Per la prima volta abbiamo sentito l'inverno qui.
Non lontano, tra le montagne a nord, al confine con la Cina, nevica.
E ieri a Ninh Binh abbiamo dovuto affrontare pioggia e nevischio in motorino, all'improvviso.
Un passaggio brusco, a cui noi e i nostri vestitini estivi erano inevitabilmente impreparati.
Risultato: brividi di freddo persistenti, faringite a mille, febbre.
Il viaggio notturno nello sleeping bus (13 ore per arrivare a Huè, o come la chiamano qui, un pò alla francese, Huì) è stato un pò faticoso, in questo stato.
Arrivati in questa bella ex capitale, bombardata occupata e rioccupata un pò da tutti, che segnava il confine tra Nord e Sud durante la guerra, mi sono messo a letto con la tachipirina e ho sudato le proverbiali sette camicie. Ora sono sfebbrato, ho fatto anche una piccola passeggiata nel pomeriggio: questa città mi prende, e tutto il Vietnam (gente inclusa, così piccola e forte, così sorridente e decisa), mi sta piacendo davvero tanto.
Domani, se sto almeno così, visiteremo l'antica cittadella e la sua città proibita (una Pechino in miniatura).
Ma non posso non parlarvi di ciò per cui, senza rimpianti o rimorsi, abbiamo sfidato il freddo e il gelo: il delta del Fiume Rosso, all'altezza di Tam Coc (le tre grotte): uno dei luoghi più belli che abbia mai visto nei miei viaggi.
Si arriva ad un molo con centinaia di barchette, guidate per lo più da donne che remano con i piedi.
Si fanno i loro chilometri e ci accompagnano per i canali e le risaie, circondati dagli stessi faraglioni visti ad Halong, ma su terra.
Un silenzio, una suggestività, un miracolo naturale assoluto.
Il cielo era grigio, purtroppo, ma nonostante questo la sensazione è stata fortissima e commovente, da restare quasi turbati per la bellezza che quei luoghi emanavano.
Davanti a tutto questo, è difficile interessarsi a quel che accade in Italia, ed al suo nuovo (?) presidente.
Ormai anche un democristiano moroteo ci sembra il massimo...
Nessun commento:
Posta un commento