lunedì 9 febbraio 2015

sandokaan sandakaan...

Mastodontico aeroporto di Kuala Lumpur, Malaysia.
Nessun pirata in vista, se non uno ben vestito, dietro lo sportello della AM Bank che ci ha fatto un cambio di merda.
Bye bye, amato Vietnam!
Ora si entra in questo nuovo mondo.
I noodles restano, ma la mescolanza (di religioni, etnie, facce e modi di essere e vestire...) si fa ancora più assillante ed evidente.
Mezzaluna islamica nella bandiera, ma senza eccessi.
Soldi, tanti, e tanta mitologia del progresso industriale e delle sviluppo ancora in auge.
Non ci fermeremo qui, siamo stanchi di metropoli.
Ci getteremo stasera stessa nel più selvatico Sabah, a Sandakan (città da cui il piemontese e sedentarissimo Salgari si è inventato il famoso personaggio).
A qualche centinaio di km si trova anche Labuan, mentre non vedo traccia di Mompracem sulla carta.
Comunque, qui i pirati ci sono ancora, rapiscono riccastri europei e americani in mare, e chiedono riscatti, al largo della Turtle Island.

Gli ultimi giorni vietnamiti sono stati tranquillamente spesi al sole, come lucertole, o all'ombra della foresta che circondava i bungalow del Mekong Space Hotel, gestito da dolcissime ragazze sorridenti.
Due notti fa si è messo a piovere e qualche goccia si infiltrava dal tetto di giunco e giungeva polverizzata sul viso e sui cuscini. Era bello sentirla.
L'isola di Phu Quoc è carina, con una vera spiaggia tropicale, palme e colori pastello, le coste della Cambogia in lontananza. Molti russi, europei, giapponesi in libera uscita.
Ma forse non valeva l'andata e ritorno in aereo che ci siamo fatti in due giorni (anche se per un volo di soltanto mezzora).
La città di Saigon, per scelta, non l'abbiamo quasi vista, ma il suo aeroporto ci ha visto passare per quattro volte in tre giorni.

Ora vorremmo più natura, animali, alberi.
Il Borneo settentrionale dovrebbe essere il posto giusto.
Pirati non ne vedremo, ma qualche orango speriamo di sì, insomma.
Resta qui l'incognita clima: potrebbe essere più piovoso, ci avviciniamo all'equatore, e le stagioni non sono così distinte come per Thailandia e Vietnam.
In sintesi, non esiste un momento in cui certamente non pioverà.
Forse dovremo comprarci delle scarpe nuove, più adatte all'acqua e al trekking.
Io sto per salutare i miei fantastici sandaletti comprati al mercato serale di Chiang Mai nove mesi fa.
Passerò alla moda malese, degli stivaletti a forma di kriss.
Ci avviciniamo al mese di viaggio e stiamo entrando nelle sue ultime due settimane.
Un po' stanco, ma abbastanza appagato.
Per ora, in fondo, è stato un viaggio facile, comodo, senza scosse.
Forse anche troppo...





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