due settimane.
Un po' stanco, ma
abbastanza appagato.
Per ora, in fondo,
è stato un viaggio facile, comodo, senza scosse.
Forse anche
troppo...
Salutando il Vietnam
RispondiEliminahttp://youtu.be/oybKK0-qQ_o